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Il Giornale in edicola sul Milan a Investcorp
Investcorp avanza verso il Milan, a braccetto con Elliott. Il fondo arabo candidato a rilevare il club rossonero per 1,18 miliardi, secondo l’agenzia Mf Dow Jones ha completato la due diligence e non ha rilevato criticità nei conti della società, tanto da aver apprezzato il lavoro svolto da Elliott. Per la firma del preliminare sarebbe questione di giorni. Sui piani futuri del fondo guidato dal presidente operativo Mohammed Bin Mahfoodh Alardhi per il Milan, la curiosità resta su tutto. A cominciare dalla struttura dell’investimento che, come risulta al Giornale, sarà anche a debito. Un elemento finanziariamente più che normale: i fondi di private equity scelgono società poco indebitate come il Milan perché permettono di contenere l’investimento di capitale combinandolo con una parte di debito. Gli schemi sono vari ma la sostanza è la stessa: una parte del valore da versare a Elliott viene chiesto in prestito a una banca; il debito così formato finisce nella pancia del Milan attraverso la fusione del veicolo che si indebita o con l’emissione di un bond. Una parola che preoccupa già i tifosi perché evoca precedenti scabrosi o situazioni come quella dell’Inter (le cui azioni sono in pegno al fondo Oaktree a fronte di un bond emesso da Zhang). Ma in questo caso l’eventuale bond avrebbe natura diversa, andando a coprire non un «buco», ma una quota dell’acquisizione stessa, con un orizzonte di lungo periodo. E l’entità del debito sarà tale da rendere gli oneri finanziari sostenibili. Quindi nessuna paura. Anche se, avendo più debito, diminuisce la capacità di farne ancora, magari per acquistare fin da subito qualche top player. Insomma: bene, anche se non proprio benissimo
STADIO in proprio o a Sesto? QUI -) https://www.milanworld.net/threads/milan-stadio-in-proprio-con-capienza-top-o-sesto-linter.115538/
Investcorp avanza verso il Milan, a braccetto con Elliott. Il fondo arabo candidato a rilevare il club rossonero per 1,18 miliardi, secondo l’agenzia Mf Dow Jones ha completato la due diligence e non ha rilevato criticità nei conti della società, tanto da aver apprezzato il lavoro svolto da Elliott. Per la firma del preliminare sarebbe questione di giorni. Sui piani futuri del fondo guidato dal presidente operativo Mohammed Bin Mahfoodh Alardhi per il Milan, la curiosità resta su tutto. A cominciare dalla struttura dell’investimento che, come risulta al Giornale, sarà anche a debito. Un elemento finanziariamente più che normale: i fondi di private equity scelgono società poco indebitate come il Milan perché permettono di contenere l’investimento di capitale combinandolo con una parte di debito. Gli schemi sono vari ma la sostanza è la stessa: una parte del valore da versare a Elliott viene chiesto in prestito a una banca; il debito così formato finisce nella pancia del Milan attraverso la fusione del veicolo che si indebita o con l’emissione di un bond. Una parola che preoccupa già i tifosi perché evoca precedenti scabrosi o situazioni come quella dell’Inter (le cui azioni sono in pegno al fondo Oaktree a fronte di un bond emesso da Zhang). Ma in questo caso l’eventuale bond avrebbe natura diversa, andando a coprire non un «buco», ma una quota dell’acquisizione stessa, con un orizzonte di lungo periodo. E l’entità del debito sarà tale da rendere gli oneri finanziari sostenibili. Quindi nessuna paura. Anche se, avendo più debito, diminuisce la capacità di farne ancora, magari per acquistare fin da subito qualche top player. Insomma: bene, anche se non proprio benissimo
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