Milan: il 10 è Pioli. Rivoluzione compiuta e sfida all'Europa.

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La GDS in edicola loda Stefano Pioli. Secondo la rosea, tra Diaz e CDK il 10 è... il tecnico. Fu accolto con scetticismo. Oggi è amatissimo. Con intuito e partecipazione è sempre... on fire. Tre anni fa gettò le basi, oggi ha le chiavi di una fortezza. Ha lanciato Theo e atteso Tonali. Ha cucito lo scudetto sul petto di Bennacer e Krunic arrivati dall'Empoli ha liberato la corsa di Leao. Tante le idee tattiche messe sul terreno di gioco per sorprendere gli avversari. L'ultimo esperimento il 4-3-3 col quale ha battuto la Juve. Il talento di CDK e la creatività di Adli le prossime sfide. E' un tecnico esigente e più internazionale. E ora sfida l'Europa.

Anche TS in edicola loda Pioli..L'inventaMilan: Da normalizzatore a alchimista, il passaggio non è stato così breve per Stefano Pioli che, in questo momento, è certamente uno degli allenatori – se non l’allenatore – più versatile del nostro campionato. La guida tecnica del Milan si è sempre contraddistinta per la capacità di saper trasformare l’emergenza in opportunità, riuscendo a non abbassare quasi mai il livello della prestazione globale. Certo, le assenze di molti titolari hanno inciso nella preparazione delle partite, ma Pioli non si è mai fermato e ha sempre tenuto acceso il suo laboratorio di soluzioni, confrontandosi spesso con lo staff e con i giocatori, ma prendendo sempre lui la decisione finale. Capacità d’adattamento e spirito di sopravvivenza, gestione del gruppo in maniera chiara e mai scelte fatte se non per il solo bene della squadra. E i risultati gli stanno dando, ulteriormente, ragione come ha dimostrato la super partita del Milan sabato sera contro la Juventus. Ed è proprio contro la formazione bianconera che Pioli varò la sua prima “piolata” vincente. Maggio 2021, il Milan deve vincere allo Stadium per rimanere in corsa per un posto in Champions League e deve farlo in uno stadio dove non ha mai raccolto punti. Pioli, che in quel momento non aveva a disposizione un Rafa Leao in fase ascendente, decise per la mossa che sparigliò le carte: Calhanoglu largo a sinistra nei tre dietro la punta e Brahim Diaz rifinitore puro. Risultato? 0-3 a casa della Juve, 0-7 tre giorni dopo al Torino e vittoria, nell’ultima partita, contro l’Atalanta per il ritorno in Champions League dopo sette anni di attesa. Nel corso dello scorso campionato, le intuizioni tattiche furono tre. La prima quella di giocare con Ante Rebic prima punta per avere un attacco più dinamico e senza punti di riferimento, la seconda il nuovo modo di Theo Hernandez di interpretare il suo ruolo di terzino, che ora diventa una mezz’ala e ora diventa uomo di spinta sulla fascia. La terza, che poi è quella che ha dato l’equilibrio definitivo al Milan che vincerà lo scudetto, è stata quella del trequartista fisico tra i due esterni a sostegno della punta. Prima Kessie, ma soprattutto Krunic, sono stati ottimi interpreti di questo ruolo di equilibratori della fase di non possesso che ha dato solidità alla squadra. Ma ciò che ha innovato maggiormente Pioli è il modo di leggere le posizioni dei suoi giocatori. Spesso, se ci si dovesse basare sui moduli standardizzati, sarebbe difficile schierare alcuni elementi del suo Milan, perché non la posizione fissa diventa quasi riduttiva per il tipo di gioco che questi calciatori si trovano a fare. L’ecatombe della fascia destra ha costretto Pioli a dover ridisegnare la squadra e lo ha dovuto fare sfrut tando al meglio ciò che ha in casa. Le risposte primarie sono arrivate sabato contro la Juventus quando l’allenatore del Milan, tra una pozione e l’altra, ha trovato una nuova formula vincente. La prima mossa è stata quella di piazzare Brahim Diaz largo a destra come giocava nell’Under 21 spagnola e nelle giovanili del Manchester City. Il 10 lo ha ripagato con una prestazione super, fatta non solo dal bellissimo gol che ha chiuso la partita, ma anche da tanto sacrificio in fase di non possesso palla e questa soluzione potrebbe portare a nuove soluzioni e equilibri proprio su quella fascia. La seconda è stata quella di rimettere il trequartista boxto-box, dando a Pobega questa incombenza e ricevendo una pronta risposta dall’ex Torino che ha ritrovato zolle a lui familiari visto come lo ha usato Juric lo scorso anno. Anche Krunic, contro Empoli e Chelsea, ha svolto lo stesso ruolo cercando di interpretarlo nel migliore dei modi e dal prossimo week end di campionato occhio anche a Aster Vranckx.
 
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Anche TS in edicola loda Pioli..L'inventaMilan: Da normalizzatore a alchimista, il passaggio non è stato così breve per Stefano Pioli che, in questo momento, è certamente uno degli allenatori – se non l’allenatore – più versatile del nostro campionato. La guida tecnica del Milan si è sempre contraddistinta per la capacità di saper trasformare l’emergenza in opportunità, riuscendo a non abbassare quasi mai il livello della prestazione globale. Certo, le assenze di molti titolari hanno inciso nella preparazione delle partite, ma Pioli non si è mai fermato e ha sempre tenuto acceso il suo laboratorio di soluzioni, confrontandosi spesso con lo staff e con i giocatori, ma prendendo sempre lui la decisione finale. Capacità d’adattamento e spirito di sopravvivenza, gestione del gruppo in maniera chiara e mai scelte fatte se non per il solo bene della squadra. E i risultati gli stanno dando, ulteriormente, ragione come ha dimostrato la super partita del Milan sabato sera contro la Juventus. Ed è proprio contro la formazione bianconera che Pioli varò la sua prima “piolata” vincente. Maggio 2021, il Milan deve vincere allo Stadium per rimanere in corsa per un posto in Champions League e deve farlo in uno stadio dove non ha mai raccolto punti. Pioli, che in quel momento non aveva a disposizione un Rafa Leao in fase ascendente, decise per la mossa che sparigliò le carte: Calhanoglu largo a sinistra nei tre dietro la punta e Brahim Diaz rifinitore puro. Risultato? 0-3 a casa della Juve, 0-7 tre giorni dopo al Torino e vittoria, nell’ultima partita, contro l’Atalanta per il ritorno in Champions League dopo sette anni di attesa. Nel corso dello scorso campionato, le intuizioni tattiche furono tre. La prima quella di giocare con Ante Rebic prima punta per avere un attacco più dinamico e senza punti di riferimento, la seconda il nuovo modo di Theo Hernandez di interpretare il suo ruolo di terzino, che ora diventa una mezz’ala e ora diventa uomo di spinta sulla fascia. La terza, che poi è quella che ha dato l’equilibrio definitivo al Milan che vincerà lo scudetto, è stata quella del trequartista fisico tra i due esterni a sostegno della punta. Prima Kessie, ma soprattutto Krunic, sono stati ottimi interpreti di questo ruolo di equilibratori della fase di non possesso che ha dato solidità alla squadra. Ma ciò che ha innovato maggiormente Pioli è il modo di leggere le posizioni dei suoi giocatori. Spesso, se ci si dovesse basare sui moduli standardizzati, sarebbe difficile schierare alcuni elementi del suo Milan, perché non la posizione fissa diventa quasi riduttiva per il tipo di gioco che questi calciatori si trovano a fare. L’ecatombe della fascia destra ha costretto Pioli a dover ridisegnare la squadra e lo ha dovuto fare sfrut tando al meglio ciò che ha in casa. Le risposte primarie sono arrivate sabato contro la Juventus quando l’allenatore del Milan, tra una pozione e l’altra, ha trovato una nuova formula vincente. La prima mossa è stata quella di piazzare Brahim Diaz largo a destra come giocava nell’Under 21 spagnola e nelle giovanili del Manchester City. Il 10 lo ha ripagato con una prestazione super, fatta non solo dal bellissimo gol che ha chiuso la partita, ma anche da tanto sacrificio in fase di non possesso palla e questa soluzione potrebbe portare a nuove soluzioni e equilibri proprio su quella fascia. La seconda è stata quella di rimettere il trequartista boxto-box, dando a Pobega questa incombenza e ricevendo una pronta risposta dall’ex Torino che ha ritrovato zolle a lui familiari visto come lo ha usato Juric lo scorso anno. Anche Krunic, contro Empoli e Chelsea, ha svolto lo stesso ruolo cercando di interpretarlo nel migliore dei modi e dal prossimo week end di campionato occhio anche a Aster Vranckx.
 
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La GDS in edicola loda Stefano Pioli. Secondo la rosea, tra Diaz e CDK il 10 è... il tecnico. Fu accolto con scetticismo. Oggi è amatissimo. Con intuito e partecipazione è sempre... on fire. Tre anni fa gettò le basi, oggi ha le chiavi di una fortezza. Ha lanciato Theo e atteso Tonali. Ha cucito lo scudetto sul petto di Bennacer e Krunic arrivati dall'Empoli ha liberato la corsa di Leao. Tante le idee tattiche messe sul terreno di gioco per sorprendere gli avversari. L'ultimo esperimento il 4-3-3 col quale ha battuto la Juve. Il talento di CDK e la creatività di Adli le prossime sfide. E' un tecnico esigente e più internazionale. E ora sfida l'Europa.

Anche TS in edicola loda Pioli..L'inventaMilan: Da normalizzatore a alchimista, il passaggio non è stato così breve per Stefano Pioli che, in questo momento, è certamente uno degli allenatori – se non l’allenatore – più versatile del nostro campionato. La guida tecnica del Milan si è sempre contraddistinta per la capacità di saper trasformare l’emergenza in opportunità, riuscendo a non abbassare quasi mai il livello della prestazione globale. Certo, le assenze di molti titolari hanno inciso nella preparazione delle partite, ma Pioli non si è mai fermato e ha sempre tenuto acceso il suo laboratorio di soluzioni, confrontandosi spesso con lo staff e con i giocatori, ma prendendo sempre lui la decisione finale. Capacità d’adattamento e spirito di sopravvivenza, gestione del gruppo in maniera chiara e mai scelte fatte se non per il solo bene della squadra. E i risultati gli stanno dando, ulteriormente, ragione come ha dimostrato la super partita del Milan sabato sera contro la Juventus. Ed è proprio contro la formazione bianconera che Pioli varò la sua prima “piolata” vincente. Maggio 2021, il Milan deve vincere allo Stadium per rimanere in corsa per un posto in Champions League e deve farlo in uno stadio dove non ha mai raccolto punti. Pioli, che in quel momento non aveva a disposizione un Rafa Leao in fase ascendente, decise per la mossa che sparigliò le carte: Calhanoglu largo a sinistra nei tre dietro la punta e Brahim Diaz rifinitore puro. Risultato? 0-3 a casa della Juve, 0-7 tre giorni dopo al Torino e vittoria, nell’ultima partita, contro l’Atalanta per il ritorno in Champions League dopo sette anni di attesa. Nel corso dello scorso campionato, le intuizioni tattiche furono tre. La prima quella di giocare con Ante Rebic prima punta per avere un attacco più dinamico e senza punti di riferimento, la seconda il nuovo modo di Theo Hernandez di interpretare il suo ruolo di terzino, che ora diventa una mezz’ala e ora diventa uomo di spinta sulla fascia. La terza, che poi è quella che ha dato l’equilibrio definitivo al Milan che vincerà lo scudetto, è stata quella del trequartista fisico tra i due esterni a sostegno della punta. Prima Kessie, ma soprattutto Krunic, sono stati ottimi interpreti di questo ruolo di equilibratori della fase di non possesso che ha dato solidità alla squadra. Ma ciò che ha innovato maggiormente Pioli è il modo di leggere le posizioni dei suoi giocatori. Spesso, se ci si dovesse basare sui moduli standardizzati, sarebbe difficile schierare alcuni elementi del suo Milan, perché non la posizione fissa diventa quasi riduttiva per il tipo di gioco che questi calciatori si trovano a fare. L’ecatombe della fascia destra ha costretto Pioli a dover ridisegnare la squadra e lo ha dovuto fare sfrut tando al meglio ciò che ha in casa. Le risposte primarie sono arrivate sabato contro la Juventus quando l’allenatore del Milan, tra una pozione e l’altra, ha trovato una nuova formula vincente. La prima mossa è stata quella di piazzare Brahim Diaz largo a destra come giocava nell’Under 21 spagnola e nelle giovanili del Manchester City. Il 10 lo ha ripagato con una prestazione super, fatta non solo dal bellissimo gol che ha chiuso la partita, ma anche da tanto sacrificio in fase di non possesso palla e questa soluzione potrebbe portare a nuove soluzioni e equilibri proprio su quella fascia. La seconda è stata quella di rimettere il trequartista boxto-box, dando a Pobega questa incombenza e ricevendo una pronta risposta dall’ex Torino che ha ritrovato zolle a lui familiari visto come lo ha usato Juric lo scorso anno. Anche Krunic, contro Empoli e Chelsea, ha svolto lo stesso ruolo cercando di interpretarlo nel migliore dei modi e dal prossimo week end di campionato occhio anche a Aster Vranckx.
Insomma, la maggior parte dei casi è stata costrizione non idee.
 

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Anche TS in edicola loda Pioli..L'inventaMilan: Da normalizzatore a alchimista, il passaggio non è stato così breve per Stefano Pioli che, in questo momento, è certamente uno degli allenatori – se non l’allenatore – più versatile del nostro campionato. La guida tecnica del Milan si è sempre contraddistinta per la capacità di saper trasformare l’emergenza in opportunità, riuscendo a non abbassare quasi mai il livello della prestazione globale. Certo, le assenze di molti titolari hanno inciso nella preparazione delle partite, ma Pioli non si è mai fermato e ha sempre tenuto acceso il suo laboratorio di soluzioni, confrontandosi spesso con lo staff e con i giocatori, ma prendendo sempre lui la decisione finale. Capacità d’adattamento e spirito di sopravvivenza, gestione del gruppo in maniera chiara e mai scelte fatte se non per il solo bene della squadra. E i risultati gli stanno dando, ulteriormente, ragione come ha dimostrato la super partita del Milan sabato sera contro la Juventus. Ed è proprio contro la formazione bianconera che Pioli varò la sua prima “piolata” vincente. Maggio 2021, il Milan deve vincere allo Stadium per rimanere in corsa per un posto in Champions League e deve farlo in uno stadio dove non ha mai raccolto punti. Pioli, che in quel momento non aveva a disposizione un Rafa Leao in fase ascendente, decise per la mossa che sparigliò le carte: Calhanoglu largo a sinistra nei tre dietro la punta e Brahim Diaz rifinitore puro. Risultato? 0-3 a casa della Juve, 0-7 tre giorni dopo al Torino e vittoria, nell’ultima partita, contro l’Atalanta per il ritorno in Champions League dopo sette anni di attesa. Nel corso dello scorso campionato, le intuizioni tattiche furono tre. La prima quella di giocare con Ante Rebic prima punta per avere un attacco più dinamico e senza punti di riferimento, la seconda il nuovo modo di Theo Hernandez di interpretare il suo ruolo di terzino, che ora diventa una mezz’ala e ora diventa uomo di spinta sulla fascia. La terza, che poi è quella che ha dato l’equilibrio definitivo al Milan che vincerà lo scudetto, è stata quella del trequartista fisico tra i due esterni a sostegno della punta. Prima Kessie, ma soprattutto Krunic, sono stati ottimi interpreti di questo ruolo di equilibratori della fase di non possesso che ha dato solidità alla squadra. Ma ciò che ha innovato maggiormente Pioli è il modo di leggere le posizioni dei suoi giocatori. Spesso, se ci si dovesse basare sui moduli standardizzati, sarebbe difficile schierare alcuni elementi del suo Milan, perché non la posizione fissa diventa quasi riduttiva per il tipo di gioco che questi calciatori si trovano a fare. L’ecatombe della fascia destra ha costretto Pioli a dover ridisegnare la squadra e lo ha dovuto fare sfrut tando al meglio ciò che ha in casa. Le risposte primarie sono arrivate sabato contro la Juventus quando l’allenatore del Milan, tra una pozione e l’altra, ha trovato una nuova formula vincente. La prima mossa è stata quella di piazzare Brahim Diaz largo a destra come giocava nell’Under 21 spagnola e nelle giovanili del Manchester City. Il 10 lo ha ripagato con una prestazione super, fatta non solo dal bellissimo gol che ha chiuso la partita, ma anche da tanto sacrificio in fase di non possesso palla e questa soluzione potrebbe portare a nuove soluzioni e equilibri proprio su quella fascia. La seconda è stata quella di rimettere il trequartista boxto-box, dando a Pobega questa incombenza e ricevendo una pronta risposta dall’ex Torino che ha ritrovato zolle a lui familiari visto come lo ha usato Juric lo scorso anno. Anche Krunic, contro Empoli e Chelsea, ha svolto lo stesso ruolo cercando di interpretarlo nel migliore dei modi e dal prossimo week end di campionato occhio anche a Aster Vranckx.

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io dico HALMA! La Juventus di oggi è veramente pochissima roba. Dallo stadio si ha proprio la sensazione di giocare contro una squadra che ha metà dell'intensità. Secondo me abbiamo giocato bene con il nuovo modulo, nel senso che siamo stati ben compatti, ma tecnicamente l'abbiamo pagata. Guardatevi anche le statistiche, poco più del 70% di passaggi riusciti, un numero quasi "imbarazzante" per una squadra di alta classifica. Abbiamo sbagliato tantissimo e qualitativamente non abbiamo fatto bene, giocando con Pobega e Tonali e poi Krunic sulla trequarti era logico. QUando il livello si alza prendi mazzate se non alzi il livello tecnico.
 

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Anche TS in edicola loda Pioli..L'inventaMilan: Da normalizzatore a alchimista, il passaggio non è stato così breve per Stefano Pioli che, in questo momento, è certamente uno degli allenatori – se non l’allenatore – più versatile del nostro campionato. La guida tecnica del Milan si è sempre contraddistinta per la capacità di saper trasformare l’emergenza in opportunità, riuscendo a non abbassare quasi mai il livello della prestazione globale. Certo, le assenze di molti titolari hanno inciso nella preparazione delle partite, ma Pioli non si è mai fermato e ha sempre tenuto acceso il suo laboratorio di soluzioni, confrontandosi spesso con lo staff e con i giocatori, ma prendendo sempre lui la decisione finale. Capacità d’adattamento e spirito di sopravvivenza, gestione del gruppo in maniera chiara e mai scelte fatte se non per il solo bene della squadra. E i risultati gli stanno dando, ulteriormente, ragione come ha dimostrato la super partita del Milan sabato sera contro la Juventus. Ed è proprio contro la formazione bianconera che Pioli varò la sua prima “piolata” vincente. Maggio 2021, il Milan deve vincere allo Stadium per rimanere in corsa per un posto in Champions League e deve farlo in uno stadio dove non ha mai raccolto punti. Pioli, che in quel momento non aveva a disposizione un Rafa Leao in fase ascendente, decise per la mossa che sparigliò le carte: Calhanoglu largo a sinistra nei tre dietro la punta e Brahim Diaz rifinitore puro. Risultato? 0-3 a casa della Juve, 0-7 tre giorni dopo al Torino e vittoria, nell’ultima partita, contro l’Atalanta per il ritorno in Champions League dopo sette anni di attesa. Nel corso dello scorso campionato, le intuizioni tattiche furono tre. La prima quella di giocare con Ante Rebic prima punta per avere un attacco più dinamico e senza punti di riferimento, la seconda il nuovo modo di Theo Hernandez di interpretare il suo ruolo di terzino, che ora diventa una mezz’ala e ora diventa uomo di spinta sulla fascia. La terza, che poi è quella che ha dato l’equilibrio definitivo al Milan che vincerà lo scudetto, è stata quella del trequartista fisico tra i due esterni a sostegno della punta. Prima Kessie, ma soprattutto Krunic, sono stati ottimi interpreti di questo ruolo di equilibratori della fase di non possesso che ha dato solidità alla squadra. Ma ciò che ha innovato maggiormente Pioli è il modo di leggere le posizioni dei suoi giocatori. Spesso, se ci si dovesse basare sui moduli standardizzati, sarebbe difficile schierare alcuni elementi del suo Milan, perché non la posizione fissa diventa quasi riduttiva per il tipo di gioco che questi calciatori si trovano a fare. L’ecatombe della fascia destra ha costretto Pioli a dover ridisegnare la squadra e lo ha dovuto fare sfrut tando al meglio ciò che ha in casa. Le risposte primarie sono arrivate sabato contro la Juventus quando l’allenatore del Milan, tra una pozione e l’altra, ha trovato una nuova formula vincente. La prima mossa è stata quella di piazzare Brahim Diaz largo a destra come giocava nell’Under 21 spagnola e nelle giovanili del Manchester City. Il 10 lo ha ripagato con una prestazione super, fatta non solo dal bellissimo gol che ha chiuso la partita, ma anche da tanto sacrificio in fase di non possesso palla e questa soluzione potrebbe portare a nuove soluzioni e equilibri proprio su quella fascia. La seconda è stata quella di rimettere il trequartista boxto-box, dando a Pobega questa incombenza e ricevendo una pronta risposta dall’ex Torino che ha ritrovato zolle a lui familiari visto come lo ha usato Juric lo scorso anno. Anche Krunic, contro Empoli e Chelsea, ha svolto lo stesso ruolo cercando di interpretarlo nel migliore dei modi e dal prossimo week end di campionato occhio anche a Aster Vranckx.
cioè questo è obbligato a cambiar modo di giocare dopo 1 anno che lo scriviamo qui, fa una gran partita e si becca anche i complimenti ahahaha.

quanto è ingiusta la vita.
 
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cioè questo è obbligato a cambiar modo di giocare dopo 1 anno che lo scriviamo qui, fa una gran partita e si becca anche i complimenti ahahaha.

quanto è ingiusta la vita.

Ingiusto è scrivere "1 anno" quando invece saranno un paio di partite.
Con l'inter solito modulo e cugini piallati come mole di gioco e occasioni.
Col Napoli solito modulo e avversari dominati, peccato solo per le occasioni non sfruttate.
Che sia cc a 3 o equilibratore in attacco che fa le due fasi (Krunic/Kessie trequartisti o Saelemaekers a destra) il nostro equilibrio lo avevamo trovato da tempo, ora con tutte le assenze (ed una partenza) ogni tanto tocca inventarsi qualcosa di nuovo.
 
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Ingiusto è scrivere "1 anno" quando invece saranno un paio di partite.
Con l'inter solito modulo e cugini piallati come mole di gioco e occasioni.
Col Napoli solito modulo e avversari dominati, peccato solo per le occasioni non sfruttate.
Che sia cc a 3 o equilibratore in attacco che fa le due fasi (Krunic/Kessie trequartisti o Saelemaekers a destra) il nostro equilibrio lo avevamo trovato da tempo, ora con tutte le assenze (ed una partenza) ogni tanto tocca inventarsi qualcosa di nuovo.
io lo dico da 1 anno giusto, e non solo io. altro che un paio di partite.
sia col napoli che con l'inter abbiamo preso 2 gol comunque. la differenza è grossa. il finale della scorsa stagione mi pareva abbastanza chiaro...
 
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