Un tecnico saldo, di polso, di personalità, ed un direttore sportivo che faccia a gennaio un mercato con due, tre elementi di esperienza, tra centrocampo ed attacco, apportando idee ed energie nuove. Un mercato che Elliott dovrà accettare. Molti ricorderanno la stagione '96-'97, la prima dopo la Grande Epopea sacchian-capelliana, quella iniziata con Tabarez, grande maestro di calcio, prima e dopo il Milan, uomo onesto e pulito, che ebbe tuttavia un impatto disastroso sulla squadra. Si proseguì con il ritorno di Sacchi, che freno' appena la caduta, con il Milan che finì undicesimo in classifica. Diciamo questo perché stanno emergendo tante coincidenze con quella stagione, ma anche una differenza, la relativa maggiore esperienza di quel gruppo, ancora pieno dei vecchi draghi, che impedì il collasso generale verso il peggio. Questo, invece, è un gruppo giovanissimo, inesperto, senza leaders agonistici, a cui la pressione di dover essere il Milan rischia di apportare effetti potenzialmente letali. Occorre allora un gigantesco freno morale e tecnico in panchina, per evitare lo stallo, e la successiva caduta libera verso il baratro. Che a Casa Milan non sottovalutino questa ipotesi, non è il momento o l'occasione opportuna di farlo.