Tutto ciò è la morte del diritto. Una tale linea di pensiero da parte dell'organo giudicante mi può star bene fin tanto che bocciano il volountary agreement, che è uno strumento con cui sostanzialmente si sospendono le sanzioni nei confronti di una nuova proprietà che presenti determinate garanzie circa la possibilità di rimettersi in regola rispetto alle violazioni della gestione precedente.
Qui però stiamo già parlando di settlement agreement, cioè un patteggiamento. Ovverosia, la società (a prescindere dal cambio di proprietà) accetta in anticipo una certa misura di provvedimenti sanzionatori, presumibilmente un po' meno severi rispetto alla pena massima, evitando a tutte le parti coinvolte gli oneri dell'intero procedimento giudiziario.
Ora, tralasciando il fatto che in tutti questi anni il settlement è stato concesso a cani e porci (per dire, a memoria la squadra più "grossa" che sia mai stata esclusa dalle coppe è il Beşiktaş) e tralasciando anche le manovre che vengono concesse a club come il PSG, perché mai dovrebbe avere un peso, in un patteggiamento, la presunta debolezza della proprietà? Il patteggiamento riguarda il club, non chi lo guida, e riguarda una violazione pregressa, non gli scenari futuri (come invece il suddetto volountary). Se poi ci saranno ulteriori violazioni, lo si valuterà l'anno seguente, imponendo giustamente delle sanzioni più pesanti.
D'altronde, anche sforzandomi, mi sfugge totalmente che logica ci possa essere nello stangare "in via preventiva": se lo scopo è che il club ritorni in regola, non sarà certo escludendolo dalle coppe o bloccandogli il mercato che lo si agevola nell'impresa. È lo stesso principio per cui anche ai carcerati, generalmente, si dà la possibilità di studiare e/o imparare un mestiere mentre scontano la pena, cosicché quando escono si spera siano finalmente in grado di cavarsela in modo onesto (senza che per questo siano immuni dall'essere condannati di nuovo e più pesantemente se invece saranno recidivi).