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GDS: Le "mosse" tattiche e i cambi di Massimiliano Allegri al Milan sono considerati fondamentali quanto i gol di Leao e Pulisic o la solidità dei singoli, permettendo al tecnico di ottenere il massimo da una rosa meno ricca di alternative rispetto a Inter e Napoli. Nonostante le difficoltà legate agli infortuni (Rabiot, Pulisic, Leao, Gimenez), Allegri ha saputo sfruttare al meglio il gruppo, come dimostra la rimonta contro il Torino, dove la doppietta è arrivata da Pulisic subentrato e mosse come lo spostamento di Loftus-Cheek e Saelemaekers. Questa lucidità nelle decisioni, nonostante l'intensità emotiva a bordocampo, ha riportato il Milan in vetta e ha reso la "Seconda Stella" un obiettivo concreto, anche se l'obiettivo dichiarato rimane la Champions League. Allegri ha concordato di limitare il numero di giocatori in rosa e ha fatto solo 47 sostituzioni in Serie A, il numero più basso tra i top campionati europei, ma chi è entrato (come Pulisic, Athekame, Ricci, Gimenez) è risultato decisivo. Inizialmente orientato sul 4-3-3, Allegri ha virato sul 3-5-2 per trovare la solidità difensiva (con Tomori, Gabbia, Pavlovic) che mancava, riducendo i gol subiti e portando la squadra dal settimo posto alla vetta, migliorando di 9 punti rispetto alla scorsa stagione. Ha anche usato moduli più difensivi (5-4-1, 4-4-2) e ha compiuto scelte coraggiose, come la trasformazione di Leao da attaccante esterno a centravanti (convincente e coinvolto anche in fase difensiva e sui rigori) e il "lancio" del giovane Bartesaghi come titolare al posto di Estupinan. L'opera di convincimento per trattenere Maignan e l'utilizzo di Modric come regista fisso sono altre mosse vincenti che, insieme al lavoro dello staff, hanno riportato il Diavolo in testa alla classifica.