Henry
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Corriere dello Sport: Fininvest ha chiesto di tutto ad Yonghong Li. Anche quali saranno le aziende partner per il piano commerciale attraverso il quale rilanciare il club. Se Fininvest si riterrà soddisfatta di tutte le garanzie fornite, allora darà l'ok alla proroga. Il pagamento della nuova caparra molto probabilmente slitterà a lunedì ma Fininvest darà l'ok solo se la documentazione dei cinesi non lascerà dubbi e non presenterà problemi. Per il closing, l'idea è quella di non andare oltre la metà di aprile.
Tuttosport in edicola oggi: l'ultima ipotesi al vaglio delle due parti è lo scorporo dei debiti (220 milioni) dal prezzo di trattativa. SES li garantirebbe e li ridiscuterebbe solo in un secondo momento, cioè una volta diventati a tutti gli effetti proprietari.
Come riportato dalla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 9 marzo 2017, nella giornata di ieri sono arrivate le tanto attese garanzie, da parte di Sino, sulla tracciabilità dei flussi di denaro. Sia per le caparre già versate che per la prossima, da 100 milioni. Finivest sta esaminando il documento inviato da SES (contiene parti in cinese) e nelle prossime ore darà il proprio responso. Gli avvocati, intanto, sono al lavoro per ultimare i nuovi contratti. Dunque, tra domani e lunedì dovrebbero arrivare il nuovo versamento da parte dei cinesi e l'ok ufficiale alla nuova proroga.
Corriere della Sera in edicola: i cinesi hanno fatto i compiti. A Fininvest e ad Unicredit sono arrivate le documentazioni che chiariscono da dove arrivano i soldi. Una cosa è chiara: Yonghong Li è l'unico e solo investitore. Non c'è più nessun fondo. Ci sono solo finanziatori, come Huarong. Ora Unicredit ha tra le mani tutti i documenti per capire la vera solidità di Yonghong Li. Di che cosa è proprietario, da dove arrivano i soldi e quali giri fanno. Oggi la banca potrebbe dare il via libera. Nelle prossime ore o nei prossimi giorni dovrebbero arrivare gli ulteriori 100 milioni della terza caparra. Si lavora anche al nuovo contratto per la proroga (sarà di circa un mese) che dovrà essere approvato sia da Fininvest che da Sino.
Siamo al punto cruciale della trattativa. Fonti vicine alla trattativa fanno sapere che Yonghong Li ha completato la raccolta dei 100 milioni per la nuova caparra. Se tutti i controlli daranno responso positivo, Fininvest potrà aspettare anche i prossimi giorni per incassare la caparra. Se verrà trovato qualcosa di strano, invece, salterà tutto.
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L'unica speranza è che si tratti veramente di una messa in scena per consentire questo benedetto scorporo, altrimenti siamo nella EMME fino al collo. Alcuni elementi militano a favore della messa in scena, in effetti. Periodicamente, il famigerato closing salta per mancanza di soldi (di "autorizzazioni" secondo la vulgata - si veda in proposito la netta e autorevole opinione di un analista della Fondazione Italia-Cina consultato da Balestreri), ma poi cominciano a filtrare veline che fanno sapere che le parti hanno nuovamente cominciato a lavorare alacremente su cose che in realtà avrebbero dovuto essere risolte prima della data sbandierata per il closing medesimo. Manleva del debito e documenti antiriciclaggio solo per dirne due, e questo fatto rimane un mistero eleusino: conferenze stampa, viaggi per giornalisti cinesi, tutto già predisposto e poi ci vengono a dire che non erano già state fatte prima delle cose che sono necessariamente una premessa al passaggio delle azioni. A me basta, assieme a tante altre cose, per pensare al fatto che questi annunci di closing possano essere stati dei fake. Per il resto, arriva l'immancabile nuova "caparra" rigorosamente anonima ("cinese", questo è il primo affare dove una parte è identificata solo per l'appartenenza a un gruppo etnico-nazionale) e l'inevitabile proroga, ma per fare cosa? sostituire soci o finanziatori asseritamente "fuggitivi" che dovevano apportare circa 200 M improvvisamente venuti meno? e con chi? le triadi, la mafia cinese? Io spero veramente che si tratti solo di una messa in scena prodromica a una rapida cessione a prezzi ribassati. In quel caso il bilancio Fininvest verebbe sistemato senza minusvalenze (il valore di libro della partecipazione Milan è per l'appunto 500 M circa), in qualche modo la vasellina berlusconiana (soldi detenuti all'estero messi in garanzia?) avrà consentito di alzare la leva (forse i problemi irrisolti potrebbero riferirsi alla parte di debito non coperta dalla garanzia berlusconiana) e al momento decisivo le banche potrebbero incamerare la liquidità berlusconiana per rientrare quel tanto che basta (in tal modo, senza un vero rimpatrio in senso letterale di soldi "problematici", cosa troppo semplicistica a cui è molto difficile credere - e quindi senza rischiare conseguenze giudiziarie - si otterrebbe un effetto equivalente a favore di Fininvest, sacrificando fondi esteri dormienti), permettendo una vendita effettiva a soggetto serio a prezzo minore, con relativa mancia per il semi-figurante Yong.
Il caso contrario, che rimane più probabile purtroppo, è da incubo, invece. Se la garanzia aggiuntiva, che serve per puntellare un LBO che da solo non sta in piedi, fosse il patrimonio personale del gambler Yong (magari qualche centinaio di milioni di dollari in azioni quotate nei mercati cinesi li ha), e non si trattasse di una messa in scena almeno parziale, beh allora nel breve termine il prezzo del Milan aumenterà e quindi quale fesso lo comprerebbe entro due o tre anni invece che adesso, ritrovandosi in prima battuta l'obbligo di pagare lo stesso prezzo, addirittura fortemente incrementato dai cospicui interessi insiti nell'operazione? Quando Yong sarà disperato, venderà il Milan anche sotto costo perdendo in gran parte il suo patrimonio personale, o lo faranno i creditori al posto suo - e il mondo intero aspetterà di vedere scorrere il cadavere sul fiume - ma la disperazione di Yong passerà attraverso la nostra sofferenza, meglio dirlo con franchezza. Chiaro che in questo momento il signor Yong lotta per la vita - sempre che, come detto, non si tratti di un fake. Forse letteralmente: trovo probabile che i finanziatori non siano banche, ma semmai soggetti i cui patrimoni sono amministrati fiduciariamente da banche o società finanziarie, alcuni dei quali potrebbero essere un po' maneschi, chissà. Quindi per lui mettere le mani sulla pietanza e non perdere gli anticipi è una priorità esistenziale, ma che questo garantisca in qualche modo per il futuro, anche solo nel breve termine, vista la profonda capacità di pianificazione dimostrata da questo figuro unita ai suoi trascorsi, è ipotesi semplicemente temeraria. La vendita successiva sarà tutt'altro che una passeggiata, ma un parto doloroso per tutti, tanto da far sembrare le difficoltà degli ultimi anni acqua fresca: spero di sbagliarmi, frase che purtroppo non è la prima volta che mi tocca pronunciare, lo spero vivamente. Le molteplici anomalie viste fin qui sono segno di simulazione o di grave cialtroneria, ognuno scelga a piacere.
Col senno di poi la scelta delle due figure (Fassone Mirabelli) e il rifiuto di Maldini già erano indicativi delle "non garanzie" che questa "cordata" poteva offrire (non per niente Forchielli per mesi ha vanamente ripetuto che da sue informazioni gli risultava che non esistesse nessuna "cordata" degna di questo nome, ma solo una grossa colletta lanciata da quattro faccendieri d'assalto, e la natura spericolata e disorganica dell'operazione secondo me è il vero motivo del rifiuto delle autorizzazioni, tanto più in un quadro di maggior selettività, che però non impedisce a un grosso gruppo di manifestare - comunicandolo debitamente alla borsa di Shenzen, ma guarda un po' - l'intenzione di acquisire il Southampton). Dei primi due, l'uno era a spasso dopo essere stato cacciato dall'Inter per essersi fatto turlupinare da un mitomane che si spacciava per rappresentante di Etihad, l'altro è un buon osservatore che viene promosso sul campo direttore sportivo, non proprio un DS di primo piano attirato da un progetto importante. La cosa tragica è che c'è anche il problema del FFP e alla UEFA non puoi andare a cianciare di "autorizzazioni" o cose del genere, se devi prestare delle garanzie per il futuro come socio controllante. In definitiva, impostare la gestione a costo zero, facendo leva su una grande capacità manageriale è una cosa, non avere neppure la capacità di garantire la continuità aziendale in caso di imprevisti è un'altra: sono quasi sgomento che alcuni utenti sembrino non cogliere la differenza.
PS
A chi non disdegna autolesionisticamente il fallimento e magari la retrocessione tra i dilettanti (a parte i paleontologi che ancora invocano il lodo Petrucci) dico caramente: in serie D andateci voi.