Ma non era farne una colpa.
Di fronte alla perplessità se sperare A o B, ho detto di non angustiarsi, tanto, arrivato al punto che si ipotizzi che una smentita sia una indiretta conferma (in base alla faccenda Tiffany), tanto vale far propria l'ipotesi che alimenta la speranza.
Non schifo l'eventuale arrivo di Arnault, ci mancherebbe.
Il mio sogno (post-Berlusconiano) è tifare per una squadra top che non rappresenti una proprietà, ma semplicemente i suoi tifosi, come Bayern, Real, Barca. Ma se così non fosse, me ne farò una ragione. Ho sopportato l'ego del Berlusca per 30 anni, posso sopportare quello di Arnault.
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Sopportare” l’ego di Arnault...
Aldilà di queste pittoresche espressioni (pittoresche visto quello che dobbiamo sopportare ora), sappi che l’azionariato popolare sarebbe anche il mio sogno. E sono convinto che forse ci farebbe ancora più grandi di quanto ci farebbe Arnault, e senza lo spettro che, da un giorno all’altro, si chiudano i rubinetti e si faccia la fine che abbiamo fatto con Belluccone.
Il problema è che l’azionariato popolare in Italia non è possibile, non ci sono le leggi. E un altro problema è che quando cerchiamo di aumentare gli introiti del club ad esempio con lo stadio, che darebbe un boost pazzesco alle casse del club, visto che sarebbero 120 milioni l’anno in più per noi e l’Inter a testa, troviamo mille ostacoli, a differenza di “altri” che invece si vedono concesso il terreno per lo stadio a due lire e peggio lo pagano coi soldi degli italiani. Giovanni Caudo, ex assessore all’urbanistica del Comune di Roma, disse proprio questo, ribadendo come il terreno fosse comunale e sia stato regalato a una società privata che fa profitti, e come le infrastrutture le abbiamo pagate noi italiani con i soldi dei mondiali del 1990 e con le Olimpiadi invernali del 2006.
Per il Milan questi privilegi non ci sono. E infatti vedremo se si sbloccherà la questione stadio. Non mi stupirei se dietro a questo immobilismo ci fosse la longa manus della Diarrentus, del resto l’Inter coi 120 milioni di introiti che le milanesi avrebbero a testa all’anno avrebbe un fatturato già pari a quello della Gobba, e parliamo di una Inter ancora in crescita e non vincente, quindi figuriamoci a quanto potrebbe arrivare un Milan vincente. Al livello delle big spagnole senza problemi.
I gobbi non amano avere concorrenza seria, visto che quando l’hanno avuta non hanno vinto più di noi nemmeno in Italia (dal 1950 al 1970 vinsero i nostri stessi scudetti, idem dal 1986 al 2011 e contando quelli revocati, guardacaso ogni volta che c’è stato un grande Milan nemmeno in Italia hanno vinto più di noi nonostante le loro ruberie).