Milan: arabi PIF in Italia. Pressing su Cardinale.

Mika

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Se c'è una cosa che ho imparato qui in 8 anni di cessioni Milan, è che i ricchi veri non amano condividere i guadagni e neppure prendere ordini da qualcuno.

Ormai ogni soluzione prospettata per questo club mi sembra una follia, se arrivasse veramente PIF nemmeno ci crederei probabilmente.
Diresti "Sono un prestanome" :asd: Ma ti capisco. Non chiedo PIF o chissà che riccone che smiliardi, vorrei un club normale. Non penso di chiedere troppo. Non voglio Haaland voglio un club normale.
 
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Currò su Repubblica: Il tema del riassetto societario torna al centro della scena del Milan. Consolidato il terzo posto dell’imprescindibile Champions e avviato al rettilineo il mercato d’inverno col veto posto per ora dal Torino su Buongiorno, dal Medio Oriente filtra una nuova indiscrezione: l’interesse crescente dei potenziali investitori arabi, dopo i colloqui dello scorso novembre, per l’ingresso nel club. La novità è che stavolta gli investitori stessi sono stati avvistati a Milano. Si tratterebbe di rappresentanti di Pif, il fondo governativo saudita, interessati a rilevare a breve termine quote del club dall’azionista di maggioranza, il manager statunitense dell’entertainment Gerry Cardinale, titolare di RedBird Capital, la controllante del Milan. Secondo fonti finanziarie saudite Cardinale, dopo il blitz per la partita con la Roma e il discorso motivazionale alla squadra in presenza del suo consulente e dirigente ombra Ibrahimovic, era atteso sul Golfo Persico, mentre alcuni emissari di Riad si sarebbero trattenuti a Milano. Il loro obiettivo non sarebbe solo una quota di minoranza vicina al 50%, pari al debito (550 milioni di euro più interessi) contratto da RedBird nell’estate 2022 col fondo angloamericano Elliott della famiglia Singer, che nel 2018 acquisì il club dall’inadempiente Yonghong Li, a sua volta subentrato nel 2017 alla Fininvest di Silvio Berlusconi. Adesso gli investitori riconducibili a Saudi Aramco (il ramo idrocarburi del governo) starebbero verificando la possibilità di rilevare entro fine stagione le quote di maggioranza del club, che nell’agosto 2022, all’atto del passaggio azionario da Elliott a RedBird (Gordon Singer conserva peraltro un peso decisionale nel Cda del Milan), era stato valutato 1.2 miliardi di euro e che nel frattempo, col bilancio in attivo e col piano nuovo stadio di proprietà all’orizzonte (la giunta di San Donato è al via libera), non varrebbe meno di 1.6 miliardi.

Ieri è nuovamente filtrato in via ufficiosa che non esiste l’intenzione di vendere il Milan e che le interlocuzioni mediorientali fanno parte di strategie finanziarie e commerciali — del club e di RedBird — su un mercato di grande prospettiva. Se ne evince che resterebbe sulle spalle di Cardinale (e di Ibrahimovic) la decisione sull’allenatore del 2024/25 (Conte, Motta, De Zerbi o la difficile riconferma di Pioli?). Se però due mesi fa a muoversi per gli incontri in Arabia — con Pif del governo saudita, Investcorp con sede in Bahrain e un fondo americano con filiale a Dubai — erano stati Cardinale e l’Ad del Milan Giorgio Furlani, ora il viaggio in senso contrario degli emissari di Pif-Aramco testimonierebbe il balzo in avanti della vicenda. Furlani era assente in tribuna a Milan-Roma per un’indisposizione, ma il più attivo in questa fase è il titolare di RedBird, associato dalla stampa francese (Rmc e l’Equipe) a un’altra operazione calcistica: la vendita del Tolosa alla società amica Otro Capital (sport e media), creata da tre ex dipendenti di Red- Bird e stretti collaboratori di Cardinale. Alec Scheiner, Isaac Halyard e Niraj Shah si dimisero dal Cda del Milan nel luglio 2023, poco tempo dopo avere lasciato quello del Tolosa.
speriamo non ci sia di mezzo un fantomatico intermediario come per Bernard Arnault

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evideon

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Currò su Repubblica: Il tema del riassetto societario torna al centro della scena del Milan. Consolidato il terzo posto dell’imprescindibile Champions e avviato al rettilineo il mercato d’inverno col veto posto per ora dal Torino su Buongiorno, dal Medio Oriente filtra una nuova indiscrezione: l’interesse crescente dei potenziali investitori arabi, dopo i colloqui dello scorso novembre, per l’ingresso nel club. La novità è che stavolta gli investitori stessi sono stati avvistati a Milano. Si tratterebbe di rappresentanti di Pif, il fondo governativo saudita, interessati a rilevare a breve termine quote del club dall’azionista di maggioranza, il manager statunitense dell’entertainment Gerry Cardinale, titolare di RedBird Capital, la controllante del Milan. Secondo fonti finanziarie saudite Cardinale, dopo il blitz per la partita con la Roma e il discorso motivazionale alla squadra in presenza del suo consulente e dirigente ombra Ibrahimovic, era atteso sul Golfo Persico, mentre alcuni emissari di Riad si sarebbero trattenuti a Milano. Il loro obiettivo non sarebbe solo una quota di minoranza vicina al 50%, pari al debito (550 milioni di euro più interessi) contratto da RedBird nell’estate 2022 col fondo angloamericano Elliott della famiglia Singer, che nel 2018 acquisì il club dall’inadempiente Yonghong Li, a sua volta subentrato nel 2017 alla Fininvest di Silvio Berlusconi. Adesso gli investitori riconducibili a Saudi Aramco (il ramo idrocarburi del governo) starebbero verificando la possibilità di rilevare entro fine stagione le quote di maggioranza del club, che nell’agosto 2022, all’atto del passaggio azionario da Elliott a RedBird (Gordon Singer conserva peraltro un peso decisionale nel Cda del Milan), era stato valutato 1.2 miliardi di euro e che nel frattempo, col bilancio in attivo e col piano nuovo stadio di proprietà all’orizzonte (la giunta di San Donato è al via libera), non varrebbe meno di 1.6 miliardi.

Ieri è nuovamente filtrato in via ufficiosa che non esiste l’intenzione di vendere il Milan e che le interlocuzioni mediorientali fanno parte di strategie finanziarie e commerciali — del club e di RedBird — su un mercato di grande prospettiva. Se ne evince che resterebbe sulle spalle di Cardinale (e di Ibrahimovic) la decisione sull’allenatore del 2024/25 (Conte, Motta, De Zerbi o la difficile riconferma di Pioli?). Se però due mesi fa a muoversi per gli incontri in Arabia — con Pif del governo saudita, Investcorp con sede in Bahrain e un fondo americano con filiale a Dubai — erano stati Cardinale e l’Ad del Milan Giorgio Furlani, ora il viaggio in senso contrario degli emissari di Pif-Aramco testimonierebbe il balzo in avanti della vicenda. Furlani era assente in tribuna a Milan-Roma per un’indisposizione, ma il più attivo in questa fase è il titolare di RedBird, associato dalla stampa francese (Rmc e l’Equipe) a un’altra operazione calcistica: la vendita del Tolosa alla società amica Otro Capital (sport e media), creata da tre ex dipendenti di Red- Bird e stretti collaboratori di Cardinale. Alec Scheiner, Isaac Halyard e Niraj Shah si dimisero dal Cda del Milan nel luglio 2023, poco tempo dopo avere lasciato quello del Tolosa.
Mi raccolgo in preghiera!!!
 
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Per la legge dei grandi numeri non può andarci sempre male, no?

Sono 15 anni che ci va sempre male.
L’unica cosa che ci va bene è che almeno a ‘sto giro ci risparmiamo le notizie sull’immancabile cordata di oligarchi russi pronta ad acquistare il Milan per 1000 miliardi e a fare un mercato da ventordicimila milioni.
 

Milanismo

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Non sognamo per ora ragazzi, non facciamoci illusioni. SE poi avverrà, SE, allora gioia o, la realtà adesso é CardiAnale, FurlAno, maglie inclusive, Ferragnez a Milanello, speculazioni, algoritmi e costantemente dietro le melme neroblu.
Arriverà il momento della riscossa, speriamo questi siano indizi concreti.
 

Giangy

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Currò su Repubblica: Il tema del riassetto societario torna al centro della scena del Milan. Consolidato il terzo posto dell’imprescindibile Champions e avviato al rettilineo il mercato d’inverno col veto posto per ora dal Torino su Buongiorno, dal Medio Oriente filtra una nuova indiscrezione: l’interesse crescente dei potenziali investitori arabi, dopo i colloqui dello scorso novembre, per l’ingresso nel club. La novità è che stavolta gli investitori stessi sono stati avvistati a Milano. Si tratterebbe di rappresentanti di Pif, il fondo governativo saudita, interessati a rilevare a breve termine quote del club dall’azionista di maggioranza, il manager statunitense dell’entertainment Gerry Cardinale, titolare di RedBird Capital, la controllante del Milan. Secondo fonti finanziarie saudite Cardinale, dopo il blitz per la partita con la Roma e il discorso motivazionale alla squadra in presenza del suo consulente e dirigente ombra Ibrahimovic, era atteso sul Golfo Persico, mentre alcuni emissari di Riad si sarebbero trattenuti a Milano. Il loro obiettivo non sarebbe solo una quota di minoranza vicina al 50%, pari al debito (550 milioni di euro più interessi) contratto da RedBird nell’estate 2022 col fondo angloamericano Elliott della famiglia Singer, che nel 2018 acquisì il club dall’inadempiente Yonghong Li, a sua volta subentrato nel 2017 alla Fininvest di Silvio Berlusconi. Adesso gli investitori riconducibili a Saudi Aramco (il ramo idrocarburi del governo) starebbero verificando la possibilità di rilevare entro fine stagione le quote di maggioranza del club, che nell’agosto 2022, all’atto del passaggio azionario da Elliott a RedBird (Gordon Singer conserva peraltro un peso decisionale nel Cda del Milan), era stato valutato 1.2 miliardi di euro e che nel frattempo, col bilancio in attivo e col piano nuovo stadio di proprietà all’orizzonte (la giunta di San Donato è al via libera), non varrebbe meno di 1.6 miliardi.

Ieri è nuovamente filtrato in via ufficiosa che non esiste l’intenzione di vendere il Milan e che le interlocuzioni mediorientali fanno parte di strategie finanziarie e commerciali — del club e di RedBird — su un mercato di grande prospettiva. Se ne evince che resterebbe sulle spalle di Cardinale (e di Ibrahimovic) la decisione sull’allenatore del 2024/25 (Conte, Motta, De Zerbi o la difficile riconferma di Pioli?). Se però due mesi fa a muoversi per gli incontri in Arabia — con Pif del governo saudita, Investcorp con sede in Bahrain e un fondo americano con filiale a Dubai — erano stati Cardinale e l’Ad del Milan Giorgio Furlani, ora il viaggio in senso contrario degli emissari di Pif-Aramco testimonierebbe il balzo in avanti della vicenda. Furlani era assente in tribuna a Milan-Roma per un’indisposizione, ma il più attivo in questa fase è il titolare di RedBird, associato dalla stampa francese (Rmc e l’Equipe) a un’altra operazione calcistica: la vendita del Tolosa alla società amica Otro Capital (sport e media), creata da tre ex dipendenti di Red- Bird e stretti collaboratori di Cardinale. Alec Scheiner, Isaac Halyard e Niraj Shah si dimisero dal Cda del Milan nel luglio 2023, poco tempo dopo avere lasciato quello del Tolosa.
Non ci credo proprio, ma in caso che succederà ciò birra per tre giorni dalla gioia. Spero il gellato accetti, ma è dura.
 
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Ma come funzionerebbe poi la doppia proprietà con il Newcastle per le competizioni europee?
 

Daniele87

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Il problema è che lo stadio non è una certezza, ad oggi non c'è nulla di concreto e in Italia queste cose vanno sempre per le lunghe. Non sarei sorpreso se anche il progetto di San Donato venisse bloccato. A quel punto cosa avrebbe in mano Cardinale? Sicuramente l'evoluzione del progetto stadio inciderà molto sulla scelta della proprietà perchè senza stadio RedBird non ha alcun interesse nel Milan.

Attenzione poi a parlare di "ingresso nel capitale con quote di minoranza". Siamo di fronte ad una situazione diversa qui. Cardinale, a quanto riportano le fonti, sta cercando un investitore disposto a mettere i circa 600 milioni che deve ad Elliott per fare definitivamente uscire di scena quest'ultimi e gestire "in autonomia" il club. Quindi, se anche trovasse qualcuno disposto a farlo, parleremmo di una quota vicina al 50% del veicolo che detiene la società e non capisco perchè un fondo dovrebbe mettere una cifra così importante per poi lasciare la gestione a Cardinale che non ha alcuna esperienza in questo ambito.

Detto questo, se anche si verificasse lo scenario di un ingresso in minoranza, a noi andrebbe benissimo perchè Furlani e Scaroni sarebbero spediti sulla luna ancora prima di far asciugare l'inchiostro sulla carta dei contratti.
Esattamente. Ad oggi lo stadio rappresenta l'incognita più grande sia per chi vende che per chi acquista e che parzialmente mette a freno qualsiasi possibilità di cessione.
Stupisce molto anche che si parli di una quota del 50% che rappresenterebbe la maggioranza infatti, oltre a Red Bird ci sono tantissimi azionisti di minoranza, sicuramente non detiene il 100%, quindi se PIF prendesse il 50% va da sé che diventerebbe subito socio di maggioranza, infatti credo che quella percentuale sia fortemente errata.
Chiudo con un'obiezione personalissima, visto che l'hai chiamato in causa, ritenendo che anche con una nuova proprietà l'unica persona che verrebbe mantenuta salda al proprio posto sarebbe proprio BerluScaroni. Sarò io complottista (in questo caso) ma dietro la sua persona ci sono tanti passaggi misteriosi e molte cose che non sappiamo perché è davvero inspiegabile con tutti i passaggi di proprietà, da Barlusconi a Red Bird, l'unico che sia rimasto solido nel CdA sia sempre e solo lui, difficile immaginare che tale fiducia sia frutto delle competenze e dei risultati conseguiti, basta solo pensare che è il primo responsabile per la questione stadio, in quanto di sua personale competenza, ma nonostante i pessimi risultati e i passi avanti fatti (ZERO) nessuno vada mai a chiedergli spiegazioni e non paghi mai per l'inefficienza del proprio operato. Io la mia idea sulla sua persona me la son fatta e credo che se si va a vedere in fondo si scoprirebbe tanto di quello schifo legato al passaggio da Berlusconi a Li e da questo a Elliott che ci sia una sorta di patto a vita non scritto tra il Milan e Scaroni.
 
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