Milan: arabi PIF in Italia. Pressing su Cardinale.

Milanista1975

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Currò su Repubblica: Il tema del riassetto societario torna al centro della scena del Milan. Consolidato il terzo posto dell’imprescindibile Champions e avviato al rettilineo il mercato d’inverno col veto posto per ora dal Torino su Buongiorno, dal Medio Oriente filtra una nuova indiscrezione: l’interesse crescente dei potenziali investitori arabi, dopo i colloqui dello scorso novembre, per l’ingresso nel club. La novità è che stavolta gli investitori stessi sono stati avvistati a Milano. Si tratterebbe di rappresentanti di Pif, il fondo governativo saudita, interessati a rilevare a breve termine quote del club dall’azionista di maggioranza, il manager statunitense dell’entertainment Gerry Cardinale, titolare di RedBird Capital, la controllante del Milan. Secondo fonti finanziarie saudite Cardinale, dopo il blitz per la partita con la Roma e il discorso motivazionale alla squadra in presenza del suo consulente e dirigente ombra Ibrahimovic, era atteso sul Golfo Persico, mentre alcuni emissari di Riad si sarebbero trattenuti a Milano. Il loro obiettivo non sarebbe solo una quota di minoranza vicina al 50%, pari al debito (550 milioni di euro più interessi) contratto da RedBird nell’estate 2022 col fondo angloamericano Elliott della famiglia Singer, che nel 2018 acquisì il club dall’inadempiente Yonghong Li, a sua volta subentrato nel 2017 alla Fininvest di Silvio Berlusconi. Adesso gli investitori riconducibili a Saudi Aramco (il ramo idrocarburi del governo) starebbero verificando la possibilità di rilevare entro fine stagione le quote di maggioranza del club, che nell’agosto 2022, all’atto del passaggio azionario da Elliott a RedBird (Gordon Singer conserva peraltro un peso decisionale nel Cda del Milan), era stato valutato 1.2 miliardi di euro e che nel frattempo, col bilancio in attivo e col piano nuovo stadio di proprietà all’orizzonte (la giunta di San Donato è al via libera), non varrebbe meno di 1.6 miliardi.

Ieri è nuovamente filtrato in via ufficiosa che non esiste l’intenzione di vendere il Milan e che le interlocuzioni mediorientali fanno parte di strategie finanziarie e commerciali — del club e di RedBird — su un mercato di grande prospettiva. Se ne evince che resterebbe sulle spalle di Cardinale (e di Ibrahimovic) la decisione sull’allenatore del 2024/25 (Conte, Motta, De Zerbi o la difficile riconferma di Pioli?). Se però due mesi fa a muoversi per gli incontri in Arabia — con Pif del governo saudita, Investcorp con sede in Bahrain e un fondo americano con filiale a Dubai — erano stati Cardinale e l’Ad del Milan Giorgio Furlani, ora il viaggio in senso contrario degli emissari di Pif-Aramco testimonierebbe il balzo in avanti della vicenda. Furlani era assente in tribuna a Milan-Roma per un’indisposizione, ma il più attivo in questa fase è il titolare di RedBird, associato dalla stampa francese (Rmc e l’Equipe) a un’altra operazione calcistica: la vendita del Tolosa alla società amica Otro Capital (sport e media), creata da tre ex dipendenti di Red- Bird e stretti collaboratori di Cardinale. Alec Scheiner, Isaac Halyard e Niraj Shah si dimisero dal Cda del Milan nel luglio 2023, poco tempo dopo avere lasciato quello del Tolosa.
Dai dai… speriamo di non svegliarci tutti sudati…
 
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magari....

poi voglio gustarmi tutti i bei discorsi sul bilancio in attivo che blablablablablablablabla e gli altri non è giusto che blablablablablablablablabla... Forza PIF, vieni e spendi!
 

Lorenzo 89

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Io sono molto diffidente riguardo a queste notizie dopo anni di prese in giro, ma se la stampa insiste in questo modo si vede che un minimo di fondamento dovrebbe esserci, ultimamente se ne sta parlando parecchio.
 

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Currò su Repubblica: Il tema del riassetto societario torna al centro della scena del Milan. Consolidato il terzo posto dell’imprescindibile Champions e avviato al rettilineo il mercato d’inverno col veto posto per ora dal Torino su Buongiorno, dal Medio Oriente filtra una nuova indiscrezione: l’interesse crescente dei potenziali investitori arabi, dopo i colloqui dello scorso novembre, per l’ingresso nel club. La novità è che stavolta gli investitori stessi sono stati avvistati a Milano. Si tratterebbe di rappresentanti di Pif, il fondo governativo saudita, interessati a rilevare a breve termine quote del club dall’azionista di maggioranza, il manager statunitense dell’entertainment Gerry Cardinale, titolare di RedBird Capital, la controllante del Milan. Secondo fonti finanziarie saudite Cardinale, dopo il blitz per la partita con la Roma e il discorso motivazionale alla squadra in presenza del suo consulente e dirigente ombra Ibrahimovic, era atteso sul Golfo Persico, mentre alcuni emissari di Riad si sarebbero trattenuti a Milano. Il loro obiettivo non sarebbe solo una quota di minoranza vicina al 50%, pari al debito (550 milioni di euro più interessi) contratto da RedBird nell’estate 2022 col fondo angloamericano Elliott della famiglia Singer, che nel 2018 acquisì il club dall’inadempiente Yonghong Li, a sua volta subentrato nel 2017 alla Fininvest di Silvio Berlusconi. Adesso gli investitori riconducibili a Saudi Aramco (il ramo idrocarburi del governo) starebbero verificando la possibilità di rilevare entro fine stagione le quote di maggioranza del club, che nell’agosto 2022, all’atto del passaggio azionario da Elliott a RedBird (Gordon Singer conserva peraltro un peso decisionale nel Cda del Milan), era stato valutato 1.2 miliardi di euro e che nel frattempo, col bilancio in attivo e col piano nuovo stadio di proprietà all’orizzonte (la giunta di San Donato è al via libera), non varrebbe meno di 1.6 miliardi.

Ieri è nuovamente filtrato in via ufficiosa che non esiste l’intenzione di vendere il Milan e che le interlocuzioni mediorientali fanno parte di strategie finanziarie e commerciali — del club e di RedBird — su un mercato di grande prospettiva. Se ne evince che resterebbe sulle spalle di Cardinale (e di Ibrahimovic) la decisione sull’allenatore del 2024/25 (Conte, Motta, De Zerbi o la difficile riconferma di Pioli?). Se però due mesi fa a muoversi per gli incontri in Arabia — con Pif del governo saudita, Investcorp con sede in Bahrain e un fondo americano con filiale a Dubai — erano stati Cardinale e l’Ad del Milan Giorgio Furlani, ora il viaggio in senso contrario degli emissari di Pif-Aramco testimonierebbe il balzo in avanti della vicenda. Furlani era assente in tribuna a Milan-Roma per un’indisposizione, ma il più attivo in questa fase è il titolare di RedBird, associato dalla stampa francese (Rmc e l’Equipe) a un’altra operazione calcistica: la vendita del Tolosa alla società amica Otro Capital (sport e media), creata da tre ex dipendenti di Red- Bird e stretti collaboratori di Cardinale. Alec Scheiner, Isaac Halyard e Niraj Shah si dimisero dal Cda del Milan nel luglio 2023, poco tempo dopo avere lasciato quello del Tolosa.
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7AlePato7

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Currò su Repubblica: Il tema del riassetto societario torna al centro della scena del Milan. Consolidato il terzo posto dell’imprescindibile Champions e avviato al rettilineo il mercato d’inverno col veto posto per ora dal Torino su Buongiorno, dal Medio Oriente filtra una nuova indiscrezione: l’interesse crescente dei potenziali investitori arabi, dopo i colloqui dello scorso novembre, per l’ingresso nel club. La novità è che stavolta gli investitori stessi sono stati avvistati a Milano. Si tratterebbe di rappresentanti di Pif, il fondo governativo saudita, interessati a rilevare a breve termine quote del club dall’azionista di maggioranza, il manager statunitense dell’entertainment Gerry Cardinale, titolare di RedBird Capital, la controllante del Milan. Secondo fonti finanziarie saudite Cardinale, dopo il blitz per la partita con la Roma e il discorso motivazionale alla squadra in presenza del suo consulente e dirigente ombra Ibrahimovic, era atteso sul Golfo Persico, mentre alcuni emissari di Riad si sarebbero trattenuti a Milano. Il loro obiettivo non sarebbe solo una quota di minoranza vicina al 50%, pari al debito (550 milioni di euro più interessi) contratto da RedBird nell’estate 2022 col fondo angloamericano Elliott della famiglia Singer, che nel 2018 acquisì il club dall’inadempiente Yonghong Li, a sua volta subentrato nel 2017 alla Fininvest di Silvio Berlusconi. Adesso gli investitori riconducibili a Saudi Aramco (il ramo idrocarburi del governo) starebbero verificando la possibilità di rilevare entro fine stagione le quote di maggioranza del club, che nell’agosto 2022, all’atto del passaggio azionario da Elliott a RedBird (Gordon Singer conserva peraltro un peso decisionale nel Cda del Milan), era stato valutato 1.2 miliardi di euro e che nel frattempo, col bilancio in attivo e col piano nuovo stadio di proprietà all’orizzonte (la giunta di San Donato è al via libera), non varrebbe meno di 1.6 miliardi.

Ieri è nuovamente filtrato in via ufficiosa che non esiste l’intenzione di vendere il Milan e che le interlocuzioni mediorientali fanno parte di strategie finanziarie e commerciali — del club e di RedBird — su un mercato di grande prospettiva. Se ne evince che resterebbe sulle spalle di Cardinale (e di Ibrahimovic) la decisione sull’allenatore del 2024/25 (Conte, Motta, De Zerbi o la difficile riconferma di Pioli?). Se però due mesi fa a muoversi per gli incontri in Arabia — con Pif del governo saudita, Investcorp con sede in Bahrain e un fondo americano con filiale a Dubai — erano stati Cardinale e l’Ad del Milan Giorgio Furlani, ora il viaggio in senso contrario degli emissari di Pif-Aramco testimonierebbe il balzo in avanti della vicenda. Furlani era assente in tribuna a Milan-Roma per un’indisposizione, ma il più attivo in questa fase è il titolare di RedBird, associato dalla stampa francese (Rmc e l’Equipe) a un’altra operazione calcistica: la vendita del Tolosa alla società amica Otro Capital (sport e media), creata da tre ex dipendenti di Red- Bird e stretti collaboratori di Cardinale. Alec Scheiner, Isaac Halyard e Niraj Shah si dimisero dal Cda del Milan nel luglio 2023, poco tempo dopo avere lasciato quello del Tolosa.
Fuori dagli zebedei il custode. Via anche GiorgioGPT, Paolo Scarogna e gli altri abomini della IA che si è impossessata del Milan. E si portassero dietro anche i menestrelli e i trombettieri zoomati leccaculo. Qui ci vuole un reset totale, via tutta la gente che fa i propri interessi anziché quelli del Milan.
 

Mika

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Fuori dagli zebedei il custode. Via anche GiorgioGPT, Paolo Scarogna e gli altri abomini della IA che si è impossessata del Milan. E si portassero dietro anche i menestrelli e i trombettieri zoomati leccaculo. Qui ci vuole un reset totale, via tutta la gente che fa i propri interessi anziché quelli del Milan.
E secondo te qualsiasi fondo che sia ricco o no fa gli interessi del Milan e non i suoi? :asd: Se ci prendono lo fanno perché hanno interessi, sfrutteranno il Milan fino a che non servirà, l'unica cosa che forse gli interessi saranno quello di vincere e poi saluti e baci tra dieci ann.
 

marcus1577

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E storia che il buon silvio ci ha lasciato in ottime mani invece di venderci agli sceicchi
Speriamo incrociamo le dita che sia la volta buona
Per le m…..eazzurre sarebbe il colpo di grazia
 
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Currò su Repubblica: Il tema del riassetto societario torna al centro della scena del Milan. Consolidato il terzo posto dell’imprescindibile Champions e avviato al rettilineo il mercato d’inverno col veto posto per ora dal Torino su Buongiorno, dal Medio Oriente filtra una nuova indiscrezione: l’interesse crescente dei potenziali investitori arabi, dopo i colloqui dello scorso novembre, per l’ingresso nel club. La novità è che stavolta gli investitori stessi sono stati avvistati a Milano. Si tratterebbe di rappresentanti di Pif, il fondo governativo saudita, interessati a rilevare a breve termine quote del club dall’azionista di maggioranza, il manager statunitense dell’entertainment Gerry Cardinale, titolare di RedBird Capital, la controllante del Milan. Secondo fonti finanziarie saudite Cardinale, dopo il blitz per la partita con la Roma e il discorso motivazionale alla squadra in presenza del suo consulente e dirigente ombra Ibrahimovic, era atteso sul Golfo Persico, mentre alcuni emissari di Riad si sarebbero trattenuti a Milano. Il loro obiettivo non sarebbe solo una quota di minoranza vicina al 50%, pari al debito (550 milioni di euro più interessi) contratto da RedBird nell’estate 2022 col fondo angloamericano Elliott della famiglia Singer, che nel 2018 acquisì il club dall’inadempiente Yonghong Li, a sua volta subentrato nel 2017 alla Fininvest di Silvio Berlusconi. Adesso gli investitori riconducibili a Saudi Aramco (il ramo idrocarburi del governo) starebbero verificando la possibilità di rilevare entro fine stagione le quote di maggioranza del club, che nell’agosto 2022, all’atto del passaggio azionario da Elliott a RedBird (Gordon Singer conserva peraltro un peso decisionale nel Cda del Milan), era stato valutato 1.2 miliardi di euro e che nel frattempo, col bilancio in attivo e col piano nuovo stadio di proprietà all’orizzonte (la giunta di San Donato è al via libera), non varrebbe meno di 1.6 miliardi.

Ieri è nuovamente filtrato in via ufficiosa che non esiste l’intenzione di vendere il Milan e che le interlocuzioni mediorientali fanno parte di strategie finanziarie e commerciali — del club e di RedBird — su un mercato di grande prospettiva. Se ne evince che resterebbe sulle spalle di Cardinale (e di Ibrahimovic) la decisione sull’allenatore del 2024/25 (Conte, Motta, De Zerbi o la difficile riconferma di Pioli?). Se però due mesi fa a muoversi per gli incontri in Arabia — con Pif del governo saudita, Investcorp con sede in Bahrain e un fondo americano con filiale a Dubai — erano stati Cardinale e l’Ad del Milan Giorgio Furlani, ora il viaggio in senso contrario degli emissari di Pif-Aramco testimonierebbe il balzo in avanti della vicenda. Furlani era assente in tribuna a Milan-Roma per un’indisposizione, ma il più attivo in questa fase è il titolare di RedBird, associato dalla stampa francese (Rmc e l’Equipe) a un’altra operazione calcistica: la vendita del Tolosa alla società amica Otro Capital (sport e media), creata da tre ex dipendenti di Red- Bird e stretti collaboratori di Cardinale. Alec Scheiner, Isaac Halyard e Niraj Shah si dimisero dal Cda del Milan nel luglio 2023, poco tempo dopo avere lasciato quello del Tolosa.

Io già mi ecciterei e non poco se rilevassero il 49% pagando il debito del gellato agli strozzini, non credo che Gerry possa vendere prima che parta ufficialmente l’operazione stadio.
PS temo comunque che la storia di PIF sia un po’ come quella di Fabregas qualche anno fa
 
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