Come riportato dal CorSera in edicola oggi, 30 dicembre, senza il decreto crescita, bloccato ( QUI
https://www.milanworld.net/serie-bloccato-decreto-crescita-dallagenzia-delle-entrate-vt98080.html ) il Milan rischia di rimetterci 7-8 mln di euro (Inter e Juve oltre 20). Il Ministero sta provando a rimediare ma i tempo non sono breve. E bisognerà vedere se il DPCM avrà effetto retroattivo.
Figuriamoci se avrà effetto retroattivo e se non rimedieranno entro marzo, sono governanti mediocri ma c'è un limite a tutto.
L'errore di fondo è la miopia della politica, ed in questo non c'è distinzione da colore a colore, sulla modulazione fiscale in base al tipo di sport.
E mi riferisco a tutto ciò che non è professionismo oggi, e che fallisce o che vede piccoli focolai provinciali che non portano nessun indotto.
Parlo di pallavolo, pallamano, rugby, hockey, pallanuoto, basket femminile, etc, e soprattutto quello strano mostro moribondo del calcio di serie C.
In certi casi non c'è il professionismo, e quindi si crea una contrattualistica ibrida, talvolta persino fatta coi rimborsi, senza tutele minime e senza riconoscimento del mestiere. Ed il risultato è che sono movimenti poveri, provinciali, con i parenti in tribuna ed il salumificio o il negozietto di abbigliamento sotto casa a fare lo sponsor principale.
In altri casi c'è il professionismo, ma non essendoci ritorno commerciale si indebitano e falliscono tutti proprio perché per dare ad un giocatore 50 tu società devi spendere 100, buttando via l'altra metà allo stato. Ed il risultato è che tutto il calcio professionistico è formalmente fallito, ma il discorso vale anche per quei tentativi di professionismo in altri sport (pallacanestro) che vedono società saltare annualmente (pochi giorni fa è toccato a Roma a campionato in corso, prima Torino).
Due soluzioni:
1: importare un modello stile NBA a circuito chiuso, creando una lega pro senza retrocessioni con la modalità delle franchigie e dei bacini di utenza più importanti, con una torta di sponsor che viene ridistribuita tra tutte le società e quindi un sistema sostenibile per sua stessa essenza.
2: modulare il fisco per un introito migliore. Sarà impopolare, ma se tu porti l'aliquota per la serie C al 10% invece che al 50%, puoi star certo che di colpo il calcio diventa motivo di investimento sano ed anzi una società diventa un asset persino per generare nuovi investimenti e nuovi attivi, creando anche fidelizzazione coi tifosi invece di fallimenti ogni 3 anni.
Stesso discorso ovviamente per un regime ibrido iniziale per passare dal dilettantismo al professionismo almeno in tutti gli sport di squadra olimpici maschili e femminili.
Pensate al calcio femminile: è arrivata la Juventus, un pizzico di marketing, e di colpo è boom con sponsor, televisioni, Milan ed Inter che rilanciano.
Prima si giocavano lo scudetto Torres, Bardolino e Tavagnacco.
Ma questi esitano pure coi decreti attuativi e quell'altro a capo del CONI litiga perché vuole spartirsi la torta dei 400 milioni e chiama Bach per minacciare il paese con ricatti vergognosi, quindi parliamo del nulla.
A margine, nel celeberrimo Recovery Fund quanto è destinato allo sport? La cifra più bassa di tutte le attività esistenti in natura, 300 milioni.