- Registrato
- 21 Febbraio 2019
- Messaggi
- 35,362
- Reaction score
- 10,995
Repubblica è lieta di intervistare un trafficante di essere umani dalla Tunisia.
«Sono originario delle isole Kerkennah
Ho iniziato dal basso, cinque anni fa.
Partecipavo all’organizzazione dei viaggi, ma non sono stato mai scafista.
I clienti erano contenti, mi sono fatto un nome e poi un gruzzolo.
Ho iniziato a investire nelle trasferte
Una società in regola in un altro settore per lavare il denaro sporco e giustificare il mio tenore di vita
Ci sono coordinatori a diversi livelli.
C’è chi raccoglie i clienti, chi si procura le barche, chi rimedia i motori.
Fino a chi guida la barca e diventa scafista
Fra loro non si conoscono.
Solo io conosco tutti.
Uso il cellulare per dare ordini e istruzioni.
E barche di legno per passare sul Mediterraneo perché quelli metallici sono troppo pericolosi.
Viaggiano donne con neonati o famiglie intere.
Non voglio macchiarmi le mani del loro sangue.
E poi un naufragio è un grosso rischio anche per me
Grazie a Dio non ho mai avuto un naufragio
Anche chi viaggia si assume rischi e responsabilità
Se i viaggi si sono ridotti, è solo perché il tempo è strano quest’anno.
Soffia un vento forte. È il cambiamento climatico.
Non fatevi illusioni.
Gli accordi che Giorgia Meloni e l’Ue negoziano con la Tunisia non serviranno.
Neppure il profeta in persona potrebbe bloccare l’harka
Non finirà perché in Tunisia la gente è come strozzata: impedirgli di partire significherebbe ucciderli subito. Ormai qui siamo a un punto di non ritorno.
Ad agosto ho già trenta viaggi completi e pronti a partire.
La Meloni si deve rassegnare.
Dipende sempre dal servizio fornito
. Sono 2500-3000 dinari (740-880 euro) su una barca di legno con più di cinquanta persone a bordo.
Chi, invece, ne pagherà 7000-8000 andrà nella stessa imbarcazione, ma solo con una trentina di migranti e due motori invece di uno, nel caso il primo faccia cilecca
Se qualcuno non ha i soldi, può partire gratis ma deve procurarci almeno cinque clienti.
E poi, se in navigazione ci saranno problemi, dovrà essere il primo a saltare in mare
Per ogni viaggio l’organizzazione investe 240 mila dinari, compreso l’acquisto della barca.
Ne incassa 450 mila.
Io ne trattengo il 20% (oltre 12mila euro).
Il resto lo divido tra i coordinatori, in genere sono cinque quelli coinvolti.
Quando bisogna trovare i capitali per organizzare i viaggi mi rivolgo a uomini d’affari e liberi professionisti.
Ci sono sempre più controlli della polizia e i pescatori hanno paura, possono essere incriminati.
Allora, facciamo costruire barche di legno qui nella zona di Sfax, in appena 5-6 giorni. I componenti sono già pronti, vanno solo assemblati.
Ma è caro
Faccio tutto questo perchè mi sono dato un obiettivo.
Una cifra ben precisa per realizzare un progetto personale e lecito»
«Sono originario delle isole Kerkennah
Ho iniziato dal basso, cinque anni fa.
Partecipavo all’organizzazione dei viaggi, ma non sono stato mai scafista.
I clienti erano contenti, mi sono fatto un nome e poi un gruzzolo.
Ho iniziato a investire nelle trasferte
Una società in regola in un altro settore per lavare il denaro sporco e giustificare il mio tenore di vita
Ci sono coordinatori a diversi livelli.
C’è chi raccoglie i clienti, chi si procura le barche, chi rimedia i motori.
Fino a chi guida la barca e diventa scafista
Fra loro non si conoscono.
Solo io conosco tutti.
Uso il cellulare per dare ordini e istruzioni.
E barche di legno per passare sul Mediterraneo perché quelli metallici sono troppo pericolosi.
Viaggiano donne con neonati o famiglie intere.
Non voglio macchiarmi le mani del loro sangue.
E poi un naufragio è un grosso rischio anche per me
Grazie a Dio non ho mai avuto un naufragio
Anche chi viaggia si assume rischi e responsabilità
Se i viaggi si sono ridotti, è solo perché il tempo è strano quest’anno.
Soffia un vento forte. È il cambiamento climatico.
Non fatevi illusioni.
Gli accordi che Giorgia Meloni e l’Ue negoziano con la Tunisia non serviranno.
Neppure il profeta in persona potrebbe bloccare l’harka
Non finirà perché in Tunisia la gente è come strozzata: impedirgli di partire significherebbe ucciderli subito. Ormai qui siamo a un punto di non ritorno.
Ad agosto ho già trenta viaggi completi e pronti a partire.
La Meloni si deve rassegnare.
Dipende sempre dal servizio fornito
. Sono 2500-3000 dinari (740-880 euro) su una barca di legno con più di cinquanta persone a bordo.
Chi, invece, ne pagherà 7000-8000 andrà nella stessa imbarcazione, ma solo con una trentina di migranti e due motori invece di uno, nel caso il primo faccia cilecca
Se qualcuno non ha i soldi, può partire gratis ma deve procurarci almeno cinque clienti.
E poi, se in navigazione ci saranno problemi, dovrà essere il primo a saltare in mare
Per ogni viaggio l’organizzazione investe 240 mila dinari, compreso l’acquisto della barca.
Ne incassa 450 mila.
Io ne trattengo il 20% (oltre 12mila euro).
Il resto lo divido tra i coordinatori, in genere sono cinque quelli coinvolti.
Quando bisogna trovare i capitali per organizzare i viaggi mi rivolgo a uomini d’affari e liberi professionisti.
Ci sono sempre più controlli della polizia e i pescatori hanno paura, possono essere incriminati.
Allora, facciamo costruire barche di legno qui nella zona di Sfax, in appena 5-6 giorni. I componenti sono già pronti, vanno solo assemblati.
Ma è caro
Faccio tutto questo perchè mi sono dato un obiettivo.
Una cifra ben precisa per realizzare un progetto personale e lecito»