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Secondo il noto sondaggista un partito italiano che raccolga tutto il dissenso sulle misure anti covid potrebbe diventare il quinto partito a livello nazionale, infatti lo valuta con una forbice tra il 5 il 10%.
In Austria è appena nato e già ha superato il 6% alle elezioni regionali in Alta Austria.
"Il rischio che nasca un partito no-vax c’è.
Dietro la lotta al green pass c’è un sacco di gente che protesta per svariati motivi.
Si stima che in Italia i contrari al green pass siano circa il 20 per cento.
Se il partito non fosse monotematico, ma in generale di protesta contro il governo e la crisi economica potrebbe raccogliere un po’ di consensi, anche approfittando del fatto che il sistema politico in Italia è molto debole.
C’è sempre stata un’area di protesta in Italia, così come in altri Paesi, dagli Stati Uniti alla Francia.
A suo tempo è stata incanalata dal Movimento 5 Stelle, che ora però si è istituzionalizzato lasciando orfana questa fetta di elettorato.
Se fosse un partito monotematico anti-vaccino lo voterebbero in pochissimi: direi l’un per cento o forse meno.
Diverso se parliamo di un partito no green pass.
Io credo che potrebbe ottenere tra il 5 e il 10 per cento dei consensi.
Altri sono più prudenti.
Potrebbe far presa tra coloro che si sono astenuti alle ultime elezioni, ma anche portare via consensi anche al Movimento 5 Stelle.
Gli anti green pass sono trasversali
Chi in questo momento abbraccia la battaglia anti-green pass potrebbe raccogliere il consenso di questa parte di elettorato.
Dipenderà molto da quando si andrà a votare.
Se si andasse alle urne prima della scadenza naturale della legislatura potrebbe nascere partito no vax, ma resto scettico.
Sicuramente l’atteggiamento sul green pass, se si votasse tra qualche mese, potrebbe essere molto importante.
In Austria è appena nato e già ha superato il 6% alle elezioni regionali in Alta Austria.
"Il rischio che nasca un partito no-vax c’è.
Dietro la lotta al green pass c’è un sacco di gente che protesta per svariati motivi.
Si stima che in Italia i contrari al green pass siano circa il 20 per cento.
Se il partito non fosse monotematico, ma in generale di protesta contro il governo e la crisi economica potrebbe raccogliere un po’ di consensi, anche approfittando del fatto che il sistema politico in Italia è molto debole.
C’è sempre stata un’area di protesta in Italia, così come in altri Paesi, dagli Stati Uniti alla Francia.
A suo tempo è stata incanalata dal Movimento 5 Stelle, che ora però si è istituzionalizzato lasciando orfana questa fetta di elettorato.
Se fosse un partito monotematico anti-vaccino lo voterebbero in pochissimi: direi l’un per cento o forse meno.
Diverso se parliamo di un partito no green pass.
Io credo che potrebbe ottenere tra il 5 e il 10 per cento dei consensi.
Altri sono più prudenti.
Potrebbe far presa tra coloro che si sono astenuti alle ultime elezioni, ma anche portare via consensi anche al Movimento 5 Stelle.
Gli anti green pass sono trasversali
Chi in questo momento abbraccia la battaglia anti-green pass potrebbe raccogliere il consenso di questa parte di elettorato.
Dipenderà molto da quando si andrà a votare.
Se si andasse alle urne prima della scadenza naturale della legislatura potrebbe nascere partito no vax, ma resto scettico.
Sicuramente l’atteggiamento sul green pass, se si votasse tra qualche mese, potrebbe essere molto importante.