Maldini:"Ecco la verità su Boban, Rangnick, Leo. Sul mercato...".

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Paolo Maldini intervistato da 66thand2ND svela alcuni retroscena. Ecco le dichiarazioni:"La verità è che dopo il licenziamento di Zvone, anche io ero fuori. Siamo stati molto diretti tra noi nel dirci cosa non ci piaceva della idee dell’altro. Poi ci sono le conoscenze calcistiche: se io di calciatori ne so qualcosa, lui ne sa moltissimo. E’ molto più bravo di me, lo ammetto senza alcun problema, ad analizzare una partita e un giocatore. Vedeva cose che io non notavo. E ci completavamo molto bene. Lui osservava più i centrocampisti e i giocatori offensivi, io mi concentravo più sui difensori».


"Leonardo? Mi sono sentito inadatto a accompagnarlo per i primi sei mesi. Tante cose le sapevo, tante idee già le avevo. Però a livello pratico dovevo imparare un lavoro nuovo. Credo di aver iniziato davvero a dare il mio apporto quando Leo mi ha detto che se ne sarebbe andato. Lì mi sono detto “e adesso che c... succede?”. Non mi sentivo sicuro a dover condurre una trattativa. Ci sono specificità del lavoro che dovevo ancora approfondire. Poi ho iniziato a doverlo fare da solo ed è diventata la cosa più naturale del mondo. Ho capito cosa dire e cosa non dire. Come cambiare registro sulla base dell’interlocutore, quelli con cui serve parlare chiaro e quelli con cui devi usare più diplomazia. Se sei sempre stato in questo mondo e usi buonsenso sono cose che poi vengono molto facili. Ed è bello farle».

"Rangnick:"Ricordo che ne avevamo parlato qui io e lui . Gli avevo detto che mi ero stancato, che dovevo dire delle cose. E quindi ho pubblicamente detto quello che sentivo giusto. La stessa cosa l’aveva fatta poi lui. Verso l’allenatore e verso i giocatori con cui parlavo sempre. Verso il Milan. Mi ero detto che dovevo arrivare fino a fine stagione. A quel punto, con l’accordo con Rangnick ormai fatto, avrei lasciato. Poi però le cose sono cambiate e ora sono qui

"Scoprire i giocatori? Mi dà molta soddisfazione seguire un giocatore, sceglierlo, riuscire a portarlo qui e vedere che gioca bene. Con i giovani, magari che vengono anche da altri paesi, le variabili sono davvero tante. Riuscirci è molto bello. Sono arrivati tanti ragazzi giovani per la prima squadra o la Primavera. E con loro non incontri solo il ragazzo e l’agente, ma anche la mamma, il papà, i fratelli. I genitori mi chiedono di prenderci cura dei loro figli. Io rispondo che anche io sono papà, che baderemo ai loro figli e che sono sempre i benvenuti. A livello umano credo di essere portato a trasmettere certe cose ai ragazzi e alle loro famiglie».

"Nel mercato non sempre si riesce ad arrivare all’accordo. A volte devi lasciare determinati giocatori sui cui volevi puntare molto e affrontare questa cosa in modo equilibrato. L’equilibrio fa bene a me e fa bene a loro, perché poi il rapporto rimane. Come sempre le cose importanti sono il rispetto e l’onestà. Quando tu sei onesto che cosa ti possono rimproverare? Che non hai acquistato Messi? Io non ti mai detto che avevo i mezzi per riuscirci

"Se penso alle mie idee di quando sono arrivato, idee sportive intendo, e a quelle che ho adesso, è cambiato il mondo. Ho visioni completamente diverse. Le ho cambiate anche grazie ai conflitti interni con la proprietà, a confronti con idee diverse dalle mie, con persone diverse da me. Ho vissuto risultati che non mi sarei aspettato così negativi o così positivi. Avevo certezze che ho dovuto mettere in discussioni e cambiare. Adesso la mia visione è diversa, ma probabilmente se me lo chiederai tra due anni sarà ancora diversa».

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bo.. come fa maldini a reclutare uno sopra di lui?
ma va be il concetto per me non cambia.

io apprezzo la sua reazione. non è che uno deve zerbinarsi solo perchè insegue un fine, cioè rimanere al suo posto.

alla fine l'ha vinta lui perchè vince la causa e siamo qui a rimpiangerlo.

Non penso abbia messo maldini sotto contratto boban, al limite può averlo proposto.
Per il gioco dei ruoli però boban era il responsabile totale dell'area tecnica .
Nel momento in cui gazidis decide di incontrare Rangnick ,e parliamo un personaggio che ha lavorato nel calcio nel settore tecnico e con ruoli diversi, e lo ha fatto a insaputa di boban mi pare palese che il croato è stato bypassato.
Situazione grave che non può e non deve accadere, al di là del fatto che gazidis sia ad , uomo , direttamente collegato alla proprietà e superiore a boban nella piramide dei ruoli.

Faccio un esempio stupido : immaginiamo che a scuola un preside convochi un alunno e , pagella alla mano, gli proponga degli studi o dei corsi per migliorare la sua formazione magari in italiano.
Può farlo? Ovvio che può, è il preside.

E' il caso che lo faccia senza parlare prima col docente di italiano del ragazzo?
No.
Perchè cosi facendo delegittima il ruolo del suo sottoposto che perde credibilità agli occhi dello studente.


In una società , come a scuola, ci sono regole non scritte che vanno oltre i contratti e i miliardi.
Chi si stupisce della reazione di boban secondo me non si immedesima.
Boban non avrebbe più lavorato fianco a fianco con chi non ha rispettato il suo ruolo.

Per come vedo io la situazione gazidis aveva due possibilità :
1- andava fino in fondo col suo disegno e portava al milan rangnick dando un senso all'invasione di campo nelle competenze di Boban;
2- riconosceva il suo errore, faceva un passo indietro e ti tirava fuori dal milan.

Invece ha preso la stradra più comoda e da vili : ha giudicato la bontà del progetto dopo averlo bocciato, dopo aver delegittimato il suo sottoposto e dopo aver apprezzato una qualità che prima non aveva visto.
In tempi non sospetti parlavo di miracolo al contrario di gazidis : è riuscito a caricare un ambiente creando una sindrome da accerchiamento interna col nemico dentro casa.
Un eroe, a suo modo.
 
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Paolo Maldini intervistato da 66thand2ND svela alcuni retroscena. Ecco le dichiarazioni:"La verità è che dopo il licenziamento di Zvone, anche io ero fuori. Siamo stati molto diretti tra noi nel dirci cosa non ci piaceva della idee dell’altro. Poi ci sono le conoscenze calcistiche: se io di calciatori ne so qualcosa, lui ne sa moltissimo. E’ molto più bravo di me, lo ammetto senza alcun problema, ad analizzare una partita e un giocatore. Vedeva cose che io non notavo. E ci completavamo molto bene. Lui osservava più i centrocampisti e i giocatori offensivi, io mi concentravo più sui difensori».


"Leonardo? Mi sono sentito inadatto a accompagnarlo per i primi sei mesi. Tante cose le sapevo, tante idee già le avevo. Però a livello pratico dovevo imparare un lavoro nuovo. Credo di aver iniziato davvero a dare il mio apporto quando Leo mi ha detto che se ne sarebbe andato. Lì mi sono detto “e adesso che c... succede?”. Non mi sentivo sicuro a dover condurre una trattativa. Ci sono specificità del lavoro che dovevo ancora approfondire. Poi ho iniziato a doverlo fare da solo ed è diventata la cosa più naturale del mondo. Ho capito cosa dire e cosa non dire. Come cambiare registro sulla base dell’interlocutore, quelli con cui serve parlare chiaro e quelli con cui devi usare più diplomazia. Se sei sempre stato in questo mondo e usi buonsenso sono cose che poi vengono molto facili. Ed è bello farle».

"Rangnick:"Ricordo che ne avevamo parlato qui io e lui . Gli avevo detto che mi ero stancato, che dovevo dire delle cose. E quindi ho pubblicamente detto quello che sentivo giusto. La stessa cosa l’aveva fatta poi lui. Verso l’allenatore e verso i giocatori con cui parlavo sempre. Verso il Milan. Mi ero detto che dovevo arrivare fino a fine stagione. A quel punto, con l’accordo con Rangnick ormai fatto, avrei lasciato. Poi però le cose sono cambiate e ora sono qui

"Scoprire i giocatori? Mi dà molta soddisfazione seguire un giocatore, sceglierlo, riuscire a portarlo qui e vedere che gioca bene. Con i giovani, magari che vengono anche da altri paesi, le variabili sono davvero tante. Riuscirci è molto bello. Sono arrivati tanti ragazzi giovani per la prima squadra o la Primavera. E con loro non incontri solo il ragazzo e l’agente, ma anche la mamma, il papà, i fratelli. I genitori mi chiedono di prenderci cura dei loro figli. Io rispondo che anche io sono papà, che baderemo ai loro figli e che sono sempre i benvenuti. A livello umano credo di essere portato a trasmettere certe cose ai ragazzi e alle loro famiglie».

"Nel mercato non sempre si riesce ad arrivare all’accordo. A volte devi lasciare determinati giocatori sui cui volevi puntare molto e affrontare questa cosa in modo equilibrato. L’equilibrio fa bene a me e fa bene a loro, perché poi il rapporto rimane. Come sempre le cose importanti sono il rispetto e l’onestà. Quando tu sei onesto che cosa ti possono rimproverare? Che non hai acquistato Messi? Io non ti mai detto che avevo i mezzi per riuscirci

"Se penso alle mie idee di quando sono arrivato, idee sportive intendo, e a quelle che ho adesso, è cambiato il mondo. Ho visioni completamente diverse. Le ho cambiate anche grazie ai conflitti interni con la proprietà, a confronti con idee diverse dalle mie, con persone diverse da me. Ho vissuto risultati che non mi sarei aspettato così negativi o così positivi. Avevo certezze che ho dovuto mettere in discussioni e cambiare. Adesso la mia visione è diversa, ma probabilmente se me lo chiederai tra due anni sarà ancora diversa».

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Paolo Maldini intervistato da 66thand2ND svela alcuni retroscena. Ecco le dichiarazioni:"La verità è che dopo il licenziamento di Zvone, anche io ero fuori. Siamo stati molto diretti tra noi nel dirci cosa non ci piaceva della idee dell’altro. Poi ci sono le conoscenze calcistiche: se io di calciatori ne so qualcosa, lui ne sa moltissimo. E’ molto più bravo di me, lo ammetto senza alcun problema, ad analizzare una partita e un giocatore. Vedeva cose che io non notavo. E ci completavamo molto bene. Lui osservava più i centrocampisti e i giocatori offensivi, io mi concentravo più sui difensori».


"Leonardo? Mi sono sentito inadatto a accompagnarlo per i primi sei mesi. Tante cose le sapevo, tante idee già le avevo. Però a livello pratico dovevo imparare un lavoro nuovo. Credo di aver iniziato davvero a dare il mio apporto quando Leo mi ha detto che se ne sarebbe andato. Lì mi sono detto “e adesso che c... succede?”. Non mi sentivo sicuro a dover condurre una trattativa. Ci sono specificità del lavoro che dovevo ancora approfondire. Poi ho iniziato a doverlo fare da solo ed è diventata la cosa più naturale del mondo. Ho capito cosa dire e cosa non dire. Come cambiare registro sulla base dell’interlocutore, quelli con cui serve parlare chiaro e quelli con cui devi usare più diplomazia. Se sei sempre stato in questo mondo e usi buonsenso sono cose che poi vengono molto facili. Ed è bello farle».

"Rangnick:"Ricordo che ne avevamo parlato qui io e lui . Gli avevo detto che mi ero stancato, che dovevo dire delle cose. E quindi ho pubblicamente detto quello che sentivo giusto. La stessa cosa l’aveva fatta poi lui. Verso l’allenatore e verso i giocatori con cui parlavo sempre. Verso il Milan. Mi ero detto che dovevo arrivare fino a fine stagione. A quel punto, con l’accordo con Rangnick ormai fatto, avrei lasciato. Poi però le cose sono cambiate e ora sono qui

"Scoprire i giocatori? Mi dà molta soddisfazione seguire un giocatore, sceglierlo, riuscire a portarlo qui e vedere che gioca bene. Con i giovani, magari che vengono anche da altri paesi, le variabili sono davvero tante. Riuscirci è molto bello. Sono arrivati tanti ragazzi giovani per la prima squadra o la Primavera. E con loro non incontri solo il ragazzo e l’agente, ma anche la mamma, il papà, i fratelli. I genitori mi chiedono di prenderci cura dei loro figli. Io rispondo che anche io sono papà, che baderemo ai loro figli e che sono sempre i benvenuti. A livello umano credo di essere portato a trasmettere certe cose ai ragazzi e alle loro famiglie».

"Nel mercato non sempre si riesce ad arrivare all’accordo. A volte devi lasciare determinati giocatori sui cui volevi puntare molto e affrontare questa cosa in modo equilibrato. L’equilibrio fa bene a me e fa bene a loro, perché poi il rapporto rimane. Come sempre le cose importanti sono il rispetto e l’onestà. Quando tu sei onesto che cosa ti possono rimproverare? Che non hai acquistato Messi? Io non ti mai detto che avevo i mezzi per riuscirci

"Se penso alle mie idee di quando sono arrivato, idee sportive intendo, e a quelle che ho adesso, è cambiato il mondo. Ho visioni completamente diverse. Le ho cambiate anche grazie ai conflitti interni con la proprietà, a confronti con idee diverse dalle mie, con persone diverse da me. Ho vissuto risultati che non mi sarei aspettato così negativi o così positivi. Avevo certezze che ho dovuto mettere in discussioni e cambiare. Adesso la mia visione è diversa, ma probabilmente se me lo chiederai tra due anni sarà ancora diversa».

Quanto ci manca Boban, se ci sarebbe una qualsiasi possibilità di ricucire preferirei riavere Boban ,si è capito da subito che è più sveglio su capire certe situazioni di Maldini.
 

Giangy

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Paolo Maldini intervistato da 66thand2ND svela alcuni retroscena. Ecco le dichiarazioni:"La verità è che dopo il licenziamento di Zvone, anche io ero fuori. Siamo stati molto diretti tra noi nel dirci cosa non ci piaceva della idee dell’altro. Poi ci sono le conoscenze calcistiche: se io di calciatori ne so qualcosa, lui ne sa moltissimo. E’ molto più bravo di me, lo ammetto senza alcun problema, ad analizzare una partita e un giocatore. Vedeva cose che io non notavo. E ci completavamo molto bene. Lui osservava più i centrocampisti e i giocatori offensivi, io mi concentravo più sui difensori».


"Leonardo? Mi sono sentito inadatto a accompagnarlo per i primi sei mesi. Tante cose le sapevo, tante idee già le avevo. Però a livello pratico dovevo imparare un lavoro nuovo. Credo di aver iniziato davvero a dare il mio apporto quando Leo mi ha detto che se ne sarebbe andato. Lì mi sono detto “e adesso che c... succede?”. Non mi sentivo sicuro a dover condurre una trattativa. Ci sono specificità del lavoro che dovevo ancora approfondire. Poi ho iniziato a doverlo fare da solo ed è diventata la cosa più naturale del mondo. Ho capito cosa dire e cosa non dire. Come cambiare registro sulla base dell’interlocutore, quelli con cui serve parlare chiaro e quelli con cui devi usare più diplomazia. Se sei sempre stato in questo mondo e usi buonsenso sono cose che poi vengono molto facili. Ed è bello farle».

"Rangnick:"Ricordo che ne avevamo parlato qui io e lui . Gli avevo detto che mi ero stancato, che dovevo dire delle cose. E quindi ho pubblicamente detto quello che sentivo giusto. La stessa cosa l’aveva fatta poi lui. Verso l’allenatore e verso i giocatori con cui parlavo sempre. Verso il Milan. Mi ero detto che dovevo arrivare fino a fine stagione. A quel punto, con l’accordo con Rangnick ormai fatto, avrei lasciato. Poi però le cose sono cambiate e ora sono qui

"Scoprire i giocatori? Mi dà molta soddisfazione seguire un giocatore, sceglierlo, riuscire a portarlo qui e vedere che gioca bene. Con i giovani, magari che vengono anche da altri paesi, le variabili sono davvero tante. Riuscirci è molto bello. Sono arrivati tanti ragazzi giovani per la prima squadra o la Primavera. E con loro non incontri solo il ragazzo e l’agente, ma anche la mamma, il papà, i fratelli. I genitori mi chiedono di prenderci cura dei loro figli. Io rispondo che anche io sono papà, che baderemo ai loro figli e che sono sempre i benvenuti. A livello umano credo di essere portato a trasmettere certe cose ai ragazzi e alle loro famiglie».

"Nel mercato non sempre si riesce ad arrivare all’accordo. A volte devi lasciare determinati giocatori sui cui volevi puntare molto e affrontare questa cosa in modo equilibrato. L’equilibrio fa bene a me e fa bene a loro, perché poi il rapporto rimane. Come sempre le cose importanti sono il rispetto e l’onestà. Quando tu sei onesto che cosa ti possono rimproverare? Che non hai acquistato Messi? Io non ti mai detto che avevo i mezzi per riuscirci

"Se penso alle mie idee di quando sono arrivato, idee sportive intendo, e a quelle che ho adesso, è cambiato il mondo. Ho visioni completamente diverse. Le ho cambiate anche grazie ai conflitti interni con la proprietà, a confronti con idee diverse dalle mie, con persone diverse da me. Ho vissuto risultati che non mi sarei aspettato così negativi o così positivi. Avevo certezze che ho dovuto mettere in discussioni e cambiare. Adesso la mia visione è diversa, ma probabilmente se me lo chiederai tra due anni sarà ancora diversa».

Intervista davvero interessante, e molto sincera
 
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Non penso abbia messo maldini sotto contratto boban, al limite può averlo proposto.
Per il gioco dei ruoli però boban era il responsabile totale dell'area tecnica .
Nel momento in cui gazidis decide di incontrare Rangnick ,e parliamo un personaggio che ha lavorato nel calcio nel settore tecnico e con ruoli diversi, e lo ha fatto a insaputa di boban mi pare palese che il croato è stato bypassato.
Situazione grave che non può e non deve accadere, al di là del fatto che gazidis sia ad , uomo , direttamente collegato alla proprietà e superiore a boban nella piramide dei ruoli.

Faccio un esempio stupido : immaginiamo che a scuola un preside convochi un alunno e , pagella alla mano, gli proponga degli studi o dei corsi per migliorare la sua formazione magari in italiano.
Può farlo? Ovvio che può, è il preside.

E' il caso che lo faccia senza parlare prima col docente di italiano del ragazzo?
No.
Perchè cosi facendo delegittima il ruolo del suo sottoposto che perde credibilità agli occhi dello studente.


In una società , come a scuola, ci sono regole non scritte che vanno oltre i contratti e i miliardi.
Chi si stupisce della reazione di boban secondo me non si immedesima.
Boban non avrebbe più lavorato fianco a fianco con chi non ha rispettato il suo ruolo.

Per come vedo io la situazione gazidis aveva due possibilità :
1- andava fino in fondo col suo disegno e portava al milan rangnick dando un senso all'invasione di campo nelle competenze di Boban;
2- riconosceva il suo errore, faceva un passo indietro e ti tirava fuori dal milan.

Invece ha preso la stradra più comoda e da vili : ha giudicato la bontà del progetto dopo averlo bocciato, dopo aver delegittimato il suo sottoposto e dopo aver apprezzato una qualità che prima non aveva visto.
In tempi non sospetti parlavo di miracolo al contrario di gazidis : è riuscito a caricare un ambiente creando una sindrome da accerchiamento interna col nemico dentro casa.
Un eroe, a suo modo.

ma il punto è che l'ha bypassato perchè ragno era di fatto il suo sostituto.
non è che se io sono ul capo, per sostituire qualcuno, chiedo a quel qualcuno di contattare il suo futuro sostituto...

io la vedo così. giusto o sbagliato che fosse sostituire boban e paolo dopo 3 mesi non puoi far uscire la notizia a metà stagione.

gazidis andrebbe licenziato in tronco per manifesta inferiorità intellettuale rispetto all'uomo medio.
 
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Come al solito si confonde il lavoro del manager sportivo/ds/dg con quello dell'osservatore.

Un conto è "avere l'occhio". Un conto è condurre le trattative di acquisto e cessioni, i rinnovi, mantenere i rapporti con i procuratori, parlare con la stampa, difendere il club dagli attacchi esterni, gestire gli allenatori, mediare con la proprietà, ecc...

Io resto dell'idea che il Milan deve essere gestito in ogni suo ambito da professionisti del settore.
 

Alerossonero69

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bo.. come fa maldini a reclutare uno sopra di lui?
ma va be il concetto per me non cambia.

io apprezzo la sua reazione. non è che uno deve zerbinarsi solo perchè insegue un fine, cioè rimanere al suo posto.

alla fine l'ha vinta lui perchè vince la causa e siamo qui a rimpiangerlo.

Hai ragione Willy, ha vinto lui ma ci abbiamo perso noi e quindi il Milan
 

mil77

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boban e paolo erano pari grado, anzi se non sbaglio è paolo che ha "reclutato" boban.
quindi alzando il telefono gazosa ha licenziato entrambi.
se paolo è ancora qui e boban no è per le diverse reazioni che hanno avuto per me.

ma dove sta scritto che boban ha sbagliato? solo perchè non è ancora qui? si vede che per lui la faccia conta di più. è un'opinione rispettabile.
io avrei fatto come lui.

Boban in realtà era di grado superiore a Maldini, era Ceo Officer qualcosa...Boban io lo rivorrei immediatamente, è di tutta evidenza che gli unici due mercati fatti bene sono stati fatti quando c'era lui...Putroppo finchè rimane Gazidis e forse anche Elliot non sarà possibile perchè si è andati allo scontro frontale.
 

Alerossonero69

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Per come vedo io la situazione gazidis aveva due possibilità :
1- andava fino in fondo col suo disegno e portava al milan rangnick dando un senso all'invasione di campo nelle competenze di Boban;
2- riconosceva il suo errore, faceva un passo indietro e ti tirava fuori dal milan.

Invece ha preso la stradra più comoda e da vili : ha giudicato la bontà del progetto dopo averlo bocciato, dopo aver delegittimato il suo sottoposto e dopo aver apprezzato una qualità che prima non aveva visto.
In tempi non sospetti parlavo di miracolo al contrario di gazidis : è riuscito a caricare un ambiente creando una sindrome da accerchiamento interna col nemico dentro casa.
Un eroe, a suo modo.

Hai ragione al 100%, Gazidis è un vile ed inetto, non solo inutile ma pure dannoso
 
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