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Alla luce degli ultimi 2 anni ,delle operazioni di mercato in entrata ed uscita, della scelta di comprare i cartellini dei giocatori anziché chiederne il prestito mi sembra sempre più evidente che Paolo Maldini e Ricky Massara nel loro interregno avessero 'barattato' il tempo con gli investimenti.
Che la società non avesse in quel periodo intenzione di mettere a disposizione per il mercato o per i rinnovi grosse cifre era risaputo ma Maldini aveva messo al centro di tutto il lavoro e la continuità.
Fermarsi per almeno 3 anni con un gruppo squadra i dirigenti avevano capito che fosse necessario per cementare un gruppo e costruire una squadra.
L'uomo e il giocatore andavano protetti, attesi , costruiti per ritrovarsi poi quel patrimonio tecnico e umano che avrebbe permesso un miglioramento esponenziale dei risultati.
Abbiamo perso anche giocatori importanti a zero ma col senno di oggi tutto appare più chiaro il perché di quella scelta: l'alternativa era perdere un giocatore cardine nel gruppo squadra senza la certezza di poterlo sostituire egregiamente.
Dopo la cacciata di Paolo il Milan è diventato un porto di mare : non esiste programmazione, non esiste giocatore incedibile, non c'è la voglia di fermarsi assieme per 3 anni.
I giocatori vengono presi e buttati in campo e venduti se non rendono o arriva l'occasione sul mercato che possa garantire una plusvalenza.
Gli allenatori? Triturati all'altare del risultato.
Si, Paolo aveva barattato il tempo con le risorse.
Ci siamo fermati 3 anni e abbiamo avuto una crescita esponenziale che ci ha portato allo scudetto.
Il concetto di tempo oggi non è più concepito, siamo una realtà istantanea per risultati e utili estemporanei.
Ma negli sport di squadra c'è una variabile che non andrebbe mai sottovalutata : il gruppo.
Che la società non avesse in quel periodo intenzione di mettere a disposizione per il mercato o per i rinnovi grosse cifre era risaputo ma Maldini aveva messo al centro di tutto il lavoro e la continuità.
Fermarsi per almeno 3 anni con un gruppo squadra i dirigenti avevano capito che fosse necessario per cementare un gruppo e costruire una squadra.
L'uomo e il giocatore andavano protetti, attesi , costruiti per ritrovarsi poi quel patrimonio tecnico e umano che avrebbe permesso un miglioramento esponenziale dei risultati.
Abbiamo perso anche giocatori importanti a zero ma col senno di oggi tutto appare più chiaro il perché di quella scelta: l'alternativa era perdere un giocatore cardine nel gruppo squadra senza la certezza di poterlo sostituire egregiamente.
Dopo la cacciata di Paolo il Milan è diventato un porto di mare : non esiste programmazione, non esiste giocatore incedibile, non c'è la voglia di fermarsi assieme per 3 anni.
I giocatori vengono presi e buttati in campo e venduti se non rendono o arriva l'occasione sul mercato che possa garantire una plusvalenza.
Gli allenatori? Triturati all'altare del risultato.
Si, Paolo aveva barattato il tempo con le risorse.
Ci siamo fermati 3 anni e abbiamo avuto una crescita esponenziale che ci ha portato allo scudetto.
Il concetto di tempo oggi non è più concepito, siamo una realtà istantanea per risultati e utili estemporanei.
Ma negli sport di squadra c'è una variabile che non andrebbe mai sottovalutata : il gruppo.