Londra, classe scuola senza professori umani. Solo IA

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Beh con un software è n-mila volte più semplicemente che uno Stato possa decidere quale ideologia inculcare negli alunni. Persino durante fascismo e nazismo c’erano dissidenti… Con un software unico statale, buonanotte.


L’insegnamento non è solo fornire un insieme di nozioni. L’insegnante che va in classe e si limita a leggere il manuale fa lo stesso lavoro che può fare l’intelligenza artificiale(fornire nozioni). Ma l’insegnante che si limita a leggere il manuale NON è un bravo insegnante.
È vero ciò che affermi nel primo punto ma quello è un problema legato all'esistenza stessa dell'istruzione pubblica con la quale in ogni caso lo stato impone cosa insegnare. La scuola è stata spesso usata per indottrinare anzichè insegnare.
La variante "casuale" dell'insegnante che può influire con le sue idee non è una vera soluzione.

Credo che l'intelligenza artificiale non si limiterà a fornire nozioni (altrimenti non sarebbe un'intelligenza e sarebbe sostituibile direttamente da un libro): quello che dovrebbe fare un bravo insegnante è essere in grado di far comprendere quelle nozioni e essere in grado di farle recepire agli studenti. Qualità rara tra gli insegnanti con cui ho avuto a che fare.

Una soluzione comunque potrebbe essere la libera scelta tra scuola IA e scuola umana, anche per poterne poi valutare i risultati.
 
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Io vorrei che da lunedi il capoufficio vi sostituisse con Alexa 3.0. Cosa che potrebbe accadere Poi ne parliamo se tornate ad esprimervi cosi
Sicuramente accadrà qualcosa del genere. Ed a essere obiettivi per buona parte dei colleghi sarebbe purtroppo auspicabile.
Se il ragionamente è offrire un servizio migliore naturalmente, poi è ovvio che se il ragionamento è sul garantire lavoro/sostentamento alle persone la questione è diversa. Ma se ragiono come utente/cliente voglio un servizio migliore; se ragiono come dipendente/lavoratore voglio essere sicuro di avere uno stipendio per dar da mangiare alla mia famiglia.
Però, per fare un esempio estremo, se vado in ospedale voglio essere curato al meglio e se il meglio è l'IA va bene; non rinuncerei perchè il medico/infermiere poi non avrà lavoro.

Come detto sopra forse sarebbe opportuno un doppio canale con libera scelta sulle modalità di fruizione di un servizio.
 
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Avrei cambiato molti dei miei maestri/professori con l'IA ma tanti altri no, mai.
Forse basterebbe scegliere meglio i docenti.
Lavorare coi giovani non è da tutti e non è mica detto che si possa fare bene o più meno bene perchè si possono anche fare danni/disastri.
Sulle vite, ancor prima che sulla formazione.
 

rossonerosempre

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Potrebbe avere senso per delle lezioni serali per adulti, per dei ragazzini minorenni assolutamente no.

dipende da che professore o maestro ti capita, personalmente avendo avuto il peggio del peggio che non augurerei proprio a nessuno preferirei l'ia al posto di un raccomandato insulso o con problemi di stabilità mentale
 

rossonerosempre

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Avrei cambiato molti dei miei maestri/professori con l'IA ma tanti altri no, mai.
Forse basterebbe scegliere meglio i docenti.
Lavorare coi giovani non è da tutti e non è mica detto che si possa fare bene o più meno bene perchè si possono anche fare danni/disastri.
Sulle vite, ancor prima che sulla formazione.
appunto, a prescindere dal fatto se un professore è bravo o no a spiegare, ma bisogna avere molta fortuna nel trovarsi nella classe con i professori meno schizzati.
 

livestrong

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Io non sono insegnante, ma ho amici che insegnano. Li ammiro tantissimo per il mazzo che si fanno a fronte di poche soddisfazioni umane ed economiche.
Da studente ho avuto insegnanti meno validi, insegnati normali e insegnanti eccellenti. Ai secondi sono eternamente grato.
Purtroppo in Italia quella dei docenti è una categoria molto bistratta: stipendi bassi, “lavorano solo 18 ore a settimana e fanno tre mesi di vacanze” ecc. Ultimamente è venuto a mancare anche il rispetto che in passato veniva riconosciuto per l’autorità del ruolo. Inevitabile che il livello medio precipiti perché giustamente uno pensa “ma chi me lo fa fare!”. Tra quelli bravi, penso che solo quelli con tanta passione e dedizione per l’insegnamento scelgono questo mestiere. Man mano che passa il tempo, anche questi ultimi faranno altre scelte. E in cattedra rimarranno solo quelli ai quali non gliene frega nulla, ma vogliono solo uno stipendio fisso.
Insomma, ci stiamo auto-sabotando. E ovviamente poi l’opinione pubblica, una volta portato a compimento il disastro, inveirà contro il fato cinico e baro, senza rendersi conto di essere stata la causa principale del problema.
Fare l'insegnante dovrebbe essere una vocazione... Se il precariato servirà ad allontanare i furbetti alla ricerca del posto fisso, ben vengano i problemi che ci sono oggi. Opinione sicuramente forte ma molto centrata
 

Toby rosso nero

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Se saranno IA tipo queste, cambia poco in termini di indottrinamento...


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Fare l'insegnante dovrebbe essere una vocazione... Se il precariato servirà ad allontanare i furbetti alla ricerca del posto fisso, ben vengano i problemi che ci sono oggi. Opinione sicuramente forte ma molto centrata
La questione è estremamente delicata. Insegnare non equivale unicamente a trasmettere un sapere - non basta impararsi a memoria una lezioncina come lo studente diligente, entrare in classe e ripeterla. Ci vuole pianificazione di un programma che, modulato sulle Indicazioni Nazionali, tenga anche conto del profilo dei ragazzi con cui si è in contatto; il programma non dovrebbe tener conto unicamente di che cosa si vuol insegnare, ma anche delle modalità e dei metodi di valutazione, importanti alla maggiore oggettività possibile. C’è poi tutto l’aspetto umano che ha un’importanza capitale nel rapporto tra docente e studente: si può essere insegnati seri, rigorosi e “pretenziosi”, senza mai mancare di rispetto a chi si ha davanti, cercando di capirne le fragilità strutturali e momentanee - posso anche metterti 3 o 4, ma questo non mi deve in alcun modo indurre a trattarti male o a considerati ontologicamente inferiore a me; bisogna anche capire il perché di un 3 o 4: mancanza di studio? Problemi in famiglia? Difficoltà del ragazzo nella materia? Carenze nel metodo di studio? Errore mio nella spiegazione o nell’aver mal impostato la prova rispetto a quanto fatto in classe?
Insomma, ci sono tanti aspetti da valutare. Con questo non voglio dire che io riesca sempre in tutto: ne faccio di errori, ne prendo di cantonate, ne ho di dubbi. Sono d’accordo che ci vogliano criteri stringenti per l’insegnamento; un po’ meno sul troppo precariato: penso che non sia corretto arrivare a 35/40 anni senza sicurezze, senza la possibilità di poter garantire un futuro sereno alle persone. Con criteri rigorosi per l’ammissione, il rischio di trovarsi con scappati di casa in cattedra si riduce.
 
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