L'esempio più amato dai neoliberisti:il Cile

DMZtheRockBear

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a proposito della Bolivia,proprio domenica scorsa hanno votato e dopo cinque giorni ancora non si sa il vincitore.
si parla di brogli e forse di ballottaggio,mentre il presidente si dichiara vincitore al primo turno.
Morales si presenta fisso alle presidenziali dal 2002 ed è presidente dal 2006,invece il suo sfidante è un ex presidente.
dove sta la democrazia senza alternanza vera al potere per vent'anni?
una persona rischia di stare al potere almeno fino al 2025.

almeno in Uruguay Mujica si è tolto di mezzo dopo un lustro.


p.s.

la polizia boliviana sta sparando sui manifestanti contro Morales,per dire come il paradiso socialista non ci vada soft esattamente come gli altri.

"si parla" "si dice" ma la volete smettere di fare i pisciacchioni?

Vorrei proprio sapere da dove ti informi. Tra l'altro senza sapere un tubo di come funziona lo scrutinio in Bolivia.


Sgomberiamo subito il campo dai dubbi, il socialista Evo Morales non è ancora il vincitore delle elezioni boliviane.
Poco fa in diretta televisiva il presidente socialista Evo Morales ha aggiornato la situazione sullo scrutinio in corso.
In Bolivia il conteggio dei voti viene fatto mostrando pubblicamente i verbali di seggio e controllandoli manualmente uno per uno dall'Organo Supremo Elettorale.
Ciò significa che i risultati delle zone rurali andine più remote necessitano di alcuni giorni prima di essere ufficializzati.
Attualmente, quando manca da conteggiare l'1,5% dei verbali, il presidente Evo Morales ha da poco superato la fatidica soglia del 10% di vantaggio sul secondo arrivato, il filostatunitense conservatore Mesa, che già poche ore dopo la chiusura dei seggi parlava di brogli senza però mostrare alcuna prova di quanto affermato.

Se questa tendenza fosse confermata (i voti da conteggiare provengono in gran parte da zone in cui il socialismo vince con percentuali dell'80%), Evo Morales sarebbe confermato presidente della Bolivia. La Costituzione afferma che con il 10% di vantaggio sul secondo arrivato si viene eletti presidenti se si supera il 40%.

Approfittiamo per sgomberare il campo da dubbi: Evo Morales finora NON è stato proclamato presidente.
Moltissimi siti e pagine hanno dato questa notizia, addirittura il presidente cubano ha fatto i complimenti ad Evo, ma tutto è nato da un erroneo articolo di Telesur che alle 3 del mattino ora boliviana, vedendo un risultato parziale con Evo in vantaggio di oltre il 10%, quando mancava da scrutinare il 5% delle schede, ha pubblicato l'articolo.
Da lì, a catena, decine di pagine e profili hanno riportato la rielezione di Evo Morales che invece, lo ripetiamo, non è ancora avvenuta.

Queste notizie sono ufficiali in quanto facciamo parte della delegazione degli Osservatori Internazionali accreditati, siamo tuttora in Bolivia e seguiamo passo passo il processo elettorale in corso.

L'ultimo giorno utile per conteggiare i verbali di seggio è sabato 26 ottobre, dopodichè il Tribunale Supremo Elettorale dovrà emettere la sentenza di vittoria, di ballottaggio o di ripetizione del voto nelle zone dove i manifestanti della opposizione hanno bruciato centinaia di verbali per boicottare il processo elettorale.
A Potosí 2 persone si sono lanciate dalle finestre del locale Tribunale Supremo Elettorale per non morire tra le fiamme.

Nel frattempo Stati Uniti e OSA (OEA), chiedono di andare al ballottaggio prima ancora di conoscere i risultati finali.
Questa posizione è stata duramente condannata ieri dalla rappresentante del Messico la quale ha parlato di "inaccettabile ingerenza della OEA a spoglio in corso negli affari interni di uno stato sovrano".

Il presidente ha anche condannato le violenze nelle strade da parte della opposizione di destra fliostatunitense, la quale ripete un copione già visto in altri paesi: "la destra accetta i risultati solo quando vince, in caso contrario scatena il caos nelle strade e sui media inondando le reti di bugie".
 

Andris

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grazie,ma avevo già letto letto della soglia del 10%.
il fatto che le elezioni durino una settimana in un paese piccolo dimostra l'arretratezza del paese stesso.
ovviamente i brogli sono denunciati da chi perde,non c'è bisogno di precisarlo.
non ho mai visto uno vincere e denunciare brogli a suo favore.

hai eluso goffamente la questione alternanza inesistente,continua ad esserci una persona sola al comando.
l'alternativa è ripeto uno che ha fatto il presidente l'unica volta che ha perso Morales.
facce nuove non pervenute,si profilano vent'anni di spartito unico.

i soldati/poliziotti che sparano e menano sono sotto il controllo presidenziale,è la stessa situazione di altri paesi
 
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Risposta decisamente più apprezzabile.

Non sono d'accordo sulla parte finale.
Io credo si possa ancora cambiare. Se andiamo a vedere viviamo in questo regime da si e no 50-60 anni,che è un lasso di tempo estremamente corto per imporre una mentalità così rigida a così tante persone.
I movimenti socialisti stanno prendendo consenso sempre di più.

Credo ancora nell'umanità.

Nell'umanità ci credo anche io sai, però ritengo che il sistema ormai abbia sviluppato un modello talmente tanto pervasivo da sedare preventivamente ogni possibilità insita di rivolta o rivoluzione. Ogni qualvolta succede qualcosa che possa avere una eco vera, a livello di movimento globale dal basso, questo viene snobbato e non se ne parla (il caso per esempio di Occupy Wall Street) o perché tre quattro fomentati utilizzano la violenza e automaticamente a tutto il movimento viene applicata l'etichetta di facinorosi (il caso recentissimo dei gilet gialli). Il sistema ha dunque prodotto gli anticorpi (la stampa e la manipolazione dell'opinione pubblica sono fondamentali in questo) per permettere allo status quo di perdurare senza grossi shock.

Fondamentalmente io penso che tutti quelli che sanno di appartenere al 99% sappiano che una piú equa distribuzione della ricchezza gioverebbe a tutti, e che tutti sappiano che se si unissero insieme (proletari di tutto il mondo unitevi) riuscirebbero a piegare il restante 1%.
Il problema non é tanto che la popolazione non riesce a vedere i vantaggi, ma che tale obiettivo viene presentato come irraggiungibile e tale modello presentato come inattuabile. Tutto ciò unito al fatto che nessuno vuole rischiare di perdere quel poco che ha e che gli appartiene, e soprattutto la speranza di potersi costruire un futuro migliore (ad es. se vieni arrestato in quanto sovversivo potresti dover rinunciare a incarichi pubblici, dato che hai avuto condanne penali a tuo carico).
Perciò ti chiedo se davvero sia possibile secondo te, fatte queste premesse, un tentativo di rivoluzione, quantomeno.

Viceversa, qualcosa che potrebbe dare impulso e nuova linfa a spinte rivoluzionarie in ambito economico non vengono dal basso, ma dall'alto. Le innovazioni tecnologiche potrebbero, attraverso il labour saving, ridurre le ore di lavoro generali permettendo di ideare nuovi modelli occupazionali. Bisogna fare i conti col fatto che presto le macchine sostituiranno l'uomo nello svolgimento di determinate mansioni.
È pur vero che in determinati contesti, come la Germania ad es., vi sono realtà aziendali, soprattutto nel settore manifatturiero, tipiche dei modelli socialisti e socialdemocratici, diverse da quelle tradizionali, nelle quali gli operai concorrono nella gestione delle imprese (in alcuni casi addirittura sono loro gli shareholders).
Io ritengo che qualche cambiamento positivo, non radicale, in questo senso possa avvenire in futuro.
 

Milanforever26

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Nell'umanità ci credo anche io sai, però ritengo che il sistema ormai abbia sviluppato un modello talmente tanto pervasivo da sedare preventivamente ogni possibilità insita di rivolta o rivoluzione. Ogni qualvolta succede qualcosa che possa avere una eco vera, a livello di movimento globale dal basso, questo viene snobbato e non se ne parla (il caso per esempio di Occupy Wall Street) o perché tre quattro fomentati utilizzano la violenza e automaticamente a tutto il movimento viene applicata l'etichetta di facinorosi (il caso recentissimo dei gilet gialli). Il sistema ha dunque prodotto gli anticorpi (la stampa e la manipolazione dell'opinione pubblica sono fondamentali in questo) per permettere allo status quo di perdurare senza grossi shock.

Fondamentalmente io penso che tutti quelli che sanno di appartenere al 99% sappiano che una piú equa distribuzione della ricchezza gioverebbe a tutti, e che tutti sappiano che se si unissero insieme (proletari di tutto il mondo unitevi) riuscirebbero a piegare il restante 1%.
Il problema non é tanto che la popolazione non riesce a vedere i vantaggi, ma che tale obiettivo viene presentato come irraggiungibile e tale modello presentato come inattuabile. Tutto ciò unito al fatto che nessuno vuole rischiare di perdere quel poco che ha e che gli appartiene, e soprattutto la speranza di potersi costruire un futuro migliore (ad es. se vieni arrestato in quanto sovversivo potresti dover rinunciare a incarichi pubblici, dato che hai avuto condanne penali a tuo carico).
Perciò ti chiedo se davvero sia possibile secondo te, fatte queste premesse, un tentativo di rivoluzione, quantomeno.

Ragazzi voi davvero ragionate di 99% Vs. 1%??
Il problema vero è 1 miliardo di occidentali che al 99% vivono bene Vs. 3-4 miliardi di persone che si dividono tra disperati e gente che vive con quasi nulla

E poi ci sono circa 2 miliardi di persone che stanno galoppando verso il benessere e non rinunceranno a NULLA di quello che per anni hanno solo potuto ammirare con invidia e adesso è a portata di mano
 
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Ragazzi voi davvero ragionate di 99% Vs. 1%??
Il problema vero è 1 miliardo di occidentali che al 99% vivono bene Vs. 3-4 miliardi di persone che si dividono tra disperati e gente che vive con quasi nulla

E poi ci sono circa 2 miliardi di persone che stanno galoppando verso il benessere e non rinunceranno a NULLA di quello che per anni hanno solo potuto ammirare con invidia e adesso è a portata di mano

Ti sbagli. Prendi gli USA. Il paese con le maggiori disuguaglianze economiche e sociali al mondo. Per ogni americano appartenente alla classe media ce ne sono due che lottano contro la povertà.

Ovviamente ci sono da fare delle distinzioni, il mondo occidentale é ben piú prolifico del resto del mondo, ma non é meno importante sottolineare le disuguaglianze economiche nel mondo occidentale, soprattutto nell'era globale. Le disuguaglianze nel mondo occidentale si riflettono ampiamente sul resto del mondo, come é ampiamente dimostrato.
Prendi l'Italia: il fatto che il 12% dei lavoratori italiani sia a rischio povertà me lo fa rendere accettabile solo perché so che a Lagos o Bombay quella percentuale é ancora piú alta? Possibile che il sistema capitalistico sia migliorabile e soppiantabile e che un altro sistema economico possa abbassare le percentuali in entrambi i contesti?

Non guardare semplicemente alle "guerre economiche", come quella fra New York e Pechino: quelle sono guerre fra ricchi che sottendono una situazione molto piú complessa e variegata se analizzi altri fattori e parametri.
Le politiche post crisi dei subprime nel mondo occidentale che hanno puntato sulla liberalizzazione e sulla precarizzazione, in nome della soluzione della crisi, non hanno fatto altro che accentuare il disequilibrio socioeconomico fra le classi sociali. Che poi si riflette sugli squilibri preesistenti fra aree geografiche del pianeta.
 

Milanforever26

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Ti sbagli. Prendi gli USA. Il paese con le maggiori disuguaglianze economiche e sociali al mondo. Per ogni americano appartenente alla classe media ce ne sono due che lottano contro la povertà.

Ovviamente ci sono da fare delle distinzioni, il mondo occidentale é ben piú prolifico del resto del mondo, ma non é meno importante sottolineare le disuguaglianze economiche nel mondo occidentale, soprattutto nell'era globale. Le disuguaglianze nel mondo occidentale si riflettono ampiamente sul resto del mondo, come é ampiamente dimostrato.
Prendi l'Italia: il fatto che il 12% dei lavoratori italiani sia a rischio povertà me lo fa rendere accettabile solo perché so che a Lagos o Bombay quella percentuale é ancora piú alta? Possibile che il sistema capitalistico sia migliorabile e soppiantabile e che un altro sistema economico possa abbassare le percentuali in entrambi i contesti?

Non guardare semplicemente alle "guerre economiche", come quella fra New York e Pechino: quelle sono guerre fra ricchi che sottendono una situazione molto piú complessa e variegata se analizzi altri fattori e parametri.
Le politiche post crisi dei subprime nel mondo occidentale che hanno puntato sulla liberalizzazione e sulla precarizzazione, in nome della soluzione della crisi, non hanno fatto altro che accentuare il disequilibrio socioeconomico fra le classi sociali. Che poi si riflette sugli squilibri preesistenti fra aree geografiche del pianeta.

Che ci siano sacche di povertà relativa in occidente è conclamato, ma ripeto, parliamo di povertà relativa..basta pensare che per l'Istat una coppia che vive nel nord italia è considerata in povertà assoluta se vive con meno di 1050 euro..1050 euro se uno non ha mutui ci vive eccome, con mutui deve fare sacrifici, ma vive..e noi lo consideriamo povero assoluto..

è chiaro che non sto dicendo che stiamo tutti bene, ANZI..le disuguaglianze ci sono eccome, ma il problema della disuguaglianza nasce dall'incrocio di due fenomeni: risorse limitate e un'economia/società basata sulla competizione.
Non se ne esce, se metti le persone in competizione per risorse e servizi limitati finisce sempre così..certo, lo stato sociale dovrebbe intervenire, ma non è semplice..le correzioni ci sono anche, ma probabilmente non sono sufficienti (eppure chi è ricco ti direbbe che lo stato lo massacra di tasse, chi è povero dice che lo stato non gli da nulla).

Ciò non toglie che in occidente, nessuno muore di fame. In Italia chiunque si rechi ad un ospedale vien curato perfino

Dobbiamo sempre tenere a mente che noi siamo la faccia felice del pianeta.

Anche le guerre dei potenti e tra potenti, ma non credete che siano guerre che sono fatte perché hanno il TERRORE che se non garantiranno anche in futuro il tenore di vita attuale (anzi, di più) alla popolazione saranno linciati?
Il motore delle guerre economiche è la nostra necessità di avere sempre di più
 

Milanforever26

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Ti sbagli. Prendi gli USA. Il paese con le maggiori disuguaglianze economiche e sociali al mondo. Per ogni americano appartenente alla classe media ce ne sono due che lottano contro la povertà.

Comunque ragazzi dai questi sono luoghi comuni che non si possono sentire..se facciamo discorsi seri ok, ma sti stereotipi no..in USA ci sono disuguaglianze ENORMI e uno stato sociale inesistente quasi..ma ci sono posti nel mondo dove esiste ancora la schiavitù a momenti, dove non esiste manco il diritto di votare..

Prendete anche solo un Brasile..o la Russia dove ci sono oligarchi ricchissimi e famiglie che vivono condividendo gli appartamenti..non parliamo poi della Cina
 
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Comunque ragazzi dai questi sono luoghi comuni che non si possono sentire..se facciamo discorsi seri ok, ma sti stereotipi no..in USA ci sono disuguaglianze ENORMI e uno stato sociale inesistente quasi..ma ci sono posti nel mondo dove esiste ancora la schiavitù a momenti, dove non esiste manco il diritto di votare..

Prendete anche solo un Brasile..o la Russia dove ci sono oligarchi ricchissimi e famiglie che vivono condividendo gli appartamenti..non parliamo poi della Cina

Ti ripeto ciò che ho scritto prima: non é che é una società con disuguaglianze é piú accettabile solo perché so che dall'altra parte del mondo vige la sh'aria o la schiavitú.
A livello economico globale il 2% della popolazione possiede oltre l'80% delle ricchezze, questo é il punto.
Se anche solo una parte di quell'80% venisse redistribuito in maniera piú equa anche attraverso programmi di finanziamento e aiuto anche alle aree piú povere l'intero pianetà ne gioverebbe. È un dato di fatto. Il fatto che si vive nell'emisfero piú prospero del pianeta non é una scusa per accettare il fatto che al sud Italia la disoccupazione giovanile sia al 40%, bensì dimostra il fallimento su tutta la linea delle politiche neoliberiste post crisi.

Ogni qualvolta si verifica una crisi economica globale nella storia le teorie economiche vengono accantonate: dopo il 1929 viene abbondonato il liberismo soppiantato dalle teorie keynesiane; dopo la crisi petrolifera si ritorna al neoliberismo: dopo la crisi dei subprime anziché cercare una ricetta migliore in grado di risollevare la situazione si é puntati con maggior forza su teorie economiche ancor piú spregiudicatamente liberiste. Questo é un fatto e basti pensare alla sola Italia.
Sei convinto che il solo fatto di vivere nell'occidente ti garantisca una vita degna, forse perché non lavori 10 ore al giorno per uno stipendio da 800 euro come molte altre persone, e che tale situazione possa essere accettabile. Per me no.
 

Albijol

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Renzi e il PD, la "sinistra" italiana, quella dei trattati di libero scambio come CETA e TTIP, quelli che ci dicono che il liberismo è la migliore scuola economica (certo, per chi?),mentre il keynesismo e il socialismo fanno schifo,quelli che hanno il coraggio di latrare di come la Leopolda sia una manifestazione "popolana" quando invece pullula di imprenditori con sede legale a Londra, sede fiscale a Dublino e produzione in Pakistan con una bella dose di sfruttamento.

Loro che tirano sempre fuori il Cile come prova che il liberismo funzioni, dove oggi il popolo protesta contro un nuovo Pinochet e si contano già decine di morti e oltre 2000 detenuti per le proteste.

Interessante leggere cosa scrive Tomás Hirsch, fondatore del Partito Umanista:

“La situazione è molto strana, siamo profondamente preoccupati, ma siamo anche fiduciosi, perché si vede un popolo che si è svegliato, che per trent’anni è stato abusato, maltrattato, è stata venduta l’immagine che siamo quelli moderni, quelli sviluppati, quelli dei trattati di libero scambio.

Eppure, è un popolo che ha vissuto con uno stipendio miserabile, con pensioni insopportabili che non gli permettono di vivere, con aumenti di luce, acqua, gas e trasporti, con i farmaci più costosi dell’America Latina, con una brutale disuguaglianza sociale. E’ una situazione che prima o poi doveva esplodere, e il bicchiere è traboccato con la goccia della tariffa della metropolitana.

L’intero paese si sta mobilitando. Il governo non ci sta capendo niente. Solo una settimana fa ha annunciato che il Cile è un’oasi, in America Latina. Ma per favore!, con 17 morti, con i militari in strada che puntano le armi sul popolo, con un presidente che chiama al dialogo, e abbiamo detto che non dialogheremo finché i militari puntano le armi sul popolo. Qui sono necessari profondi cambiamenti, strutturali e urgenti. Oggi, al governo e alla destra non resta che accettare questo.

Il miracolo, per me, è stato il modo in cui sono riusciti a vendere la menzogna. Ero un portavoce dell’umanesimo in tutto il mondo. Ho dovuto girare il mondo spiegando l’altra faccia del presunto successo, quel successo che hanno venduto all’estero, ma non hanno mai detto che i pensionati ricevono pensioni che non permettono loro di vivere, che ai Mapuche continuano a portare via la terra, che gli studenti vivono indebitati perché abbiamo un’istruzione tra le più costose del mondo, perché è un bene di consumo.

Non hanno mostrato l’altro lato della medaglia. Anche se il paese è cresciuto, ha una buona macroeconomia, le famiglie non vivono di macroeconomia, non mangiano macroeconomia. Le famiglie vivono con uno stipendio o una pensione che sono assolutamente insufficienti, abbiamo una delle distribuzioni di reddito più diseguali del pianeta. Con questa iniquità non si può più resistere."

Se guardiamo il Pil e la disoccupazione il CIle ha fatto molto meglio dell'Italia (che sta in stagnazione da 10 anni) e del Sudamerica in generale. Il peronismo è riuscito a distruggere una nazione estesa, ricchissima di risorse naturali e con poca popolazione rispetto all'estensione come l'Argentina. Sul Venezuela avrei tanto da dire, visto anche che ho amici che ci hanno vissuto o lavorato, ma neanche ho voglia di raccontarti i loro aneddoti agghiaccianti, ti basti pensare che attualmente è il Paese più pericoloso al mondo dopo la Siria. Nel 2019 Lodare il socialismo, un ideologia le cui declinazioni hanno portato MILIONI DI MORTI nel secolo scorso per me è da folli, ma rispetto l'opinione di tutti.
 

Milanforever26

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Ti ripeto ciò che ho scritto prima: non é che é una società con disuguaglianze é piú accettabile solo perché so che dall'altra parte del mondo vige la sh'aria o la schiavitú.
A livello economico globale il 2% della popolazione possiede oltre l'80% delle ricchezze, questo é il punto.
Se anche solo una parte di quell'80% venisse redistribuito in maniera piú equa anche attraverso programmi di finanziamento e aiuto anche alle aree piú povere l'intero pianetà ne gioverebbe. È un dato di fatto. Il fatto che si vive nell'emisfero piú prospero del pianeta non é una scusa per accettare il fatto che al sud Italia la disoccupazione giovanile sia al 40%, bensì dimostra il fallimento su tutta la linea delle politiche neoliberiste post crisi.

Ogni qualvolta si verifica una crisi economica globale nella storia le teorie economiche vengono accantonate: dopo il 1929 viene abbondonato il liberismo soppiantato dalle teorie keynesiane; dopo la crisi petrolifera si ritorna al neoliberismo: dopo la crisi dei subprime anziché cercare una ricetta migliore in grado di risollevare la situazione si é puntati con maggior forza su teorie economiche ancor piú spregiudicatamente liberiste. Questo é un fatto e basti pensare alla sola Italia.
Sei convinto che il solo fatto di vivere nell'occidente ti garantisca una vita degna, forse perché non lavori 10 ore al giorno per uno stipendio da 800 euro come molte altre persone, e che tale situazione possa essere accettabile. Per me no.

Di nuovo, non cogli il succo del mio discorso, proprio perché questo è un mondo GLOBALE non si possono fare ragionamenti senza considerare il quadro collettivo.

Certo che le disuguaglianze ci sono, certo che esiste un élite che possiede TROPPO, però ho chiesto prima, esiste un modello che possa garantire benessere per tutti?

Inoltre oggi la volatilità dei flussi finanziari permette di spostare patrimoni (e a breve con al digitalizzazione anche aziende, e in futuro perfino le persone digitali) ovunque..e quindi anche pensare a politiche nazionali che redistribuiscano finirebbe solo per far scappare chi ha di più (già oggi vengono eluse le tasse con patrimoni nascosti chissà dove)

Io non ho risposte, perché nessuno le ha..nemmeno chi spaccia in giro verità assolute..vogliamo provare un modello socialista in Italia?
Ok, illustratemelo e fatemi vedere che funzionerebbe e che non sprofonderemmo nell'insoddisfazione sociale e alla fine in una situazione economica ancora peggiore..

Una cosa è certa, un livellamento è quasi sempre un livellamento che tende al basso..non era sbagliata quella battuta che recitava "il Comunismo ha reso tutti uguali, tutti ugualmente poveri"

PS: non sono un difensore ne del capitalismo ne del liberismo..dico solo che non è semplice trovare un equilibrio
 
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