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Gigi Lentini, intervistato dalla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 9 dicembre, ha parlato del suo trasferimento al Milan e del match tra i rossoneri ed il Toro:"Quegli anni furono incredibili. L'Italia era al centro di tutto. I migliori venivano da noi perchè eravamo il top. C'era la Milano da bere, un contesto ideale per far emergere una persona del calibro di Berlusconi. Con quel Milan non si poteva competere. Era la migliore società del mondo. Cambiò il calcio. Il Cristiano Ronaldo dell'epoca? Non vorrei esagerare ma con le dovute proporzioni io sono stato di più: in quegli anni era impensabile acquistare un calciatore a quelle cifre. Oggi nessuno ci fa più caso, ma quando io passai al Milan scoppiò un pandemonio. Cosa combinai io? No, cosa combinarono i dirigenti del Torino. Io al Milan non volevo proprio andarci. Fui molto combattuto. Sono tifoso del Torino. Il giorno in cui andammo a Milano per firmare cambiai idea in autostrada. Superato il casello dissi ai miei procuratori che non sarei andato al Milan. Momenti di panico, chiamarono mio padre ed alla fine mi fecero cambiare idea. Ma non me ne pento. Se avessi seguito il cuore sarei rimasto al Torino. A Berlusconi Ho detto no almeno 4 volte prima di accettare il Milan. Lui faceva tutto in funzione della vittoria. Più si vinceva e più si voleva vincere. Il valore aggiunto del Milan di oggi? Higuain. Che non ha ancora dimostrato tutto il suo valore. Gli consiglio di essere più tranquillo. Gattuso? Per lui è il primo vero anno. Vediamo cosa riuscirà a fare".