Ieri ho scoperto che la parola 'horror' deriva dal latino e significa 'pelle d'oca'. Fa infatti appunto riferimento a quella strana sensazione che si avverte sulla cute e sulla peluria quando si avverte un brivido.
Leggendo "horror" mi è venuta in mente una ricerca che avevo fatto diversi anni fa per curiosità.
In giapponese esiste una parola spesso utilizzata nei manga che è
hora (se avete letto Hokuto non Ken o Jojo sapete a cosa mi riferisco).
Hora ha diversissime accezioni, in particolare nei fumetti è utilizzato come grido per richiamare l'attenzione: "
Guarda qua!", "Sto arrivando!", " Eccolo!" e la parola deriva dal dialetto di Osaka; forse proprio per questo ho notato che a Tokyo fanno finta di non conoscerne il significato o la traducono con un generico "
Forza!", visto l'astio tra le 2 città.
Hora ha anche altri significati, tra cui appunto
orrore, terrore se utilizzato all'interno di alcune espressioni o titoli in alternativa a Kyoufu (spavento, urlo), vocabolo più generico e comunemente usato.
La parola hora però viene spesso utilizzata per indicare
grotta, rifugio, riparo che è fondamentalmente il contrario dell'accezione latina ed appare ancora più evidente se si considera la locuzione aristotelica horror vacui, poi ripresa nel campo della psicologia per definire l'agorafobia, ovvero il terrore per gli spazi aperti, più in generale per quei luoghi che rendono insicuri, esattamente il contrario del "rifugio" giapponese.