La Russia all'Italia:"Conseguenze imprevedibili" Draghi tira dritto.

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Blu71

Senior Member
Registrato
27 Agosto 2012
Messaggi
46,588
Reaction score
18,944
Tanto agli usa che frega? Cosa rischiano? Cosa perdono da questa situazione? Nulla, hanno tutto da guadagnare. Io continuo a dire che questi sono piccoli segnali. Nessuno è contento di queste imposizioni americane su una guerra che per noi porta solo svantaggi ed è sul nostro continente.
Far parte della nato non vuol dire essere vassalli e schiavi degli usa che decidono per gli altri.
Se la vedano loro e basta

Se la Lagarde è arrivata a dichiarare come stanno le cose significa che chi comanda nella UE (Francia e Germania) questo pensano.
 

Andris

Senior Member
Registrato
21 Febbraio 2019
Messaggi
43,297
Reaction score
15,936
tratto dall'editoriale di Belpietro

"Vi devo confessare che siamo nei guai.
Non parlo del Covid e di quel ministro senza Speranza che da quasi tre anni si occupa, malamente, della nostra salute.
Né mi riferisco ai suoi consiglieri, che riescono a essere più menagrami del titolare.
Neppure sono preoccupato dalla guerra: quella ormai c’è e, grazie a politici e opinionisti lungimiranti che si dicono pronti a imbracciare le armi, non c’è verso di fermarla.
No, il guaio che più mi impensierisce in questo momento è quello dell’energia.
Fino all’altroieri, cioè a prima che la Russia invadesse l’Ucraina, nessuno era preoccupato per il fatto che Mosca ci fornisse quasi la metà del metano di cui abbiamo bisogno.
Anzi: quando Letta e Gentiloni baciavano la pantofola a Putin per ottenere più gas, tutti sembravano contenti, perché si faceva il pieno a prezzi convenienti.
Già allora lo zar del Cremlino era quel che era
, ossia uno che eliminava gli oppositori con il polonio, oppure ricorrendo a sicari per tappare la bocca ai giornalisti.
Ma nessuno dei compagni sempre pronti a difendere i diritti degli omosessuali pareva turbarsi se la Russia votava una legge anti gay.
Poi però il vento è cambiato e anche le ambizioni dei nostri leader e così, a causa di un conflitto che certo non abbiamo cercato, eccoci in prima linea a sostenere Volodymyr Zelensky, cioè uno di cui fino a tre mesi fa neppure conoscevamo l’esistenza.
Ora siamo tutti ucraini e tutti anti russi, ma per esserlo davvero dovremmo staccarci dal tubo del gas che tiene in piedi la nostra economia.
Tuttavia, rinunciare al metano dell’orso russo significa prepararsi a un inverno rigido, non tanto in casa, quanto nell’economia, perché senza i miliardi di metri cubi che alimentano la nostra industria, è destinata a crollare.

Nella scorsa settimana, di fronte all’insistenza con cui Zelensky ci invita a staccarci dalla canna del gas di Putin, Mario Draghi ha provato a stringere un accordo con l’Algeria, allo scopo di sostituire il metano siberiano con quello africano.
Ma bene che vada riusciremo a rimpiazzare un terzo della produzione di qui a due anni, cioè quando la maggior parte delle città ucraine saranno rase al suolo.
Nei prossimi giorni, il presidente del Consiglio andrà in missione anche in Angola e Congo, ma sempre bene che vada, alla fine dell’anno prossimo avremo due terzi di quel che ci serve.
E il resto?
Qui dovrebbe intervenire la produzione nazionale, ovvero le trivelle in mezzo all’Adriatico, le centrali a carbone che dovremmo riattivare e i rigassificatori che dovremmo costruire.
Sì dà però il caso che il ministro della Transizione ecologica, colui a cui i grillini affidarono il compito di inseguire il sogno di un mondo con zero emissioni, si sia messo di traverso.
Roberto Cingolani non vuole sentir parlare di trivelle neppure in alto mare, al solo pensiero di bruciare carbone s’infiamma e così pure per quanto riguarda i rigassificatori, ovvero i depositi di metano che consentirebbero di stoccare grandi quantità di gas.
Finché ci sarò io, avrebbe detto secondo un’indiscrezione della Stampa, non se ne fa nulla
.
In pratica, più che verso la transizione ecologica, Cingolani pensa di traghettarci verso l’era glaciale, cioè in direzione di un periodo in cui dovremo prendere atto che il riscaldamento domestico non è per tutti e che, come l’acqua corrente, la luce non è un diritto.
Più che il ministro dell’innovazione energetica e del futuro, Cingolani ci pare il principe delle tenebre, perché dicendo no a tutto rischia di farci precipitare nel Medioevo, quando il calore era garantito dal camino e l’illuminazione dalla candela.
Già oggi l’Italia è uno dei Paesi occidentali meno autosufficienti in materia di energia, ma grazie alle posizioni di Cingolani si rischia di retrocedere ancora di più nella graduatoria.
L’unica concessione del Greta Thunberg ministeriale consiste nei rigassificatori galleggianti, una soluzione che oltre a essere costosa, presenta almeno due problemi.
Il primo è che non possedendo simili infrastrutture dovremmo noleggiarle e al momento non pare ne esistano di disponibili.
Ma poi, anche se vi fossero e si potessero affittare a costi proibitivi, questi serbatoi in mezzo al mare dovrebbero essere ancorati a un porto, dal quale dovrebbe partire un gasdotto in grado di collegarsi alla rete nazionale

. Come dicevo all’inizio, se questa è la linea del governo, siamo nei guai, perché se pensiamo di sostituire il gas russo che serve alla nostra industria con le idee strampalate di Cingolani, non può che finire male.
Insomma, so che è Pasqua e che almeno il giorno della Resurrezione dovremmo avere speranza (con la s minuscola, mi raccomando), ma se le cose stanno così non ci resta che spegnere la luce, pronti a una crisi al buio"
 

Andris

Senior Member
Registrato
21 Febbraio 2019
Messaggi
43,297
Reaction score
15,936
presidente Duma:

"sulla disponibilità di Zelensky a discutere la volontà di aderire alla Nato e lo status della Crimea, dopo il ritiro delle truppe russe, ha detto lo stesso prima dei colloqui in Turchia, quando le nostre truppe erano vicino a Kiev.
La Russia ha ridotto l’attività in quella zona e ha ritirato le truppe.
E poi ci sono state la messa in scena di Bucha e altre provocazioni.

Kiev è venuta meno agli impegni che aveva accettato

Se Zelensky si preoccupa per il popolo ucraino, dovrebbe prendere immediatamente le seguenti decisioni:
In primo luogo, ritirare le truppe dalle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk.
In secondo luogo, firmare un accordo sulla Crimea, adottare uno status di non blocco, de-nazificare e smilitarizzare il paese.

Non ci può essere altro modo"
 
Registrato
19 Luglio 2018
Messaggi
14,179
Reaction score
6,159
Se la Lagarde è arrivata a dichiarare come stanno le cose significa che chi comanda nella UE (Francia e Germania) questo pensano.
Ma è chiaro che in Europa non siano contenti e hanno dovuto accettare le imposizioni americane. Ma più passa il tempo e più si esagera e cominciano i mormorii
 
Registrato
19 Luglio 2018
Messaggi
14,179
Reaction score
6,159
tratto dall'editoriale di Belpietro

"Vi devo confessare che siamo nei guai.
Non parlo del Covid e di quel ministro senza Speranza che da quasi tre anni si occupa, malamente, della nostra salute.
Né mi riferisco ai suoi consiglieri, che riescono a essere più menagrami del titolare.
Neppure sono preoccupato dalla guerra: quella ormai c’è e, grazie a politici e opinionisti lungimiranti che si dicono pronti a imbracciare le armi, non c’è verso di fermarla.
No, il guaio che più mi impensierisce in questo momento è quello dell’energia.
Fino all’altroieri, cioè a prima che la Russia invadesse l’Ucraina, nessuno era preoccupato per il fatto che Mosca ci fornisse quasi la metà del metano di cui abbiamo bisogno.
Anzi: quando Letta e Gentiloni baciavano la pantofola a Putin per ottenere più gas, tutti sembravano contenti, perché si faceva il pieno a prezzi convenienti.
Già allora lo zar del Cremlino era quel che era
, ossia uno che eliminava gli oppositori con il polonio, oppure ricorrendo a sicari per tappare la bocca ai giornalisti.
Ma nessuno dei compagni sempre pronti a difendere i diritti degli omosessuali pareva turbarsi se la Russia votava una legge anti gay.
Poi però il vento è cambiato e anche le ambizioni dei nostri leader e così, a causa di un conflitto che certo non abbiamo cercato, eccoci in prima linea a sostenere Volodymyr Zelensky, cioè uno di cui fino a tre mesi fa neppure conoscevamo l’esistenza.
Ora siamo tutti ucraini e tutti anti russi, ma per esserlo davvero dovremmo staccarci dal tubo del gas che tiene in piedi la nostra economia.
Tuttavia, rinunciare al metano dell’orso russo significa prepararsi a un inverno rigido, non tanto in casa, quanto nell’economia, perché senza i miliardi di metri cubi che alimentano la nostra industria, è destinata a crollare.

Nella scorsa settimana, di fronte all’insistenza con cui Zelensky ci invita a staccarci dalla canna del gas di Putin, Mario Draghi ha provato a stringere un accordo con l’Algeria, allo scopo di sostituire il metano siberiano con quello africano.
Ma bene che vada riusciremo a rimpiazzare un terzo della produzione di qui a due anni, cioè quando la maggior parte delle città ucraine saranno rase al suolo.
Nei prossimi giorni, il presidente del Consiglio andrà in missione anche in Angola e Congo, ma sempre bene che vada, alla fine dell’anno prossimo avremo due terzi di quel che ci serve.
E il resto?
Qui dovrebbe intervenire la produzione nazionale, ovvero le trivelle in mezzo all’Adriatico, le centrali a carbone che dovremmo riattivare e i rigassificatori che dovremmo costruire.
Sì dà però il caso che il ministro della Transizione ecologica, colui a cui i grillini affidarono il compito di inseguire il sogno di un mondo con zero emissioni, si sia messo di traverso.
Roberto Cingolani non vuole sentir parlare di trivelle neppure in alto mare, al solo pensiero di bruciare carbone s’infiamma e così pure per quanto riguarda i rigassificatori, ovvero i depositi di metano che consentirebbero di stoccare grandi quantità di gas.
Finché ci sarò io, avrebbe detto secondo un’indiscrezione della Stampa, non se ne fa nulla
.
In pratica, più che verso la transizione ecologica, Cingolani pensa di traghettarci verso l’era glaciale, cioè in direzione di un periodo in cui dovremo prendere atto che il riscaldamento domestico non è per tutti e che, come l’acqua corrente, la luce non è un diritto.
Più che il ministro dell’innovazione energetica e del futuro, Cingolani ci pare il principe delle tenebre, perché dicendo no a tutto rischia di farci precipitare nel Medioevo, quando il calore era garantito dal camino e l’illuminazione dalla candela.
Già oggi l’Italia è uno dei Paesi occidentali meno autosufficienti in materia di energia, ma grazie alle posizioni di Cingolani si rischia di retrocedere ancora di più nella graduatoria.
L’unica concessione del Greta Thunberg ministeriale consiste nei rigassificatori galleggianti, una soluzione che oltre a essere costosa, presenta almeno due problemi.
Il primo è che non possedendo simili infrastrutture dovremmo noleggiarle e al momento non pare ne esistano di disponibili.

Ma poi, anche se vi fossero e si potessero affittare a costi proibitivi, questi serbatoi in mezzo al mare dovrebbero essere ancorati a un porto, dal quale dovrebbe partire un gasdotto in grado di collegarsi alla rete nazionale
. Come dicevo all’inizio, se questa è la linea del governo, siamo nei guai, perché se pensiamo di sostituire il gas russo che serve alla nostra industria con le idee strampalate di Cingolani, non può che finire male.
Insomma, so che è Pasqua e che almeno il giorno della Resurrezione dovremmo avere speranza (con la s minuscola, mi raccomando), ma se le cose stanno così non ci resta che spegnere la luce, pronti a una crisi al buio"
Perfetto Belpietro, quoto ogni punto del suo discorso. Ha esposto fatti che molti fanno finta di non vedere
 
Registrato
19 Luglio 2018
Messaggi
14,179
Reaction score
6,159
presidente Duma:

"sulla disponibilità di Zelensky a discutere la volontà di aderire alla Nato e lo status della Crimea, dopo il ritiro delle truppe russe, ha detto lo stesso prima dei colloqui in Turchia, quando le nostre truppe erano vicino a Kiev.
La Russia ha ridotto l’attività in quella zona e ha ritirato le truppe.
E poi ci sono state la messa in scena di Bucha e altre provocazioni.

Kiev è venuta meno agli impegni che aveva accettato

Se Zelensky si preoccupa per il popolo ucraino, dovrebbe prendere immediatamente le seguenti decisioni:
In primo luogo, ritirare le truppe dalle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk.
In secondo luogo, firmare un accordo sulla Crimea, adottare uno status di non blocco, de-nazificare e smilitarizzare il paese.

Non ci può essere altro modo"
Come volevasi dimostrare?
 

Andris

Senior Member
Registrato
21 Febbraio 2019
Messaggi
43,297
Reaction score
15,936
Ministero Difesa russo:

"I sistemi di difesa aerea russi nella regione di Odessa hanno abbattuto un aereo da trasporto militare ucraino in aria, che stava consegnando un grande lotto di armi fornite all’Ucraina dai paesi occidentali"



bene, distruggeteli tutti
 
Registrato
11 Agosto 2012
Messaggi
6,226
Reaction score
932
presidente Duma:

"sulla disponibilità di Zelensky a discutere la volontà di aderire alla Nato e lo status della Crimea, dopo il ritiro delle truppe russe, ha detto lo stesso prima dei colloqui in Turchia, quando le nostre truppe erano vicino a Kiev.
La Russia ha ridotto l’attività in quella zona e ha ritirato le truppe.
E poi ci sono state la messa in scena di Bucha e altre provocazioni.

Kiev è venuta meno agli impegni che aveva accettato

Se Zelensky si preoccupa per il popolo ucraino, dovrebbe prendere immediatamente le seguenti decisioni:
In primo luogo, ritirare le truppe dalle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk.
In secondo luogo, firmare un accordo sulla Crimea, adottare uno status di non blocco, de-nazificare e smilitarizzare il paese.

Non ci può essere altro modo"
comunque, definire “messa in scena” Bucha è da menomati mentali
 
Registrato
11 Agosto 2012
Messaggi
6,226
Reaction score
932
Ministero Difesa russo:

"I sistemi di difesa aerea russi nella regione di Odessa hanno abbattuto un aereo da trasporto militare ucraino in aria, che stava consegnando un grande lotto di armi fornite all’Ucraina dai paesi occidentali"



bene, distruggeteli tutti
Il “forza russia” ci mancava proprio, ne sentivamo l’esigenza di sentirtelo dire
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Alto