Italia: solo 12 convocabili da Milan Juve e Inter. In attacco...

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La crisi del calcio italiano in un numero abbastanza eloquente. 12, come i giocatori totali convocabili dalle tre big: Milan (solo 4), Inter e Juve. E nessun attaccante, a parte Pio Esposito.

MilanInterJuve_PerNewsletter-1.jpg
 
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La crisi del calcio italiano in un numero abbastanza eloquente. 12, come i giocatori totali convocabili dalle tre big: Milan (solo 4), Inter e Juve. E nessun attaccante, a parte Pio Esposito.

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Numeri terribili.

La crisi è profonda.

E il dramma è che i pochi che escono e che usciranno costeranno sempre un botto, vedi frattaglie.
Ma non sarà il valore di mercato assoluto e reale di un movimento che produce talento ma il prezzo da pagare alla carenza di giocatori.

Inutile comunque anche parlarne perché sono i club per primi a non voler costruire sugli italiani.

A furlani e moncada gliene frega assai degli italiani.
Tra caprile e Suzuki secondo voi chi scelgono?

Il calcio italiano come lo intendiamo noi lo abbiamo perso.
Colpa di una classe politica che non ha saputo né voluto capire la gravità della situazione.
In Germania hanno avuto più lungimiranza verso le proprietà straniere e i fondi.
 

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Vicario Udogie Chiarodia Tresoldi Natali Calafiori Kayode etc etc ormai bisogna guardare all'estero e sono molto contento che fin da giovani provano una carriera alternativa fuori dall'Italia il futuro è fuori dal belpaese.
 
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Numeri terribili.

La crisi è profonda.

E il dramma è che i pochi che escono e che usciranno costeranno sempre un botto, vedi frattaglie.
Ma non sarà il valore di mercato assoluto e reale di un movimento che produce talento ma il prezzo da pagare alla carenza di giocatori.

Inutile comunque anche parlarne perché sono i club per primi a non voler costruire sugli italiani.

A furlani e moncada gliene frega assai degli italiani.
Tra caprile e Suzuki secondo voi chi scelgono?

Il calcio italiano come lo intendiamo noi lo abbiamo perso.
Colpa di una classe politica che non ha saputo né voluto capire la gravità della situazione.
In Germania hanno avuto più lungimiranza verso le proprietà straniere e i fondi.
Furlani: "prendiamo Suzuki"
Minkiada: "ma è giapponese,non lo prendiamo!"
Furlani: "Jeff,vero,ma è anche nero"
Jeff: "ok,tesserare subito!"
 
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Numeri terribili.

La crisi è profonda.

E il dramma è che i pochi che escono e che usciranno costeranno sempre un botto, vedi frattaglie.
Ma non sarà il valore di mercato assoluto e reale di un movimento che produce talento ma il prezzo da pagare alla carenza di giocatori.

Inutile comunque anche parlarne perché sono i club per primi a non voler costruire sugli italiani.

A furlani e moncada gliene frega assai degli italiani.
Tra caprile e Suzuki secondo voi chi scelgono?

Il calcio italiano come lo intendiamo noi lo abbiamo perso.
Colpa di una classe politica che non ha saputo né voluto capire la gravità della situazione.
In Germania hanno avuto più lungimiranza verso le proprietà straniere e i fondi.
Però devi considerare che non ci sono neanche italiani top, giovani e meno giovani, che giocano all’estero. E sai benissimo che le squadre straniere mandano gli osservatori un po’ ovunque a partire dalla giovanili e sicuramente l’Italia è tra le mete degli scout. Quindi manca proprio il materiale umano in Italia, non sono i top club italiani a non vederlo.
 
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Bisogna accettare che non ci sono giocatori forti in Italia.
Possiamo dare la colpa a tutto ciò che si vuole, io però sostengo che il problema sia anche sociale.

Il Brasile non è un paese ricco, eppure i giocatori non mancano, come mai?
Perché si continua a giocare per strada,
qua da noi si è sempre meno, se prima giocavamo in 1000 per strada, ne trovavi l'1% forte, ovvero 10,
adesso giocano in 100, e per ritrovare quell'1% devi aspettare 10 generazioni, ossia tornare ai 1000...

l'evoluzione, la digitalizzazione, l'istruzione, il calo demografico, lo svilupparsi di altri sport,
i genitori che non hanno tempo per portare i figli agli allenamenti, le strutture fatiscenti, ecc ecc...

prima la scuola calcio era anche peggio,
il mio allenatore faceva il meccanico, chiudeva e veniva ad allenarci senza un minimo di preparazione,
non era li che noi imparavamo a giocare,
oggi perlomeno chi fa quel ruolo si documenta, studia, programma...
il problema è il bacino di utenza.
 
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Attualmente il calcio italiano è in una fase di crisi molto simile a quella vissuta nel secondo dopoguerra, tra anni '50 e anni '60, quando si usciva sempre al primo turno (quattro volte), mentre nel '58 nemmeno ci si qualificò; la soluzione all'epoca fu la chiusura delle frontiere, che riaprirono soltanto quindici anni dopo nel 1980.
Adesso ci troviamo in una situazione praticamente speculare, perché anche a 'sto giro siamo usciti due volte al primo turno, mentre altre due non ci siamo nemmeno qualificati.
Ora, la soluzione non può essere una chiusura diretta delle frontiere, perché con l'UE non è possibile, ma una soluzione simile dovrebbe essere adottata comunque indirettamente, evitando di andare a comprare all'estero, puntando sui nostri giovani, ma come? Non ne ho la più pallida idea.
Innanzitutto hai la maggior parte delle proprietà straniere che se ne strafregano di puntare sui giovani italiani; forse si potrebbe immaginare un sistema di incentivi e disincentivi sull'utilizzo di stranieri ed italiani, non lo so, ma andrebbe presa una decisione forte a livello federale, anche se anche lì mi sembra che non freghi niente a nessuno della situazione.
Resta il fatto che quelli riportati dall'articolo sono dati gravissimi, perché se nemmeno più Milan, Juventus ed Inter sono in grado di rifornire la nazionale, non vedo chi altro dovrebbe farlo.
 
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Bisogna accettare che non ci sono giocatori forti in Italia.
Possiamo dare la colpa a tutto ciò che si vuole, io però sostengo che il problema sia anche sociale.

Il Brasile non è un paese ricco, eppure i giocatori non mancano, come mai?
Perché si continua a giocare per strada,
qua da noi si è sempre meno, se prima giocavamo in 1000 per strada, ne trovavi l'1% forte, ovvero 10,
adesso giocano in 100, e per ritrovare quell'1% devi aspettare 10 generazioni, ossia tornare ai 1000...

l'evoluzione, la digitalizzazione, l'istruzione, il calo demografico, lo svilupparsi di altri sport,
i genitori che non hanno tempo per portare i figli agli allenamenti, le strutture fatiscenti,
ecc ecc...

prima la scuola calcio era anche peggio,
il mio allenatore faceva il meccanico, chiudeva e veniva ad allenarci senza un minimo di preparazione,
non era li che noi imparavamo a giocare,
oggi perlomeno chi fa quel ruolo si documenta, studia, programma...
il problema è il bacino di utenza.
Non sono d'accordo, perché questo dovrebbe valere anche per gli altri paesi europei, eppure Spagna, Germania, Francia, Inghilterra se la passano tutte discretamente bene come movimenti.
 
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Bisogna accettare che non ci sono giocatori forti in Italia.
Possiamo dare la colpa a tutto ciò che si vuole, io però sostengo che il problema sia anche sociale.

Il Brasile non è un paese ricco, eppure i giocatori non mancano, come mai?
Perché si continua a giocare per strada,
qua da noi si è sempre meno, se prima giocavamo in 1000 per strada, ne trovavi l'1% forte, ovvero 10,
adesso giocano in 100, e per ritrovare quell'1% devi aspettare 10 generazioni, ossia tornare ai 1000...

l'evoluzione, la digitalizzazione, l'istruzione, il calo demografico, lo svilupparsi di altri sport,
i genitori che non hanno tempo per portare i figli agli allenamenti, le strutture fatiscenti, ecc ecc...

prima la scuola calcio era anche peggio,
il mio allenatore faceva il meccanico, chiudeva e veniva ad allenarci senza un minimo di preparazione,
non era li che noi imparavamo a giocare,
oggi perlomeno chi fa quel ruolo si documenta, studia, programma...
il problema è il bacino di utenza.
Il problema che abbiamo in Italia c'è anche negli altri paesi.
Il punto è che non si vuole far emergere quelli bravi,ma vanno avanti solo i procuratori. Gente come Mino Raiola ha rovinato il calcio italiano,ma nessuno lo dice.
 
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Attualmente il calcio italiano è in una fase di crisi molto simile a quella vissuta nel secondo dopoguerra, tra anni '50 e anni '60, quando si usciva sempre al primo turno (quattro volte), mentre nel '58 nemmeno ci si qualificò; la soluzione all'epoca fu la chiusura delle frontiere, che riaprirono soltanto quindici anni dopo nel 1980.
Adesso ci troviamo in una situazione praticamente speculare, perché anche a 'sto giro siamo usciti due volte al primo turno, mentre altre due non ci siamo nemmeno qualificati.
Ora, la soluzione non può essere una chiusura diretta delle frontiere, perché con l'UE non è possibile, ma una soluzione simile dovrebbe essere adottata comunque indirettamente, evitando di andare a comprare all'estero, puntando sui nostri giovani, ma come? Non ne ho la più pallida idea.
Innanzitutto hai la maggior parte delle proprietà straniere che se ne strafregano di puntare sui giovani italiani; forse si potrebbe immaginare un sistema di incentivi e disincentivi sull'utilizzo di stranieri ed italiani, non lo so, ma andrebbe presa una decisione forte a livello federale, anche se anche lì mi sembra che non freghi niente a nessuno della situazione.
Resta il fatto che quelli riportati dall'articolo sono dati gravissimi, perché se nemmeno più Milan, Juventus ed Inter sono in grado di rifornire la nazionale, non vedo chi altro dovrebbe farlo.
Magari se si evitasse di sovraesporli con valutazioni folli sarebbe meglio. Così si fa il male dei giocatori.
Perché se un ragazzino di 19 anni con 6 partite in serie A deve costare 60 milioni non va bene per tanti motivi: in prima distruggi il ragazzo con una valutazione ridicola caricandolo psicologicamente di un peso e poi una squadra, preferisce investire su un altro giocatore che magari costa meno ed è forte uguale
 
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