Scoppia il caso diplomatico tra Iran e Cina, come riporta Repubblica.
Il portavoce del ministero della Salute iraniano (medico) ha messo in dubbio le informazioni condivise da Pechino nelle prime settimane della diffusione del virus.
"Le statistiche ufficiali della Cina sono una beffa amara, non possono essere considerate veritiere.
Se in Cina dicono che un'epidemia è stata contenuta in due mesi, bisogna pensarci due volte.
In base alle informazioni epidemiologiche e alle relazioni fornite dai ricercatori cinesi, tutti i centri accademici nel mondo hanno considerato il nuovo coronavirus meno pericoloso dell'influenza di tipo A. I risultati di oggi dimostrano che questo è sbagliato. E ci fidiamo di più delle nostre scoperte".
Gli fa eco un' altra dottoressa iraniana:
"Il comportamento del virus dopo che si è diffuso in tutto il mondo ha dimostrato che non è come quello riportato dalla Cina. E questo può essere successo per due motivi: o il virus è mutato e si è rafforzato o le informazioni non erano esatte. Scientificamente, quello che so è che le loro statistiche e relazioni non erano molto accurate".
Piccata la risposta della Cina, per bocca dell'ambasciatore cinese in Iran:
"Suggerisco di seguire le conferenze stampa quotidiane del ministro della Salute cinese prima di trarre conclusioni"