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Ma loro vivono in un mondo tutto loro. Uno ieri ha paragonato quella vergogna mondiale (impunita, come da tradizione per gli onesti) della vergogna della lattina con quanto successo a Dida nell’euroderby del 2005. Cioè, per loro, per alcuni di loro, la sceneggiata ignobile di Boninsegna e l’ancora più ignobile sciacallaggio operato da Peppino Prisco su quell’episodio, sfruttando la lacunosa legislazione UEFA dell’epoca, per ottenere la ripetizione di un match perso 7-1, è da paragonare al lancio di petardi su Dida in un euroderby che stavano perdendo 0-1 dopo aver perso l’andata 2-0 (avrebbero dovuto farci 4 goals per passare, solo che mancavano 30 minuti e in difesa c’erano Stam, Nesta, Cafu e Maldini, e quel Milan era un dream team), lancio di petardi che ha portato alla sacrosanta sospensione e sconfitta per 3-0.
Quell’episodio dei petardi fu descritto così dal New York Times
“As it became clear to the Inter Milan fans that another season would end without a trophy, 15 years of frustration flowed down in flames from the upper deck of the San Siro stadium.”
Come il gesto folle di un gruppo di frustrati abituati a perdere, male, da tre lustri. E per carità, se alcuni scudetti gli erano stati rubati (‘98 e 2002), per le figuracce in Europa che giustificazioni avevano? Però alcuni di loro hanno pure il coraggio di parlare di quell’episodio come per dire che Dida si sarebbe comportato scorrettamente.
Poco da dire, molti di loro (non tutti, semper distinguit, dicevano i tomisti) vivono in un mondo tutto loro. Del resto la realtà per come è, è particolarmente difficile da accettare, se si è interisti.
La realtà per un interista è più dura dell’impatto con l’asfalto dopo un volo dal decimo piano. Da lì sorge la necessità di alterarla, edulcorarla, abbellirla, proprio per tentare di mitigare l’impatto con essa. Sennonché, poi, l’impatto arriva sempre, ineluttabile. Perché come la forza di gravità non cessa di esistere solo perché tu decidi di buttarti dal nono piano pretendendo di librarti in aria, così la realtà non si fa da parte perché tu glielo chiedi, ma alla fine si impone sempre.
Incommentabile il paragone che è stato fatto. Io la rivalità con loro la sento meno, un po' perchè non sto a Milano, un po' forse anche per quello. Non li considero rivali alla pari. Devo dire però che durante il loro ciclo li odiavo quasi quanto ora odio i gobbi. La sera in cui vinsero la Champions la presi malissimo e bruciai una bandiera nerazzurra in piazza
