Da manager, che ha iniziato come un normale dipendente, ti dico che sono rischi differenti.
Non si parla di morte sul lavoro del manager, a meno che non ti chiami David Rossi.
Si parla però di morte sul lavoro degli operai. La gestione in termini di sicurezza, di budget, della stessa assunzione, sono responsabilità di un manager.
Se tu ti fai male sul posto di lavoro perché il luogo non è a norma, la dirigenza rischia penalmente.
Se un manager non sa gestire le persone, rischia di fare loro del male psicologicamente (burnout, per esempio), e fare del male all'azienda perché le tempistiche di business non sono rispettate. Ergo, l'azienda perde soldi. Ergo, il business va in perdita, e si rischiano i posti di lavoro, specialmente visto che con il Jobs Act sono molte le aziende che assumono con la consapevolezza di poter ridurre il personale alla bisogna dando una semplice indennità, che è tipo una seconda buonuscita.
Io parlo con clienti, stimo costi, devo analizzare gli investimenti (parliamo di cifre che variano dai 5 ai 7 zeri, a commessa) e capire se sono utili o meno per la mia azienda. Devo capire opportunità di business anche laddove il cliente non lo dica apertamente, perché spesso e volentieri non sa nemmeno lui di cosa ha davvero bisogno.
Devo cercare di modellare le richieste di un cliente per far sì che siano utili e in linea con le aspettative di business della mia azienda.
Devo gestire le persone che lavorano con me, facendole crescere, dando loro spazio per mostrare le loro qualità, facendole sentire apprezzate e ben volute. Ecc.
Tu puoi pensare che siano cose futili, ma queste fanno la differenza tra una azienda in salute e una in fallimento.
E una azienda in fallimento vuol dire gente buttata in mezzo alla strada che non porta il pane a casa.
Sulla questione della sproporzione degli stipendi, è mera retorica,
@pazzomania, detta per lo più da gente che quei soldi li guadagna tra libri, interviste e quant'altro.
Purtroppo c'è, soprattutto in Italia, una criminalizzazione della ricchezza, quando in realtà andrebbe criminalizzato chi ha le mani in pasta con la politica, ma che per ovvi motivi non viene toccato.
La questione non è se quanto prenda un manager sia giusto o sbagliato. La questione è come ci è arrivato lì.