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parliamo di decenni di differenza tra un pensionato di ieri ed uno di domani,non è una faccenda di poco.
questo cambia completamente lo stile di vita,non solo tuo ma anche dei tuoi familiari.
se hai un nonno giovane a disposizione in famiglia è un conto,se non ce l'hai cambia tutto e magari lascia il lavoro pure tua moglie o lo fa part-time per esempio.
quando andranno in pensione un domani non potranno aiutare nessuno,saranno dei vecchi decrepiti.
dovrà cambiare completamente il welfare state avvicinandosi a quello nordeuropeo,non più con la solidarietà tra famiglie di origine e nuovi nuclei formati dai figli.
non mi risulta però stiano pensando a questo nella politica.
a causa della vita deteriorata e frenetica di oggi molti moriranno senza avere la pensione.
senza una guerra avremo milioni senza pensione.
oltre al fatto di per sè del privilegio,quello che ripugna è il loro atteggiamento.
non dicono "sì hai ragione,è ingiusto per gli altri.sono un/a privilegiato/a. mi vergogno,accetto una riduzione dell'assegno per aiutare chi ha bisogno"
assolutamente no,puntualmente fanno rete per opporsi ai ricalcoli e persino ad una tantum come il contributo di solidarietà
non bisogna avere alcuna remora nello scherno verso di loro,sono senza pietà come un gerarca di guerra.
Questo punto per me è la discriminante vera, per me non è neanche una questione di accettare la riduzione dell'assegno, quanto del vittimismo continuo di questa categoria di persone. Vorrei sentirne almeno uno dire:
"sono stato fortunato, lo so che non è giusto, ma sono capitato nel periodo migliore e lo sfrutto finché posso"
Invece è pieno di gente che si LAMENTA di continuo:
Eh, ma io la pensione me la sono guadagnata, e ma io ho lavorato mille mila anni, e ma io qua, ma io la... Non li sopporto.