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Potrebbe, pure se io le cause cerco di trovarle all'interno.guarda io la avevo descritta così
"roma o lecce non è la 1a batosta che si prende in 3 anni, ma prima ribaltavi tutto la partita dopo mentre ora sprofondi.
i calciatori ci vedono mica son scemi. se sono pessimisti hanno i loro motivi."
ma il pensiero è più o meno quello. non credo siano le punizioni la causa... le punizioni sono l'effetto.
la causa è venuta prima ed è forse un mercato deludente per i più ambiziosi o forse leao che rinnova oltre ai 4,5??? potrebbe essere una lettura.
Per dirla in altri termini, è che quando a lavoro passi da essere giovane promettente impiegato di un team ad esserne il direttore. Cambia tutto.
Idem questi giovani giocatori sono passati in pochi mesi da essere giovani sorprese (pensa a Kalulu), osannati, invidiati, definiti miracolo nell'entusiasmo generale... a favoriti. Dove prima un pareggio era visto come un incidente da superare per migliorare e crescere (i sogni li realizza solo chi ci crede, era il motto dello spogliatoio durante la corsa scudetto, anche scritto sulle maglie della festa) oggi è una mezza catastrofe, delusione di tutti.
Oggettivamente oggi siamo al secondo posto, mica siamo a metà classifica, abbiamo passato il turno in Champions dopo una vita, so che sembra poco ma non lo è pensando a dove eravamo poco tempo fa, quando questo ci sembrava il massimo.
E' cambiata la prospettiva per noi tifosi... figuriamoci cosa comporti per loro che vanno in campo.
Poi certo quello che scrivi è giusto (il mercato travagliato, tanti giovani da inserire, il carosello dei rinnovi), è una possibile lettura, ma per me la dinamica che stiamo vivendo è piu complessa e profonda, per certi versi necessaria perchè siamo cresciuti troppo in fretta, quasi a pensare che sia facile vincere, quando invece non lo è.
Tutti penso abbiamo avuto esperienze nella vita di quando in una cosa vai alla grande, vinci, tutto sembra perfetto, poi improvvisamente le cose si bloccano e scopri che devi farti un mazzo tanto per migliorare e vincere ancora, che facile non è proprio nulla, anzi devi darti da fare il doppio di prima. Come si dice, il difficile non è arrivare in cima, è restarci.
Ieri per dire avevamo di fronte Sarri, uno che fino a qualche anno fa era dipinto come il migliore o quasi. Ecco, pensandoci lucidamente, cavolo, lui è un grande allenatore e dopo due anni di lavoro ora la Lazio gioca come vuole lui, cioè alla grande. Se la affronti in condizioni mentali precarie, insicuro, nervoso, contratto, questi ti asfaltano. Mica è facile vincere contro questa Lazio, pure se fai una grande partita, figuriamoci se vai in campo come noi ieri sera. Ma il discorso si allarga all'Inter, al Lecce, al Torino, tutte squadre organizzate che ti fanno sputare sangue se le vuoi battere.