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Avrai notato che non ho parlato di soldi, di investimenti, di vittorie ma solo di sentimento.Io condivido l’approccio di Milanismo…
Io tifo il Milan e tifare significa sperare per il meglio.
Sia nelle annate buone che in quelle pessime.
se alcuni vogliono passare le giornate a vomitare odio contro la società che facciano pure, ma dovrebbero capire che lo sport si può vivere in tanti modi e che rimane un argomento frivolo e da cui si dovrebbe trarre positività, anche quando non si vince.
E ad alcuni secondo me piacerebbe ancora parlare di calciomercato, di giocatori, di formazioni per la prossima stagione e di calcio giocato, senza per questo essere ammorbati da chi ha perso passione e vuole vedere sprofondare la squadra sperando che cambi la società.
poi, per carità, sono il primo che vorrebbe Maldini in società, Furlani a Honolulu e Tonali in mezzo al campo con Rejinders, e che finalmente spendessero 60/70 milioni per una punta degna di questo nome, però ad una certa bisognerebbe anche farsene una ragione, non è così e non sarà così finché siamo in mano ad Elliot.
Non vi piace l’idea? Non è colpa mia, né di chi ha piacere di continuare a seguire e tifare la squadra.
Ma se questo approccio per qualcuno significa essere appecorati me ne farò una ragione
Per gestire il Milan servono sentimento e cuore .
Non sono rancoroso e nemmeno adirato.
Come fa quel detto?
Preoccupati fin quando sbotto, che' quando non parlo vuol dire che è finita.
A me non piace come il club tratta giocatori, tifosi e come gestisce la quotidianità.
Il Milan dovrebbe partire sempre dalla tradizione per poi fondersi con l'innovazione.
Questo è essenziale affinché un padre possa tramandare una passione a un figlio.
Passano i dirigenti, passano i tifosi, passano i giocatori ma il club resta e deve restare nel cuore.
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