Pienamente d'accordo sulla questione dell'espulsione.
Anche io penso la stessa cosa da tanto tempo, le espulsioni devono essere a tempo, dopo il quale entra una riserva dalla panchina.
Le partite giocate in larga parte in disparità numerica perdono gran parte dell'interesse, almeno per me, soprattutto se in inferiorità rimane la squadra più debole.
La questione cambi non mi sembra una gran rivoluzione. Sinceramente non vedo neppure impatti troppo negativi per quanto riguarda il gioco.
Casomai, il grande rischio è di aggravare il divario già grande tra grandi e piccoli club, perchè avvantaggerebbe non poco chi ha rose ampie e tante alternative. Quindi, secondo me, le 5 sostituzione dovrebbero essere controbilanciate da regole diverse sui tesseramenti e sulla composizione delle rose (ad esempio, i due cambi aggiuntivi potrebbero coinvolgere esclusivamente under 21 team formed)
Non solo, ma bisognerebbe tornare a dare un maggior peso (molto maggiore) ai giocatori autoctoni e a quelli del vivaio.
Non dovrebbero essere permessi più di 5 stranieri per rosa, e ogni club dovrebbe formare la stragrande maggioranza della squadra con giocatori di nazionalità autoctona oltre che primavera (importante questo cosicché i club dominanti non possano saccheggiare ogni talento nemmeno nella propria nazione, visto che il limite non sarebbe, in questo scenario, solo per i giocatori stranieri ma anche per i giocatori non del vivaio. Certo, i giocatori autoctoni sarebbero importantissimi ma quelli del vivaio non lo sarebbero di meno).
Così si vedrebbe un calcio molto ma molto più equilibrato. Tornerebbe ad essere uno sport, perché nessuno potrebbe più permettersi squadroni all star solo col potere del denaro.
Il Milan di Sacchi e Capello, spesso citato a sproposito come una specie di Real di Zidane ante litteram, era ciò che era -molto più forte del Real di Zidane peraltro- soprattutto grazie a giocatori autoctoni e del vivaio, senza quelli non ci sarebbe mai stato, non avrebbe mai vinto ciò che ha vinto, anche perché all’epoca, fino a Bosman, non potevi usare le altre squadre come “farmer teams” come fai oggi, quindi gli squadroni all star tornerebbero ad essere casi rarissimi dovuti ad un connubio di homegrown talent e grandi acquisti (che però sarebbero non l’intera torta, come oggi, perché il Milan di Sacchi e Capello senza i suoi grandi italiani non sarebbe andato da nessuna parte, nemmeno mettendoci i tre olandesi) non solo dovuti alla mera potenza di fuoco economica come oggi. Non a caso il Real rimase a secco nell’Europa che conta per 32 anni, dal 1966 al 1998, perchè doveva contare principalmente sui giocatori spagnoli fino alla disgraziata Legge Bosman, e siccome i giocatori spagnoli in quei 30 anni facevano abbastanza pena anche loro non se la passavano granché bene. Invece nella finale di Champions del 2018 il Real schierava TRE spagnoli in campo (Carvajal, Sergio Ramos e Isco). Ditemi voi se una squadra spagnola può avere gli spagnoli come eccezione e non come regola. Ci credo che vediamo divari sempre più enormi, quando ogni team coi soldi può permettersi di colmare ogni lacuna possibile prendendo qualsiasi giocatore il mondo offra, la situazione non può che essere questa.
Ma nello scenario illustrato da me sopra, cioè uno scenario che limiti pesantemente gli acquisti stranieri, anche i cinque cambi sarebbero fattibili.
Introdurre la regola dei cinque cambi adesso servirebbe a ridurre ulteriormente i risibili spazi di imprevedibilità che ancora rimangono, sarebbe come vedere Tyson, Holyfield, Foreman, Frazier, Lennox Lewis e Riddick Bowe combattere contro pesi medi, welter e leggeri senza nemmeno i guanti.