Già.
Che poi non è neanche vero che quanto fatto da Pelè sia stato fatto solo col Brasile. Portò infatti il Santos a vincere due coppe intercontinentali, che all’epoca era un trofeo davvero importantissimo, perché le squadre sudamericane dell’epoca spesso erano tanto forti quanto le corrispettive europee, non raramente lo erano anche di più (tanto è vero che fino ad inizio anni 2000 il Sudamerica era in vantaggio sull’Europa per quanto riguarda i titoli mondiali per club -di fatto l’intercontinentale questo era, tanto è vero che Pelè diceva sempre di essere cinque volte campione del mondo, tre col Brasile e due col Santos- vinti).
Non c’era neanche lontanamente l’accentramento di tutti i talenti sudamericani nelle migliori squadre europee che c’è oggi (che, tra parentesi, per me è la ragione per la quale Argentina e Brasile faticano a tornare competitive; i loro talenti vengono depredati troppo presto dall’Europa e spesso venendo troppo presto qui si bruciano).
Bisognerebbe anche domandarsi quale sia la qualità media dei difensori di oggi. Van Un Djik oggi sembra un alieno, un tempo in Serie A sarebbe stato un buon/ottimo difensore ma nulla di eccezionale.
Bisognerebbe anche chiedersi quanto siano cambiate le regole nel corso degli anni, che un tempo avvantaggiavano molto di più le difese, pensiamo solo alla regola del retropassaggio al portiere (la ragione per la quale Van Basten nella stagione di Italia ‘90 fece 19 goal da capocannoniere mentre oggi in una stagione di Serie A anche un Piatek qualsiasi, che non avrebbe mai giocato in Serie A neigli anni ‘90, anche perché qualsiasi difensore anche dell’ultima in classifica lo avrebbe fatto sparire, riesce a farne 22 se becca l’anno buono) e a quanto fosse tollerato il gioco duro e anche durissimo.
Onde evitare di mitizzare eccessivamente alcuni giocatori moderni.