Ibra socio di Cardinale. Non sarà dirigente.

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CorSport sul ritorno di Ibra vicino: tra le prime ipotesi quella di un ruolo di consigliere del proprietario americano. D’altronde non è il primo incontro tra Zlatan e Cardinale, i due hanno avuto già altri confronti dal vivo tra agosto e settembre, e in precedenza Ibra aveva visto anche il presidente Scaroni e l’amministratore delegato Giorgio Furlani. Summit e colloqui che vanno avanti dal mese di luglio per cercare di trovare la quadra sul ruolo da ritagliare per Zlatan. Si sta definendo la mansione più congeniale all’ex attaccante, un ruolo che al momento non esiste nel club e che dovrà essere cucito addosso a Ibra. Sensazioni positive per il ritorno dello svedese.
 

-Lionard-

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Come riportato dalla GDS, proseguono gli incontri tra Ibra e Cardinale per definire il futuro dello svedese. Si va verso un Ibra versione "socio" di Cardinale. Oltre al Milan, i suoi compiti potrebbero estendersi ad attività extra come sport, media e intrattenimento. Ibra parteciperebbe ad alcuni investimenti seguendo le orme di Lebron. Quindi, non solo Milan ma anche altri progetti. I colloqui vanno avanti da settimane e definire il nuovo ruolo, esteso a più settori, può necessitare di più tempo. Quindi, Ibra non sarà dirigente. A Milanello Ibra poteva essere utile per la squadra ma ingombrante per Pioli. E le competenze da dirigente sono tutte da dimostrare. Soluzione che infatti la società esclude.

CorSera: non ci sono salvatori della patria, difficili da trovare in assoluto, inesistenti nel modo di pensare di Gerry Cardinale, che fa del lavoro di gruppo un pilastro delle sue organizzazioni, il contrario dell’uomo solo al comando. Però Cardinale è anche abituato a gestire le star, avere a fianco leader e numeri uno, da Ben Affleck a LeBron James. Così non può essere un caso se il proprietario del Milan, appena atterrato, uno dei primi incontri l’ha avuto con Zlatan Ibrahimovic. Nulla a che vedere con la crisi che il Milan sta attraversando e che Cardinale vorrà approfondire di persona con chi gestisce il club, dall’a.d. Giorgio Furlani all’allenatore Stefano Pioli. Quello con Ibra è la prosecuzione di un discorso iniziato in estate. I due si sono già visti, il feeling c’è, il filo è stato riannodato ieri. Nessun commento da ambo le parti, ma quello che filtra è che non ci sono ostacoli per proseguire insieme, se non le scelte di vita di Ibra che si sta godendo la libertà ritrovata. Previsione? Prima o poi accadrà, con i tempi di Zlatan che Cardinale intende rispettare. Il Milan non ha lanciato sos in mezzo al mare, non aspetta che sia Ibra a fornire la scialuppa di salvataggio, trovare una via di uscita è compito della squadra di oggi, come ha detto Maignan prima della partita crocevia di stasera col Psg, uno che non si sottrae alle responsabilità («Io mi sento un leader naturale, ma lo sono anche altri miei compani»). Ibra salirà a bordo quando vorrà. Però è possibile che i contatti ravvicinati con il mondo Milan funzionino da acceleratori: non ci sarebbe da stupirsi se a Zlatan venisse la voglia di impegnarsi in tempi stretti. È uscito senza parlare, ma sorridente.

Tuttosport sul'incontro di ieri: il luogo era il medesimo di fine settembre, ovvero il centralissimo e lussuoso Portrait Hotel di Milano e gli interlocutori sono stati, di nuovo, i medesimi ovvero Gerry Cardinale e Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese ha varcato il cancello che immette al parcheggio interno dell’hotel alle 17:30 ed uscito, alla guida della sua macchina, circa due ore dopo. Nel mezzo centoventi minuti di colloquio con il manager che serra le fila del Milan e che lo vuole dentro il club fin dal giorno in cui Ibra ha scelto di smettere di giocare a calcio. Perché Cardinale vede in Zlatan una risorsa importante per il club a 360 gradi e questo sta a testimoniare, ancora una volta, come l’interessamento a Ibra avvenga in maniera aprioristica dal momento di difficoltà della squadra. Nessuna balia per Pioli e per i giocatori (i problemi c’erano anche con Maldini e Massara), ma la ricerca di un inquadramento giusto dentro una struttura sportiva che, in ogni caso, continuerebbe a fare capo a Giorgio Furlani (che ieri ha pranzato con Cardinale). È proprio questo il punto della situazione: che ruolo e che mansioni dovrebbe avere Zlatan Ibrahimovic qualora ritornasse per la sua terza avventura al Milan? Le bocche sono sigillate, sia dal lato rossonero sia da quello svedese con Ibra che ieri sera si è lasciato andare solo a un grande sorriso quando ha visto il tentativo – vano – di assalto dei cronisti appostati fuori dal Portrait per cercare di strappargli una dichiarazione. A Zlatan piacerebbe un ruolo operativo vicino alla squadra e all’allenatore, con un filo diretto con il trio Furlani-Moncada-D’Ottavio, un punto di riferimento sia per il pianeta Milanello sia per quanto concerne chi lavora dietro la scrivania a Casa Milan. L’incontro di ieri è stato ancora interlocutorio, non si è ancora arrivati alla quadratura del cerchio, ma dalla lista delle cose che Zlatan potrebbe fare c’è da depennare quella di “brand ambassador”. Un ruolo che proprio non rientra nelle possibilità di trattativa tra le parti. Cardinale è affascinato dalla figura di Ibrahimovic, pensa che sia un elemento che è sempre meglio avere al proprio fianco piuttosto che vederlo portare le sue doti altrove. Si è parlato anche di un ruolo da consigliere personale dello stesso fondatore di RedBird ma, ad oggi, ogni strada è aperta e saranno necessari dei nuovi contatti per arrivare al punto finale di questa trattativa, portata avanti in prima persona da Gerry Cardinale, che oggi dovrebbe presenziare al pranzo ufficiale della Uefa come era già accaduto a fine settembre in occasione di Milan-Newcastle. Possibile che Ibra, questa sera, sia allo stadio ma lo si scoprirà in via ufficiale solamente poco prima del calcio d’inizio. Per lui un posto in tribuna d’onore c’è sempre così come il Milan ha sempre lasciato aperte, per non dire spalancate, le porte per un suo ritorno nelle vesti dirigenziali. Tutto adesso passa dalla scelta di Zlatan, che come scelta di vita ha deciso di mettere definitivamente radici a Milano, dove ha diversi investimenti in più settori. Ma il rossonero è un richiamo sempre molto forte per lui e l’idea di poter ancora incidere dentro l’ambiente Milan lo stuzzica. Ci vorrà ancora un po’ di tempo per capire se Cardinale lo farà… Papa.

CorSport sul ritorno di Ibra vicino: tra le prime ipotesi quella di un ruolo di consigliere del proprietario americano. D’altronde non è il primo incontro tra Zlatan e Cardinale, i due hanno avuto già altri confronti dal vivo tra agosto e settembre, e in precedenza Ibra aveva visto anche il presidente Scaroni e l’amministratore delegato Giorgio Furlani. Summit e colloqui che vanno avanti dal mese di luglio per cercare di trovare la quadra sul ruolo da ritagliare per Zlatan. Si sta definendo la mansione più congeniale all’ex attaccante, un ruolo che al momento non esiste nel club e che dovrà essere cucito addosso a Ibra. Sensazioni positive per il ritorno dello svedese.
Possono trovare tutte le definizioni inclusive, cool e liquide che vogliono ma non cambia la sostanza. Se Cardinale dopo 3 mesi dalla rivoluzione deve rivolgersi ad Ibra come "socio" c'è qualcosa che non va in società e il connubio proprietà-dirigenza non è così granitico come si pensava questa estate. Dunque: tutti giudicati in base ai risultati.

Sicuro che Cardinale ha coinvolto Ibra per parlare di "media and entertainment". Lo svedese del resto è una delle massime autorità in questo ambito no?
 

Albijol

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Tuttosport sul'incontro di ieri: il luogo era il medesimo di fine settembre, ovvero il centralissimo e lussuoso Portrait Hotel di Milano e gli interlocutori sono stati, di nuovo, i medesimi ovvero Gerry Cardinale e Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese ha varcato il cancello che immette al parcheggio interno dell’hotel alle 17:30 ed uscito, alla guida della sua macchina, circa due ore dopo. Nel mezzo centoventi minuti di colloquio con il manager che serra le fila del Milan e che lo vuole dentro il club fin dal giorno in cui Ibra ha scelto di smettere di giocare a calcio. Perché Cardinale vede in Zlatan una risorsa importante per il club a 360 gradi e questo sta a testimoniare, ancora una volta, come l’interessamento a Ibra avvenga in maniera aprioristica dal momento di difficoltà della squadra. Nessuna balia per Pioli e per i giocatori (i problemi c’erano anche con Maldini e Massara), ma la ricerca di un inquadramento giusto dentro una struttura sportiva che, in ogni caso, continuerebbe a fare capo a Giorgio Furlani (che ieri ha pranzato con Cardinale). È proprio questo il punto della situazione: che ruolo e che mansioni dovrebbe avere Zlatan Ibrahimovic qualora ritornasse per la sua terza avventura al Milan? Le bocche sono sigillate, sia dal lato rossonero sia da quello svedese con Ibra che ieri sera si è lasciato andare solo a un grande sorriso quando ha visto il tentativo – vano – di assalto dei cronisti appostati fuori dal Portrait per cercare di strappargli una dichiarazione. A Zlatan piacerebbe un ruolo operativo vicino alla squadra e all’allenatore, con un filo diretto con il trio Furlani-Moncada-D’Ottavio, un punto di riferimento sia per il pianeta Milanello sia per quanto concerne chi lavora dietro la scrivania a Casa Milan. L’incontro di ieri è stato ancora interlocutorio, non si è ancora arrivati alla quadratura del cerchio, ma dalla lista delle cose che Zlatan potrebbe fare c’è da depennare quella di “brand ambassador”. Un ruolo che proprio non rientra nelle possibilità di trattativa tra le parti. Cardinale è affascinato dalla figura di Ibrahimovic, pensa che sia un elemento che è sempre meglio avere al proprio fianco piuttosto che vederlo portare le sue doti altrove. Si è parlato anche di un ruolo da consigliere personale dello stesso fondatore di RedBird ma, ad oggi, ogni strada è aperta e saranno necessari dei nuovi contatti per arrivare al punto finale di questa trattativa, portata avanti in prima persona da Gerry Cardinale, che oggi dovrebbe presenziare al pranzo ufficiale della Uefa come era già accaduto a fine settembre in occasione di Milan-Newcastle. Possibile che Ibra, questa sera, sia allo stadio ma lo si scoprirà in via ufficiale solamente poco prima del calcio d’inizio. Per lui un posto in tribuna d’onore c’è sempre così come il Milan ha sempre lasciato aperte, per non dire spalancate, le porte per un suo ritorno nelle vesti dirigenziali. Tutto adesso passa dalla scelta di Zlatan, che come scelta di vita ha deciso di mettere definitivamente radici a Milano, dove ha diversi investimenti in più settori. Ma il rossonero è un richiamo sempre molto forte per lui e l’idea di poter ancora incidere dentro l’ambiente Milan lo stuzzica. Ci vorrà ancora un po’ di tempo per capire se Cardinale lo farà… Papa.
Raga ma solo a me sta cosa puzza di Jerry che non cha un dollaro e va a chiedere i soldi a Ibra in cambio di un pezzo di Milan? Considerate che l'altro progetto sportivo di Redbird, l'XFL sta naufragando in un mare di perdite e che la stessa Redbird ha messo in vendita il Tolosa...
 
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CorSport sul ritorno di Ibra vicino: tra le prime ipotesi quella di un ruolo di consigliere del proprietario americano. D’altronde non è il primo incontro tra Zlatan e Cardinale, i due hanno avuto già altri confronti dal vivo tra agosto e settembre, e in precedenza Ibra aveva visto anche il presidente Scaroni e l’amministratore delegato Giorgio Furlani. Summit e colloqui che vanno avanti dal mese di luglio per cercare di trovare la quadra sul ruolo da ritagliare per Zlatan. Si sta definendo la mansione più congeniale all’ex attaccante, un ruolo che al momento non esiste nel club e che dovrà essere cucito addosso a Ibra. Sensazioni positive per il ritorno dello svedese.
Solo al Milan si parla da anni più di "dirigenti" che di calciatori.
Poi di allenatori.

I calciatori sempre in ultima posizione, pazzesco.
 

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Come riportato dalla GDS, proseguono gli incontri tra Ibra e Cardinale per definire il futuro dello svedese. Si va verso un Ibra versione "socio" di Cardinale. Oltre al Milan, i suoi compiti potrebbero estendersi ad attività extra come sport, media e intrattenimento. Ibra parteciperebbe ad alcuni investimenti seguendo le orme di Lebron. Quindi, non solo Milan ma anche altri progetti. I colloqui vanno avanti da settimane e definire il nuovo ruolo, esteso a più settori, può necessitare di più tempo. Quindi, Ibra non sarà dirigente. A Milanello Ibra poteva essere utile per la squadra ma ingombrante per Pioli. E le competenze da dirigente sono tutte da dimostrare. Soluzione che infatti la società esclude.

CorSera: non ci sono salvatori della patria, difficili da trovare in assoluto, inesistenti nel modo di pensare di Gerry Cardinale, che fa del lavoro di gruppo un pilastro delle sue organizzazioni, il contrario dell’uomo solo al comando. Però Cardinale è anche abituato a gestire le star, avere a fianco leader e numeri uno, da Ben Affleck a LeBron James. Così non può essere un caso se il proprietario del Milan, appena atterrato, uno dei primi incontri l’ha avuto con Zlatan Ibrahimovic. Nulla a che vedere con la crisi che il Milan sta attraversando e che Cardinale vorrà approfondire di persona con chi gestisce il club, dall’a.d. Giorgio Furlani all’allenatore Stefano Pioli. Quello con Ibra è la prosecuzione di un discorso iniziato in estate. I due si sono già visti, il feeling c’è, il filo è stato riannodato ieri. Nessun commento da ambo le parti, ma quello che filtra è che non ci sono ostacoli per proseguire insieme, se non le scelte di vita di Ibra che si sta godendo la libertà ritrovata. Previsione? Prima o poi accadrà, con i tempi di Zlatan che Cardinale intende rispettare. Il Milan non ha lanciato sos in mezzo al mare, non aspetta che sia Ibra a fornire la scialuppa di salvataggio, trovare una via di uscita è compito della squadra di oggi, come ha detto Maignan prima della partita crocevia di stasera col Psg, uno che non si sottrae alle responsabilità («Io mi sento un leader naturale, ma lo sono anche altri miei compani»). Ibra salirà a bordo quando vorrà. Però è possibile che i contatti ravvicinati con il mondo Milan funzionino da acceleratori: non ci sarebbe da stupirsi se a Zlatan venisse la voglia di impegnarsi in tempi stretti. È uscito senza parlare, ma sorridente.

Tuttosport sul'incontro di ieri: il luogo era il medesimo di fine settembre, ovvero il centralissimo e lussuoso Portrait Hotel di Milano e gli interlocutori sono stati, di nuovo, i medesimi ovvero Gerry Cardinale e Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese ha varcato il cancello che immette al parcheggio interno dell’hotel alle 17:30 ed uscito, alla guida della sua macchina, circa due ore dopo. Nel mezzo centoventi minuti di colloquio con il manager che serra le fila del Milan e che lo vuole dentro il club fin dal giorno in cui Ibra ha scelto di smettere di giocare a calcio. Perché Cardinale vede in Zlatan una risorsa importante per il club a 360 gradi e questo sta a testimoniare, ancora una volta, come l’interessamento a Ibra avvenga in maniera aprioristica dal momento di difficoltà della squadra. Nessuna balia per Pioli e per i giocatori (i problemi c’erano anche con Maldini e Massara), ma la ricerca di un inquadramento giusto dentro una struttura sportiva che, in ogni caso, continuerebbe a fare capo a Giorgio Furlani (che ieri ha pranzato con Cardinale). È proprio questo il punto della situazione: che ruolo e che mansioni dovrebbe avere Zlatan Ibrahimovic qualora ritornasse per la sua terza avventura al Milan? Le bocche sono sigillate, sia dal lato rossonero sia da quello svedese con Ibra che ieri sera si è lasciato andare solo a un grande sorriso quando ha visto il tentativo – vano – di assalto dei cronisti appostati fuori dal Portrait per cercare di strappargli una dichiarazione. A Zlatan piacerebbe un ruolo operativo vicino alla squadra e all’allenatore, con un filo diretto con il trio Furlani-Moncada-D’Ottavio, un punto di riferimento sia per il pianeta Milanello sia per quanto concerne chi lavora dietro la scrivania a Casa Milan. L’incontro di ieri è stato ancora interlocutorio, non si è ancora arrivati alla quadratura del cerchio, ma dalla lista delle cose che Zlatan potrebbe fare c’è da depennare quella di “brand ambassador”. Un ruolo che proprio non rientra nelle possibilità di trattativa tra le parti. Cardinale è affascinato dalla figura di Ibrahimovic, pensa che sia un elemento che è sempre meglio avere al proprio fianco piuttosto che vederlo portare le sue doti altrove. Si è parlato anche di un ruolo da consigliere personale dello stesso fondatore di RedBird ma, ad oggi, ogni strada è aperta e saranno necessari dei nuovi contatti per arrivare al punto finale di questa trattativa, portata avanti in prima persona da Gerry Cardinale, che oggi dovrebbe presenziare al pranzo ufficiale della Uefa come era già accaduto a fine settembre in occasione di Milan-Newcastle. Possibile che Ibra, questa sera, sia allo stadio ma lo si scoprirà in via ufficiale solamente poco prima del calcio d’inizio. Per lui un posto in tribuna d’onore c’è sempre così come il Milan ha sempre lasciato aperte, per non dire spalancate, le porte per un suo ritorno nelle vesti dirigenziali. Tutto adesso passa dalla scelta di Zlatan, che come scelta di vita ha deciso di mettere definitivamente radici a Milano, dove ha diversi investimenti in più settori. Ma il rossonero è un richiamo sempre molto forte per lui e l’idea di poter ancora incidere dentro l’ambiente Milan lo stuzzica. Ci vorrà ancora un po’ di tempo per capire se Cardinale lo farà… Papa.

CorSport sul ritorno di Ibra vicino: tra le prime ipotesi quella di un ruolo di consigliere del proprietario americano. D’altronde non è il primo incontro tra Zlatan e Cardinale, i due hanno avuto già altri confronti dal vivo tra agosto e settembre, e in precedenza Ibra aveva visto anche il presidente Scaroni e l’amministratore delegato Giorgio Furlani. Summit e colloqui che vanno avanti dal mese di luglio per cercare di trovare la quadra sul ruolo da ritagliare per Zlatan. Si sta definendo la mansione più congeniale all’ex attaccante, un ruolo che al momento non esiste nel club e che dovrà essere cucito addosso a Ibra. Sensazioni positive per il ritorno dello svedese.


Vedi l'allegato 6279
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Raga ma solo a me sta cosa puzza di Jerry che non cha un dollaro e va a chiedere i soldi a Ibra in cambio di un pezzo di Milan? Considerate che l'altro progetto sportivo di Redbird, l'XFL sta naufragando in un mare di perdite e che la stessa Redbird ha messo in vendita il Tolosa...

che Cardinale non sia ricco stile sceicco è assodato, che Ibra abbia tanti soldi anche.

Che ne abbia abbastanza per rischiarli in un giochino pericoloso come il calcio dubito
 
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