Ibra raccontato dagli ex compagni. Tutte le dichiarazioni.

admin

Administrator
Membro dello Staff
Registrato
6 Agosto 2012
Messaggi
239,311
Reaction score
44,013
Ibra raccontato dagli ex compagni di squadra, intervistati dalla GDS

Mattisson:"Conosco Zlatan dai tempi delle giovanili, ma riesce sempre a colpirmi. Il suo rendimento è impressionante, anche oggi che ha quarant’anni. Già all’inizio della sua carriera ha cominciato a sviluppare una mentalità vincente, la stessa che lo guida ancora adesso verso nuovi obiettivi. Impressionante sì, ma non sorprendente, perché Ibra è stato sempre un grande professionista: si prende cura del proprio corpo nel migliore dei modi, in pochi riescono a gestire il proprio fisico come fa lui. Per questo spero che possa andare avanti a divertirci ancora un po’, magari per un paio di stagioni.

Grygera:"Abbiamo vinto il campionato insieme all’Ajax: oggi come allora Zlatan è sicuro di sé e ha la straordinaria capacità di trasmettere la sua sicurezza al resto del gruppo. Non va mai nel panico, gestisce perfettamente ogni tipo di situazione: la squadra assorbe la sua convinzione, che lui sia in campo o fuori. Carica su di sé pressioni e responsabilità,a 40 anni è quasi normale ma questo succedeva anche da giovanissimo. Era già consapevole della propria forza, tranquillo e sereno, se qualcosa non funzionava ci ripeteva: «Calma ragazzi, ce la faremo». Ovviamente resta di un’altra categoria anche a livello tecnico."

Tacchinardi:" Il primo giorno che lo vidi a Torino mi impressionò per la forza fisica, è un super atleta, come LeBron James o Michael Jordan. Fuori dal comune, anche per uno sportivo professionista. E al fisico stellare accompagnava già grandissima personalità, la voglia di competere con tutto e tutti e dimostrarsi più forte. Gli anni lo hanno portato a pensare alla squadra: non più solo “io”, ma “noi”. Un passaggio che per campioni così non è scontato: Cristiano Ronaldo è ancora focalizzato su se stesso. E poi lui trasmette il suo carisma: quando ti passa vicino lo avverti, senti quello che pensa. E’ una dote che hanno solo i grandi, la ricordo in Vialli o Gianni Agnelli"

Crespo:"Ibrahimovic è un assoluto fenomeno. Riuscire a fare quello che fa lui a quarant’anni anni nel campionato italiano, che è uno dei più difficili al mondo, è davvero incredibile. In ogni partita, anche quando non fa genialate, dimostra di essere sempre a un livello superiore rispetto ai compagni e agli avversari, è di un’altra categoria. Quando giocavamo insieme all’Inter era già un campione, ma non aveva ancora questa maturità e capacità di trascinare la squadra che vedo oggi nel Milan. Adesso è un vero faro, i compagni devono soltanto seguirlo per continuare a crescere e puntare a vincere.

G. Milito:" Di Zlatan ho bellissimi ricordi, sia da compagno di squadra che da amico. Il momento che sta vivendo mi rende molto felice, parliamo di un calciatore che ha segnato un’epoca e che sarà ricordato a lungo, anche se il momento in cui deciderà di smettere mi pare ancora lontano. Dal punto di vista fisico nessuno mi ha mai sorpreso come lui: se hai una corporatura come quella di Ibra, non è facile avere così tanta agilità e abilità. Vederlo protagonista in campo è una gioia: è un campione che fa il bene del calcio. E lo farà per qualche altra stagione, ne sono certo. Ha mentalità, vitalità e un talento enorme..."

Antonini:" Dell’Ibra di oggi c’è un aspetto che mi stupisce e un altro che mi riporta indietro di dieci anni. Vederlo così incisivo e atleticamente pronto, dopo aver affrontato un intervento al ginocchio e poi un infortunio al tendine, è qualcosa che mi lascia senza parole: fantascientifico. D’altra parte, però, se ripenso all’Ibra con cui ho giocato, tutto torna: già allora aveva una voglia incredibile di competere, lottare, vincere. Zlatan vuole sempre primeggiare, dimostrare di essere unico. È stato sempre il suo fuoco e lo è anche ora: “Avete mai visto un 40enne che fa cose da 30enne in campo? Guardate me e resterete a bocca aperta..."

Camara:" Ibra è speciale nel fisico e nella testa, affronta ogni giorno con una determinazione incredibile: così tanto forte che anche gli altri compagni ne vengono investiti. E lo segui perché il modo che ha di relazionarsi e pretendere il massimo dagli altri è lo stesso che usa su se stesso. A Parigi ha portato esperienza e organizzazione, oltre alla sua voglia di vincere ovunque: ricordo che anche dopo i successi nelle partitelle di squadra diventava pesantissimo all’interno dello spogliatoio.Ma per noi era un modo per “vendicarci” il giorno dopo e fare il massimo per vincere, anche in allenamento."

Romero:"Ibra è un vero campione, per tutto ciò che questa parola significa. Allo United ci sfidavamo nelle conclusioni in porta, così come nelle punizioni: aveva sempre qualcosa di giusto da dire ai compagni, per far capire e trasmettere la sua mentalità. Ci diceva sempre che l’intensità e la voglia che mettevamo in allenamento poi la ritrovavamo in partita. Un giorno abbiamo anche un po’ litigato ma dopo è venuto da me e mi ha detto: «Questo è quello che voglio da te e dagli altri, tu hai il sangue sudamericano e capisci piu veloce. Vedrai che così a fine stagione vinceremo qualcosa». Ha avuto ragione"

Schelotto:"Zlatan sorprende e non sorprende. Stupiscono l’età, la carriera e il fatto che sia così importante ancora oggi in un grande club. Ha qualcosa di speciale, un dono, come solo Messi e Ronaldo. Allo stesso tempo, però, è un giocatore con la testa da vincente e lo spirito da grande professionista: credo che la storia straordinaria di Ibra sia frutto del lavoro quotidiano. Le soddisfazioni che si prende anche a questa età sono meritatissime: ha lavorato duro per arrivare a certi livelli e rimanerci. E io, come tuttiquelli che hanno condiviso un pezzo di strada insieme a lui, gli sono riconoscente".
 
Registrato
11 Aprile 2016
Messaggi
68,763
Reaction score
36,834
Ibra raccontato dagli ex compagni di squadra, intervistati dalla GDS

Mattisson:"Conosco Zlatan dai tempi delle giovanili, ma riesce sempre a colpirmi. Il suo rendimento è impressionante, anche oggi che ha quarant’anni. Già all’inizio della sua carriera ha cominciato a sviluppare una mentalità vincente, la stessa che lo guida ancora adesso verso nuovi obiettivi. Impressionante sì, ma non sorprendente, perché Ibra è stato sempre un grande professionista: si prende cura del proprio corpo nel migliore dei modi, in pochi riescono a gestire il proprio fisico come fa lui. Per questo spero che possa andare avanti a divertirci ancora un po’, magari per un paio di stagioni.

Grygera:"Abbiamo vinto il campionato insieme all’Ajax: oggi come allora Zlatan è sicuro di sé e ha la straordinaria capacità di trasmettere la sua sicurezza al resto del gruppo. Non va mai nel panico, gestisce perfettamente ogni tipo di situazione: la squadra assorbe la sua convinzione, che lui sia in campo o fuori. Carica su di sé pressioni e responsabilità,a 40 anni è quasi normale ma questo succedeva anche da giovanissimo. Era già consapevole della propria forza, tranquillo e sereno, se qualcosa non funzionava ci ripeteva: «Calma ragazzi, ce la faremo». Ovviamente resta di un’altra categoria anche a livello tecnico."

Tacchinardi:" Il primo giorno che lo vidi a Torino mi impressionò per la forza fisica, è un super atleta, come LeBron James o Michael Jordan. Fuori dal comune, anche per uno sportivo professionista. E al fisico stellare accompagnava già grandissima personalità, la voglia di competere con tutto e tutti e dimostrarsi più forte. Gli anni lo hanno portato a pensare alla squadra: non più solo “io”, ma “noi”. Un passaggio che per campioni così non è scontato: Cristiano Ronaldo è ancora focalizzato su se stesso. E poi lui trasmette il suo carisma: quando ti passa vicino lo avverti, senti quello che pensa. E’ una dote che hanno solo i grandi, la ricordo in Vialli o Gianni Agnelli"

Crespo:"Ibrahimovic è un assoluto fenomeno. Riuscire a fare quello che fa lui a quarant’anni anni nel campionato italiano, che è uno dei più difficili al mondo, è davvero incredibile. In ogni partita, anche quando non fa genialate, dimostra di essere sempre a un livello superiore rispetto ai compagni e agli avversari, è di un’altra categoria. Quando giocavamo insieme all’Inter era già un campione, ma non aveva ancora questa maturità e capacità di trascinare la squadra che vedo oggi nel Milan. Adesso è un vero faro, i compagni devono soltanto seguirlo per continuare a crescere e puntare a vincere.

G. Milito:" Di Zlatan ho bellissimi ricordi, sia da compagno di squadra che da amico. Il momento che sta vivendo mi rende molto felice, parliamo di un calciatore che ha segnato un’epoca e che sarà ricordato a lungo, anche se il momento in cui deciderà di smettere mi pare ancora lontano. Dal punto di vista fisico nessuno mi ha mai sorpreso come lui: se hai una corporatura come quella di Ibra, non è facile avere così tanta agilità e abilità. Vederlo protagonista in campo è una gioia: è un campione che fa il bene del calcio. E lo farà per qualche altra stagione, ne sono certo. Ha mentalità, vitalità e un talento enorme..."

Antonini:" Dell’Ibra di oggi c’è un aspetto che mi stupisce e un altro che mi riporta indietro di dieci anni. Vederlo così incisivo e atleticamente pronto, dopo aver affrontato un intervento al ginocchio e poi un infortunio al tendine, è qualcosa che mi lascia senza parole: fantascientifico. D’altra parte, però, se ripenso all’Ibra con cui ho giocato, tutto torna: già allora aveva una voglia incredibile di competere, lottare, vincere. Zlatan vuole sempre primeggiare, dimostrare di essere unico. È stato sempre il suo fuoco e lo è anche ora: “Avete mai visto un 40enne che fa cose da 30enne in campo? Guardate me e resterete a bocca aperta..."

Camara:" Ibra è speciale nel fisico e nella testa, affronta ogni giorno con una determinazione incredibile: così tanto forte che anche gli altri compagni ne vengono investiti. E lo segui perché il modo che ha di relazionarsi e pretendere il massimo dagli altri è lo stesso che usa su se stesso. A Parigi ha portato esperienza e organizzazione, oltre alla sua voglia di vincere ovunque: ricordo che anche dopo i successi nelle partitelle di squadra diventava pesantissimo all’interno dello spogliatoio.Ma per noi era un modo per “vendicarci” il giorno dopo e fare il massimo per vincere, anche in allenamento."

Romero:"Ibra è un vero campione, per tutto ciò che questa parola significa. Allo United ci sfidavamo nelle conclusioni in porta, così come nelle punizioni: aveva sempre qualcosa di giusto da dire ai compagni, per far capire e trasmettere la sua mentalità. Ci diceva sempre che l’intensità e la voglia che mettevamo in allenamento poi la ritrovavamo in partita. Un giorno abbiamo anche un po’ litigato ma dopo è venuto da me e mi ha detto: «Questo è quello che voglio da te e dagli altri, tu hai il sangue sudamericano e capisci piu veloce. Vedrai che così a fine stagione vinceremo qualcosa». Ha avuto ragione"

Schelotto:"Zlatan sorprende e non sorprende. Stupiscono l’età, la carriera e il fatto che sia così importante ancora oggi in un grande club. Ha qualcosa di speciale, un dono, come solo Messi e Ronaldo. Allo stesso tempo, però, è un giocatore con la testa da vincente e lo spirito da grande professionista: credo che la storia straordinaria di Ibra sia frutto del lavoro quotidiano. Le soddisfazioni che si prende anche a questa età sono meritatissime: ha lavorato duro per arrivare a certi livelli e rimanerci. E io, come tuttiquelli che hanno condiviso un pezzo di strada insieme a lui, gli sono riconoscente".
Crespo è l'intruso in mezzo a una accozzaglia di scarsoni??
 
Registrato
11 Aprile 2016
Messaggi
68,763
Reaction score
36,834
Ibra raccontato dagli ex compagni di squadra, intervistati dalla GDS

Mattisson:"Conosco Zlatan dai tempi delle giovanili, ma riesce sempre a colpirmi. Il suo rendimento è impressionante, anche oggi che ha quarant’anni. Già all’inizio della sua carriera ha cominciato a sviluppare una mentalità vincente, la stessa che lo guida ancora adesso verso nuovi obiettivi. Impressionante sì, ma non sorprendente, perché Ibra è stato sempre un grande professionista: si prende cura del proprio corpo nel migliore dei modi, in pochi riescono a gestire il proprio fisico come fa lui. Per questo spero che possa andare avanti a divertirci ancora un po’, magari per un paio di stagioni.

Grygera:"Abbiamo vinto il campionato insieme all’Ajax: oggi come allora Zlatan è sicuro di sé e ha la straordinaria capacità di trasmettere la sua sicurezza al resto del gruppo. Non va mai nel panico, gestisce perfettamente ogni tipo di situazione: la squadra assorbe la sua convinzione, che lui sia in campo o fuori. Carica su di sé pressioni e responsabilità,a 40 anni è quasi normale ma questo succedeva anche da giovanissimo. Era già consapevole della propria forza, tranquillo e sereno, se qualcosa non funzionava ci ripeteva: «Calma ragazzi, ce la faremo». Ovviamente resta di un’altra categoria anche a livello tecnico."

Tacchinardi:" Il primo giorno che lo vidi a Torino mi impressionò per la forza fisica, è un super atleta, come LeBron James o Michael Jordan. Fuori dal comune, anche per uno sportivo professionista. E al fisico stellare accompagnava già grandissima personalità, la voglia di competere con tutto e tutti e dimostrarsi più forte. Gli anni lo hanno portato a pensare alla squadra: non più solo “io”, ma “noi”. Un passaggio che per campioni così non è scontato: Cristiano Ronaldo è ancora focalizzato su se stesso. E poi lui trasmette il suo carisma: quando ti passa vicino lo avverti, senti quello che pensa. E’ una dote che hanno solo i grandi, la ricordo in Vialli o Gianni Agnelli"

Crespo:"Ibrahimovic è un assoluto fenomeno. Riuscire a fare quello che fa lui a quarant’anni anni nel campionato italiano, che è uno dei più difficili al mondo, è davvero incredibile. In ogni partita, anche quando non fa genialate, dimostra di essere sempre a un livello superiore rispetto ai compagni e agli avversari, è di un’altra categoria. Quando giocavamo insieme all’Inter era già un campione, ma non aveva ancora questa maturità e capacità di trascinare la squadra che vedo oggi nel Milan. Adesso è un vero faro, i compagni devono soltanto seguirlo per continuare a crescere e puntare a vincere.

G. Milito:" Di Zlatan ho bellissimi ricordi, sia da compagno di squadra che da amico. Il momento che sta vivendo mi rende molto felice, parliamo di un calciatore che ha segnato un’epoca e che sarà ricordato a lungo, anche se il momento in cui deciderà di smettere mi pare ancora lontano. Dal punto di vista fisico nessuno mi ha mai sorpreso come lui: se hai una corporatura come quella di Ibra, non è facile avere così tanta agilità e abilità. Vederlo protagonista in campo è una gioia: è un campione che fa il bene del calcio. E lo farà per qualche altra stagione, ne sono certo. Ha mentalità, vitalità e un talento enorme..."

Antonini:" Dell’Ibra di oggi c’è un aspetto che mi stupisce e un altro che mi riporta indietro di dieci anni. Vederlo così incisivo e atleticamente pronto, dopo aver affrontato un intervento al ginocchio e poi un infortunio al tendine, è qualcosa che mi lascia senza parole: fantascientifico. D’altra parte, però, se ripenso all’Ibra con cui ho giocato, tutto torna: già allora aveva una voglia incredibile di competere, lottare, vincere. Zlatan vuole sempre primeggiare, dimostrare di essere unico. È stato sempre il suo fuoco e lo è anche ora: “Avete mai visto un 40enne che fa cose da 30enne in campo? Guardate me e resterete a bocca aperta..."

Camara:" Ibra è speciale nel fisico e nella testa, affronta ogni giorno con una determinazione incredibile: così tanto forte che anche gli altri compagni ne vengono investiti. E lo segui perché il modo che ha di relazionarsi e pretendere il massimo dagli altri è lo stesso che usa su se stesso. A Parigi ha portato esperienza e organizzazione, oltre alla sua voglia di vincere ovunque: ricordo che anche dopo i successi nelle partitelle di squadra diventava pesantissimo all’interno dello spogliatoio.Ma per noi era un modo per “vendicarci” il giorno dopo e fare il massimo per vincere, anche in allenamento."

Romero:"Ibra è un vero campione, per tutto ciò che questa parola significa. Allo United ci sfidavamo nelle conclusioni in porta, così come nelle punizioni: aveva sempre qualcosa di giusto da dire ai compagni, per far capire e trasmettere la sua mentalità. Ci diceva sempre che l’intensità e la voglia che mettevamo in allenamento poi la ritrovavamo in partita. Un giorno abbiamo anche un po’ litigato ma dopo è venuto da me e mi ha detto: «Questo è quello che voglio da te e dagli altri, tu hai il sangue sudamericano e capisci piu veloce. Vedrai che così a fine stagione vinceremo qualcosa». Ha avuto ragione"

Schelotto:"Zlatan sorprende e non sorprende. Stupiscono l’età, la carriera e il fatto che sia così importante ancora oggi in un grande club. Ha qualcosa di speciale, un dono, come solo Messi e Ronaldo. Allo stesso tempo, però, è un giocatore con la testa da vincente e lo spirito da grande professionista: credo che la storia straordinaria di Ibra sia frutto del lavoro quotidiano. Le soddisfazioni che si prende anche a questa età sono meritatissime: ha lavorato duro per arrivare a certi livelli e rimanerci. E io, come tuttiquelli che hanno condiviso un pezzo di strada insieme a lui, gli sono riconoscente".
Ieri mi sono rivisto roma-milan (si gode ancora!!!) e mi sono molto soffermato sulla mimica facciale di ibra.
Inviterei tutti ad osservarla.

Aveva la faccia cattiva, concentrata, di sfida.
Non era irriverente o provocatorio come spesso gli capita ma aveva il pieno controllo di se stesso per ottimizzare tutto il suo potenziale.
Aveva , insomma, l'abito buono, quello delle grandi occasioni.

Si è lasciato andare solo dopo il gol per rispondere alle provocazioni ( a proposito, urlare 'zingaro' non è razzismo?) dei tifosi della roma e per di più si è beccato il giallo.
Ibra ha capito subito che maresca era anche un potenziale nemico ed è tornato in se, in pieno controllo della sua concentrazione ed emotività.

Roma- Milan ibra l'avrebbe vinta da solo.
Ogni palla giocata ha inciso pesantemente sull'economia dell'azione e , quindi, del risultato.
 

Lineker10

Senior Member
Registrato
20 Giugno 2017
Messaggi
32,283
Reaction score
19,406
Ibra raccontato dagli ex compagni di squadra, intervistati dalla GDS

Mattisson:"Conosco Zlatan dai tempi delle giovanili, ma riesce sempre a colpirmi. Il suo rendimento è impressionante, anche oggi che ha quarant’anni. Già all’inizio della sua carriera ha cominciato a sviluppare una mentalità vincente, la stessa che lo guida ancora adesso verso nuovi obiettivi. Impressionante sì, ma non sorprendente, perché Ibra è stato sempre un grande professionista: si prende cura del proprio corpo nel migliore dei modi, in pochi riescono a gestire il proprio fisico come fa lui. Per questo spero che possa andare avanti a divertirci ancora un po’, magari per un paio di stagioni.

Grygera:"Abbiamo vinto il campionato insieme all’Ajax: oggi come allora Zlatan è sicuro di sé e ha la straordinaria capacità di trasmettere la sua sicurezza al resto del gruppo. Non va mai nel panico, gestisce perfettamente ogni tipo di situazione: la squadra assorbe la sua convinzione, che lui sia in campo o fuori. Carica su di sé pressioni e responsabilità,a 40 anni è quasi normale ma questo succedeva anche da giovanissimo. Era già consapevole della propria forza, tranquillo e sereno, se qualcosa non funzionava ci ripeteva: «Calma ragazzi, ce la faremo». Ovviamente resta di un’altra categoria anche a livello tecnico."

Tacchinardi:" Il primo giorno che lo vidi a Torino mi impressionò per la forza fisica, è un super atleta, come LeBron James o Michael Jordan. Fuori dal comune, anche per uno sportivo professionista. E al fisico stellare accompagnava già grandissima personalità, la voglia di competere con tutto e tutti e dimostrarsi più forte. Gli anni lo hanno portato a pensare alla squadra: non più solo “io”, ma “noi”. Un passaggio che per campioni così non è scontato: Cristiano Ronaldo è ancora focalizzato su se stesso. E poi lui trasmette il suo carisma: quando ti passa vicino lo avverti, senti quello che pensa. E’ una dote che hanno solo i grandi, la ricordo in Vialli o Gianni Agnelli"

Crespo:"Ibrahimovic è un assoluto fenomeno. Riuscire a fare quello che fa lui a quarant’anni anni nel campionato italiano, che è uno dei più difficili al mondo, è davvero incredibile. In ogni partita, anche quando non fa genialate, dimostra di essere sempre a un livello superiore rispetto ai compagni e agli avversari, è di un’altra categoria. Quando giocavamo insieme all’Inter era già un campione, ma non aveva ancora questa maturità e capacità di trascinare la squadra che vedo oggi nel Milan. Adesso è un vero faro, i compagni devono soltanto seguirlo per continuare a crescere e puntare a vincere.

G. Milito:" Di Zlatan ho bellissimi ricordi, sia da compagno di squadra che da amico. Il momento che sta vivendo mi rende molto felice, parliamo di un calciatore che ha segnato un’epoca e che sarà ricordato a lungo, anche se il momento in cui deciderà di smettere mi pare ancora lontano. Dal punto di vista fisico nessuno mi ha mai sorpreso come lui: se hai una corporatura come quella di Ibra, non è facile avere così tanta agilità e abilità. Vederlo protagonista in campo è una gioia: è un campione che fa il bene del calcio. E lo farà per qualche altra stagione, ne sono certo. Ha mentalità, vitalità e un talento enorme..."

Antonini:" Dell’Ibra di oggi c’è un aspetto che mi stupisce e un altro che mi riporta indietro di dieci anni. Vederlo così incisivo e atleticamente pronto, dopo aver affrontato un intervento al ginocchio e poi un infortunio al tendine, è qualcosa che mi lascia senza parole: fantascientifico. D’altra parte, però, se ripenso all’Ibra con cui ho giocato, tutto torna: già allora aveva una voglia incredibile di competere, lottare, vincere. Zlatan vuole sempre primeggiare, dimostrare di essere unico. È stato sempre il suo fuoco e lo è anche ora: “Avete mai visto un 40enne che fa cose da 30enne in campo? Guardate me e resterete a bocca aperta..."

Camara:" Ibra è speciale nel fisico e nella testa, affronta ogni giorno con una determinazione incredibile: così tanto forte che anche gli altri compagni ne vengono investiti. E lo segui perché il modo che ha di relazionarsi e pretendere il massimo dagli altri è lo stesso che usa su se stesso. A Parigi ha portato esperienza e organizzazione, oltre alla sua voglia di vincere ovunque: ricordo che anche dopo i successi nelle partitelle di squadra diventava pesantissimo all’interno dello spogliatoio.Ma per noi era un modo per “vendicarci” il giorno dopo e fare il massimo per vincere, anche in allenamento."

Romero:"Ibra è un vero campione, per tutto ciò che questa parola significa. Allo United ci sfidavamo nelle conclusioni in porta, così come nelle punizioni: aveva sempre qualcosa di giusto da dire ai compagni, per far capire e trasmettere la sua mentalità. Ci diceva sempre che l’intensità e la voglia che mettevamo in allenamento poi la ritrovavamo in partita. Un giorno abbiamo anche un po’ litigato ma dopo è venuto da me e mi ha detto: «Questo è quello che voglio da te e dagli altri, tu hai il sangue sudamericano e capisci piu veloce. Vedrai che così a fine stagione vinceremo qualcosa». Ha avuto ragione"

Schelotto:"Zlatan sorprende e non sorprende. Stupiscono l’età, la carriera e il fatto che sia così importante ancora oggi in un grande club. Ha qualcosa di speciale, un dono, come solo Messi e Ronaldo. Allo stesso tempo, però, è un giocatore con la testa da vincente e lo spirito da grande professionista: credo che la storia straordinaria di Ibra sia frutto del lavoro quotidiano. Le soddisfazioni che si prende anche a questa età sono meritatissime: ha lavorato duro per arrivare a certi livelli e rimanerci. E io, come tuttiquelli che hanno condiviso un pezzo di strada insieme a lui, gli sono riconoscente".
Mamma mia alcuni di questi li hanno letteralmente riesumati.

Quella di Schelotto una vera chicca. Anche solo aver pensato di interpellare lui è una cosa geniale.

Per gli anni al Milan avrebbero dovuto intervista Strasser o Mesbah :)
 

admin

Administrator
Membro dello Staff
Registrato
6 Agosto 2012
Messaggi
239,311
Reaction score
44,013
Ibra raccontato dagli ex compagni di squadra, intervistati dalla GDS

Mattisson:"Conosco Zlatan dai tempi delle giovanili, ma riesce sempre a colpirmi. Il suo rendimento è impressionante, anche oggi che ha quarant’anni. Già all’inizio della sua carriera ha cominciato a sviluppare una mentalità vincente, la stessa che lo guida ancora adesso verso nuovi obiettivi. Impressionante sì, ma non sorprendente, perché Ibra è stato sempre un grande professionista: si prende cura del proprio corpo nel migliore dei modi, in pochi riescono a gestire il proprio fisico come fa lui. Per questo spero che possa andare avanti a divertirci ancora un po’, magari per un paio di stagioni.

Grygera:"Abbiamo vinto il campionato insieme all’Ajax: oggi come allora Zlatan è sicuro di sé e ha la straordinaria capacità di trasmettere la sua sicurezza al resto del gruppo. Non va mai nel panico, gestisce perfettamente ogni tipo di situazione: la squadra assorbe la sua convinzione, che lui sia in campo o fuori. Carica su di sé pressioni e responsabilità,a 40 anni è quasi normale ma questo succedeva anche da giovanissimo. Era già consapevole della propria forza, tranquillo e sereno, se qualcosa non funzionava ci ripeteva: «Calma ragazzi, ce la faremo». Ovviamente resta di un’altra categoria anche a livello tecnico."

Tacchinardi:" Il primo giorno che lo vidi a Torino mi impressionò per la forza fisica, è un super atleta, come LeBron James o Michael Jordan. Fuori dal comune, anche per uno sportivo professionista. E al fisico stellare accompagnava già grandissima personalità, la voglia di competere con tutto e tutti e dimostrarsi più forte. Gli anni lo hanno portato a pensare alla squadra: non più solo “io”, ma “noi”. Un passaggio che per campioni così non è scontato: Cristiano Ronaldo è ancora focalizzato su se stesso. E poi lui trasmette il suo carisma: quando ti passa vicino lo avverti, senti quello che pensa. E’ una dote che hanno solo i grandi, la ricordo in Vialli o Gianni Agnelli"

Crespo:"Ibrahimovic è un assoluto fenomeno. Riuscire a fare quello che fa lui a quarant’anni anni nel campionato italiano, che è uno dei più difficili al mondo, è davvero incredibile. In ogni partita, anche quando non fa genialate, dimostra di essere sempre a un livello superiore rispetto ai compagni e agli avversari, è di un’altra categoria. Quando giocavamo insieme all’Inter era già un campione, ma non aveva ancora questa maturità e capacità di trascinare la squadra che vedo oggi nel Milan. Adesso è un vero faro, i compagni devono soltanto seguirlo per continuare a crescere e puntare a vincere.

G. Milito:" Di Zlatan ho bellissimi ricordi, sia da compagno di squadra che da amico. Il momento che sta vivendo mi rende molto felice, parliamo di un calciatore che ha segnato un’epoca e che sarà ricordato a lungo, anche se il momento in cui deciderà di smettere mi pare ancora lontano. Dal punto di vista fisico nessuno mi ha mai sorpreso come lui: se hai una corporatura come quella di Ibra, non è facile avere così tanta agilità e abilità. Vederlo protagonista in campo è una gioia: è un campione che fa il bene del calcio. E lo farà per qualche altra stagione, ne sono certo. Ha mentalità, vitalità e un talento enorme..."

Antonini:" Dell’Ibra di oggi c’è un aspetto che mi stupisce e un altro che mi riporta indietro di dieci anni. Vederlo così incisivo e atleticamente pronto, dopo aver affrontato un intervento al ginocchio e poi un infortunio al tendine, è qualcosa che mi lascia senza parole: fantascientifico. D’altra parte, però, se ripenso all’Ibra con cui ho giocato, tutto torna: già allora aveva una voglia incredibile di competere, lottare, vincere. Zlatan vuole sempre primeggiare, dimostrare di essere unico. È stato sempre il suo fuoco e lo è anche ora: “Avete mai visto un 40enne che fa cose da 30enne in campo? Guardate me e resterete a bocca aperta..."

Camara:" Ibra è speciale nel fisico e nella testa, affronta ogni giorno con una determinazione incredibile: così tanto forte che anche gli altri compagni ne vengono investiti. E lo segui perché il modo che ha di relazionarsi e pretendere il massimo dagli altri è lo stesso che usa su se stesso. A Parigi ha portato esperienza e organizzazione, oltre alla sua voglia di vincere ovunque: ricordo che anche dopo i successi nelle partitelle di squadra diventava pesantissimo all’interno dello spogliatoio.Ma per noi era un modo per “vendicarci” il giorno dopo e fare il massimo per vincere, anche in allenamento."

Romero:"Ibra è un vero campione, per tutto ciò che questa parola significa. Allo United ci sfidavamo nelle conclusioni in porta, così come nelle punizioni: aveva sempre qualcosa di giusto da dire ai compagni, per far capire e trasmettere la sua mentalità. Ci diceva sempre che l’intensità e la voglia che mettevamo in allenamento poi la ritrovavamo in partita. Un giorno abbiamo anche un po’ litigato ma dopo è venuto da me e mi ha detto: «Questo è quello che voglio da te e dagli altri, tu hai il sangue sudamericano e capisci piu veloce. Vedrai che così a fine stagione vinceremo qualcosa». Ha avuto ragione"

Schelotto:"Zlatan sorprende e non sorprende. Stupiscono l’età, la carriera e il fatto che sia così importante ancora oggi in un grande club. Ha qualcosa di speciale, un dono, come solo Messi e Ronaldo. Allo stesso tempo, però, è un giocatore con la testa da vincente e lo spirito da grande professionista: credo che la storia straordinaria di Ibra sia frutto del lavoro quotidiano. Le soddisfazioni che si prende anche a questa età sono meritatissime: ha lavorato duro per arrivare a certi livelli e rimanerci. E io, come tuttiquelli che hanno condiviso un pezzo di strada insieme a lui, gli sono riconoscente".
.
 

admin

Administrator
Membro dello Staff
Registrato
6 Agosto 2012
Messaggi
239,311
Reaction score
44,013
Ibra raccontato dagli ex compagni di squadra, intervistati dalla GDS

Mattisson:"Conosco Zlatan dai tempi delle giovanili, ma riesce sempre a colpirmi. Il suo rendimento è impressionante, anche oggi che ha quarant’anni. Già all’inizio della sua carriera ha cominciato a sviluppare una mentalità vincente, la stessa che lo guida ancora adesso verso nuovi obiettivi. Impressionante sì, ma non sorprendente, perché Ibra è stato sempre un grande professionista: si prende cura del proprio corpo nel migliore dei modi, in pochi riescono a gestire il proprio fisico come fa lui. Per questo spero che possa andare avanti a divertirci ancora un po’, magari per un paio di stagioni.

Grygera:"Abbiamo vinto il campionato insieme all’Ajax: oggi come allora Zlatan è sicuro di sé e ha la straordinaria capacità di trasmettere la sua sicurezza al resto del gruppo. Non va mai nel panico, gestisce perfettamente ogni tipo di situazione: la squadra assorbe la sua convinzione, che lui sia in campo o fuori. Carica su di sé pressioni e responsabilità,a 40 anni è quasi normale ma questo succedeva anche da giovanissimo. Era già consapevole della propria forza, tranquillo e sereno, se qualcosa non funzionava ci ripeteva: «Calma ragazzi, ce la faremo». Ovviamente resta di un’altra categoria anche a livello tecnico."

Tacchinardi:" Il primo giorno che lo vidi a Torino mi impressionò per la forza fisica, è un super atleta, come LeBron James o Michael Jordan. Fuori dal comune, anche per uno sportivo professionista. E al fisico stellare accompagnava già grandissima personalità, la voglia di competere con tutto e tutti e dimostrarsi più forte. Gli anni lo hanno portato a pensare alla squadra: non più solo “io”, ma “noi”. Un passaggio che per campioni così non è scontato: Cristiano Ronaldo è ancora focalizzato su se stesso. E poi lui trasmette il suo carisma: quando ti passa vicino lo avverti, senti quello che pensa. E’ una dote che hanno solo i grandi, la ricordo in Vialli o Gianni Agnelli"

Crespo:"Ibrahimovic è un assoluto fenomeno. Riuscire a fare quello che fa lui a quarant’anni anni nel campionato italiano, che è uno dei più difficili al mondo, è davvero incredibile. In ogni partita, anche quando non fa genialate, dimostra di essere sempre a un livello superiore rispetto ai compagni e agli avversari, è di un’altra categoria. Quando giocavamo insieme all’Inter era già un campione, ma non aveva ancora questa maturità e capacità di trascinare la squadra che vedo oggi nel Milan. Adesso è un vero faro, i compagni devono soltanto seguirlo per continuare a crescere e puntare a vincere.

G. Milito:" Di Zlatan ho bellissimi ricordi, sia da compagno di squadra che da amico. Il momento che sta vivendo mi rende molto felice, parliamo di un calciatore che ha segnato un’epoca e che sarà ricordato a lungo, anche se il momento in cui deciderà di smettere mi pare ancora lontano. Dal punto di vista fisico nessuno mi ha mai sorpreso come lui: se hai una corporatura come quella di Ibra, non è facile avere così tanta agilità e abilità. Vederlo protagonista in campo è una gioia: è un campione che fa il bene del calcio. E lo farà per qualche altra stagione, ne sono certo. Ha mentalità, vitalità e un talento enorme..."

Antonini:" Dell’Ibra di oggi c’è un aspetto che mi stupisce e un altro che mi riporta indietro di dieci anni. Vederlo così incisivo e atleticamente pronto, dopo aver affrontato un intervento al ginocchio e poi un infortunio al tendine, è qualcosa che mi lascia senza parole: fantascientifico. D’altra parte, però, se ripenso all’Ibra con cui ho giocato, tutto torna: già allora aveva una voglia incredibile di competere, lottare, vincere. Zlatan vuole sempre primeggiare, dimostrare di essere unico. È stato sempre il suo fuoco e lo è anche ora: “Avete mai visto un 40enne che fa cose da 30enne in campo? Guardate me e resterete a bocca aperta..."

Camara:" Ibra è speciale nel fisico e nella testa, affronta ogni giorno con una determinazione incredibile: così tanto forte che anche gli altri compagni ne vengono investiti. E lo segui perché il modo che ha di relazionarsi e pretendere il massimo dagli altri è lo stesso che usa su se stesso. A Parigi ha portato esperienza e organizzazione, oltre alla sua voglia di vincere ovunque: ricordo che anche dopo i successi nelle partitelle di squadra diventava pesantissimo all’interno dello spogliatoio.Ma per noi era un modo per “vendicarci” il giorno dopo e fare il massimo per vincere, anche in allenamento."

Romero:"Ibra è un vero campione, per tutto ciò che questa parola significa. Allo United ci sfidavamo nelle conclusioni in porta, così come nelle punizioni: aveva sempre qualcosa di giusto da dire ai compagni, per far capire e trasmettere la sua mentalità. Ci diceva sempre che l’intensità e la voglia che mettevamo in allenamento poi la ritrovavamo in partita. Un giorno abbiamo anche un po’ litigato ma dopo è venuto da me e mi ha detto: «Questo è quello che voglio da te e dagli altri, tu hai il sangue sudamericano e capisci piu veloce. Vedrai che così a fine stagione vinceremo qualcosa». Ha avuto ragione"

Schelotto:"Zlatan sorprende e non sorprende. Stupiscono l’età, la carriera e il fatto che sia così importante ancora oggi in un grande club. Ha qualcosa di speciale, un dono, come solo Messi e Ronaldo. Allo stesso tempo, però, è un giocatore con la testa da vincente e lo spirito da grande professionista: credo che la storia straordinaria di Ibra sia frutto del lavoro quotidiano. Le soddisfazioni che si prende anche a questa età sono meritatissime: ha lavorato duro per arrivare a certi livelli e rimanerci. E io, come tuttiquelli che hanno condiviso un pezzo di strada insieme a lui, gli sono riconoscente".
.
 

Similar threads

Alto