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Secondo l'Ansa, Ibra e Cardinale sono in trattativa avanzata ma l'annuncio non è imminente.
Anche la GDS in edicola conferma quanto già ampiamente riferito. Ibra torna al Milan. Si può chiudere tra oggi e domani. Zlatan sarà una figura “al confine”, a cavallo tra i due soggetti che fanno capo a Cardinale: il terzo Ibra rossonero sarà legato al Milan, certo, ma anche e soprattutto a RedBird. Non avrà una carica dirigenziale nell’organigramma del club: il suo ruolo, probabilmente quello di advisor, potrebbe essere inquadrato in qualche modo nella galassia del fondo americano proprietario del Milan. In rossonero Ibra potrà spaziare su più zone del campo, dalle vesti di frontman in campo internazionale (ad esempio nelle tournée americane) a quelle di interlocutore di Pioli su questioni di campo e spogliatoio: Zlatan tornerà a frequentare Milanello, offrirà il suo punto di vista all’allenatore e ai giocatori con cui parlerà (per molti di loro, che con Ibra si sono allenati e hanno giocato, sarà come tornare indietro di un anno). Così Ibra potrà dare ancora tanto all’unico club che gli ha rubato il cuore tra i tanti per i quali ha giocato in 25 anni di carriera. Ma questa è un’occasione di crescita anche per lui: ora che Zlatan sta per allargare i suoi orizzonti oltre il calcio, meglio muoversi con una bussola. E seguire il punto Cardinale che gli indica la strada.
Tuttosport in edicola su Ibra e sulla sua profezia sul ritorno al Milan: il finale sembra già scritto: Zlatan Ibrahimovic è a un passo dal ritorno al Milan con funzioni dirigenziali a pochi mesi dal suo addio al calcio. La fumata bianca è attesa in tempi brevi. L’architettura, però, comporta qualche aggiustamento rispetto all’assetto attuale. L’ingresso di Ibrahimovic dovrebbe provocare la riduzione di alcuni poteri che attualmente sono nelle mani dell’amministratore delegato Giorgio Furlani per quanto riguarda la parte sportiva. L’ex attaccante svedese, al di là del rapporto con la squadra a Milanello, dovrebbe dire la sua anche sulle strategie di mercato e su alcune linee da seguire per il settore giovanile. Quindi non sarà solo un club manager di alto profilo. Proprio l’ampiezza di questi compiti può rappresentare una garanzia per Stefano Pioli, visto che Ibrahimovic non sarebbe solo un motivatore a contatto con i giocatori. Lo svedese avrebbe già in testa, ad esempio, le aree internazionali nelle quali muoversi più agevolmente per le operazioni di mercato: Brasile, Olanda e Scandinavia per citare le principali. Quindi la sua figura sarebbe simile a quella ricoperta fino a giugno da Paolo Maldini. Questo spiega perché il dialogo con Gerry Cardinale prosegue dall’estate fino all’ultimo colloquio di lunedì. Occorre calibrare bene le conseguenze concrete dell’innesto di Ibrahimovic che finirà per ridisegnare anche alcune deleghe di altri dirigenti, a partire da Furlani. Da questo punto di vista l’annuncio ufficiale spiegherà chiaramente se all’ex campione di Malmoe sarà riservato un ruolo da consulente esterno di Cardinale oppure un vero e proprio incarico dirigenziale. Di sicuro con Cardinale è nato un rapporto di reciproca simpatia. Un elemento che alla fine era venuta meno da parte del fondatore di Red Bird nei confronti di Paolo Maldini, contribuendo al licenziamento dell’ex capitano rossonero insieme ad altre componenti di contrapposizione interna. Nel corso di questi incontri Cardinale si è progressivamente convinto degli effetti positivi per il Milan di affidare la supervisione di alcune aree sportive a Ibrahimovic. Lo stesso Zlatan è consapevole fin dalla scorsa estate di questa opportunità. Lo dimostra il fatto che negli ultimi mesi, parlando di situazioni legate al Milan con amici e conoscenti, talvolta pronunciava questa frase immaginando possibili soluzioni al problema: «Quando tornerò io». Ora il momento è davvero vicino.
Anche la GDS in edicola conferma quanto già ampiamente riferito. Ibra torna al Milan. Si può chiudere tra oggi e domani. Zlatan sarà una figura “al confine”, a cavallo tra i due soggetti che fanno capo a Cardinale: il terzo Ibra rossonero sarà legato al Milan, certo, ma anche e soprattutto a RedBird. Non avrà una carica dirigenziale nell’organigramma del club: il suo ruolo, probabilmente quello di advisor, potrebbe essere inquadrato in qualche modo nella galassia del fondo americano proprietario del Milan. In rossonero Ibra potrà spaziare su più zone del campo, dalle vesti di frontman in campo internazionale (ad esempio nelle tournée americane) a quelle di interlocutore di Pioli su questioni di campo e spogliatoio: Zlatan tornerà a frequentare Milanello, offrirà il suo punto di vista all’allenatore e ai giocatori con cui parlerà (per molti di loro, che con Ibra si sono allenati e hanno giocato, sarà come tornare indietro di un anno). Così Ibra potrà dare ancora tanto all’unico club che gli ha rubato il cuore tra i tanti per i quali ha giocato in 25 anni di carriera. Ma questa è un’occasione di crescita anche per lui: ora che Zlatan sta per allargare i suoi orizzonti oltre il calcio, meglio muoversi con una bussola. E seguire il punto Cardinale che gli indica la strada.
Tuttosport in edicola su Ibra e sulla sua profezia sul ritorno al Milan: il finale sembra già scritto: Zlatan Ibrahimovic è a un passo dal ritorno al Milan con funzioni dirigenziali a pochi mesi dal suo addio al calcio. La fumata bianca è attesa in tempi brevi. L’architettura, però, comporta qualche aggiustamento rispetto all’assetto attuale. L’ingresso di Ibrahimovic dovrebbe provocare la riduzione di alcuni poteri che attualmente sono nelle mani dell’amministratore delegato Giorgio Furlani per quanto riguarda la parte sportiva. L’ex attaccante svedese, al di là del rapporto con la squadra a Milanello, dovrebbe dire la sua anche sulle strategie di mercato e su alcune linee da seguire per il settore giovanile. Quindi non sarà solo un club manager di alto profilo. Proprio l’ampiezza di questi compiti può rappresentare una garanzia per Stefano Pioli, visto che Ibrahimovic non sarebbe solo un motivatore a contatto con i giocatori. Lo svedese avrebbe già in testa, ad esempio, le aree internazionali nelle quali muoversi più agevolmente per le operazioni di mercato: Brasile, Olanda e Scandinavia per citare le principali. Quindi la sua figura sarebbe simile a quella ricoperta fino a giugno da Paolo Maldini. Questo spiega perché il dialogo con Gerry Cardinale prosegue dall’estate fino all’ultimo colloquio di lunedì. Occorre calibrare bene le conseguenze concrete dell’innesto di Ibrahimovic che finirà per ridisegnare anche alcune deleghe di altri dirigenti, a partire da Furlani. Da questo punto di vista l’annuncio ufficiale spiegherà chiaramente se all’ex campione di Malmoe sarà riservato un ruolo da consulente esterno di Cardinale oppure un vero e proprio incarico dirigenziale. Di sicuro con Cardinale è nato un rapporto di reciproca simpatia. Un elemento che alla fine era venuta meno da parte del fondatore di Red Bird nei confronti di Paolo Maldini, contribuendo al licenziamento dell’ex capitano rossonero insieme ad altre componenti di contrapposizione interna. Nel corso di questi incontri Cardinale si è progressivamente convinto degli effetti positivi per il Milan di affidare la supervisione di alcune aree sportive a Ibrahimovic. Lo stesso Zlatan è consapevole fin dalla scorsa estate di questa opportunità. Lo dimostra il fatto che negli ultimi mesi, parlando di situazioni legate al Milan con amici e conoscenti, talvolta pronunciava questa frase immaginando possibili soluzioni al problema: «Quando tornerò io». Ora il momento è davvero vicino.
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