Il più bello, la nostra Operazione Overlord, ottantacinquemila tifosi italiani rossoneri al Camp Nou di Barcellona, il 24 maggio 1989, per la nostra Terza. Il più brutto, il 22 aprile 1990, la nuova fatal Verona, la sconfitta contro una squadra retrocessa che ci fece perdere uno scudetto strameritato sul campo, Rijkaard e Costacurta espulsi, Sacchi espulso e ingabbiato dai carabinieri a bordo campo nei concitatissimi minuti finali, Berlusconi che parla apertamente di scudetto della vergogna del Napoli di Maradona e Ferlaino (la monetina di Bergamo, la sceneggiata Carmando-Alemao, le polemiche Nord-Sud, Luigi Necco da Napoli che sfotteva dai microfoni di Novantesimo Minuto, il fegato grosso il lunedì sera a sentire il teatrino antiMilan montato al Processo da Biscardi, con mister simpatia Galliani a spargere sale sulle ferite, e non riuscivamo a simpatizzare per lui che pure avrebbe dovuto difenderci: che tempi). Vorrei ricordare, però, a livello personale, il mattino del 16 maggio 1988, il giorno dopo
la conquista dello scudetto del Milan di Sacchi, dopo il pareggio di Como. Camminare, tra le strade del bellissimo centro storico della mia città, ancora vuoto alle primissime ore del mattino, prima di andare ad acquistare in edicola una copia della Gazzetta, che celebrava lo scudetto vinto, si leggeva in prima pagina, "dopo nove anni di guai". E sentirmi libero, leggero, confuso e felice, compenetrato nei miei diciotto anni in un giorno bellissimo di maggio. Grazie, Silvio, per avere a tuo modo contribuito ad un momento di pura beatitudine.