Louis Gara
New member
- Registrato
- 11 Giugno 2014
- Messaggi
- 13,181
- Reaction score
- 127
Un anno dopo il suo arrivo al Liverpool, Mario Balotelli torna in prestito gratuito al Milan. Un'operazione economicamente non favorevole ai Reds che a quanto pare non ci hanno pensato due volte prima di liberarsi dell'attaccante italiano.
Il Liverpool Echo ha pubblicato ieri i retroscena della frattura creatasi tra l'attaccante e l'ambiente del Liverpool. Un insieme di considerazioni ed aneddoti che hanno allontanato Balotelli dall'Anfield.
Un giorno, negli spogliatoi, Balotelli viene incuriosito da uno smartphone di un compagno. E' il nuovo iPhone6, che Mario ancora non possiede. E si irrita della cosa.
Entrato poi in campo per il riscaldamento, Balotelli dice di accusare dolori al ginocchio. Lo staff del Liverpool allora gli permette di ritornare nello spogliatoio.
Un'ora e mezza dopo la sessione di allenamento, la squadra torna negli spogliatoi e trova Mario Balotelli seduto in un angolo, col nuovo iPhone 6 tra le mani, con varie scatole di ricambi e pezzi aggiuntivi. Uno dei suoi assistenti era praticamente stato mandato a fare shopping... e il dolore al ginocchio sembrava passato.
Il fallimento di Balotelli al Liverpool è solo colpa sua. Non ha mai raggiunto un livello di professionalità accettabile.
A parte il suo atteggiamento svogliato negli allenamenti, Balotelli era sempre il primo ad andarsene. Quando gli altri facevano una seduta aggiuntiva di allenamento, o studiavano le analisi video, o semplicemente pranzavano insieme, Balotelli non c'era mai e coglieva ogni occasione per andarsene alla svelta.
Ma non era impopolare nello spogliatoio, anzi. Era quello che metteva il sorriso ai compagni, con i suoi atteggiamenti. Si era auto-nominato il buffone di corte.
Per esempio, i compagni non credettero ai loro occhi quando lo trovarono a fumare sul campo di Melwood, dove il Liverpool si allena, mentre loro erano impegnati proprio ad allenarsi. O quando disse di non sapere chi fosse Joe Allen, nonostante il gallese fosse suo compagno di squadra ormai da mesi.
Lo staff e l'allenatore, Rodgers, erano poi furibondi per la mole di persona che Balotelli si portava dietro come suo staff. Come quando, la sera prima dello scontro in Champions contro il Basilea, Mario portò in albergo un numero considerevole di persone che rimasero fino alle prime ore del mattino. Il Liverpool poi perse contro il Basilea e Balotelli non toccò palla in area di rigore per tutta la partita, e Rodgers andò su tutte le furie quando Mario si rifiutò anche di andare ad applaudire i tifosi.
Aveva contro anche il resto dello staff. In un incontro di FA Cup, Mario si rifiutò di fare delle corse richieste dal preparatore atletico Ryland Morgans.
Inizialmente Balotelli non era voluto da Rodgers. L'allenatore, dopo la partenza di Luis Suarez, voleva Bony. Ma l'affare non andò in porto e i Reds non avevano altra scelta all'infuori di Balotelli. L'altra alternativa era l'ormai vecchio Eto'o.
20 milioni sembravano un'azzardo, ma non molto rischioso poichè considerano di poterlo rivendere. Mario aveva anche firmato della clausole relative al comportamento.
Un anno dopo, il Liverpool pur di liberarsene avrebbe accettato anche la metà di quanto speso. Ma non c'era nessun club disposto a pagarglielo.
Rodgers però ci credeva in Balotelli. Ma gli aveva detto che il Liverpool non poteva adeguarsi a lui, ma era lui che doveva adeguarsi. Nel senso che non poteva chiedere semplicemente la palla sui piedi, doveva correre e muoversi. Essere più mobile. Rodgers si accorse presto che stava sprecando fiato.
Ora Mario è tornato a Milano, dove ha accettato un codice di condotta, dicendo di volersi concentrare sul calcio. Tutte cose che abbiamo già sentito.
Balotelli è stata una costosa scommessa persa. Non cambierà mai i suoi atteggiamenti. Gli unici che rimapngeranno Balotelli, saranno quelli del ristorante italiano Sorrento, a Formby.
Il Liverpool Echo ha pubblicato ieri i retroscena della frattura creatasi tra l'attaccante e l'ambiente del Liverpool. Un insieme di considerazioni ed aneddoti che hanno allontanato Balotelli dall'Anfield.
Un giorno, negli spogliatoi, Balotelli viene incuriosito da uno smartphone di un compagno. E' il nuovo iPhone6, che Mario ancora non possiede. E si irrita della cosa.
Entrato poi in campo per il riscaldamento, Balotelli dice di accusare dolori al ginocchio. Lo staff del Liverpool allora gli permette di ritornare nello spogliatoio.
Un'ora e mezza dopo la sessione di allenamento, la squadra torna negli spogliatoi e trova Mario Balotelli seduto in un angolo, col nuovo iPhone 6 tra le mani, con varie scatole di ricambi e pezzi aggiuntivi. Uno dei suoi assistenti era praticamente stato mandato a fare shopping... e il dolore al ginocchio sembrava passato.
Il fallimento di Balotelli al Liverpool è solo colpa sua. Non ha mai raggiunto un livello di professionalità accettabile.
A parte il suo atteggiamento svogliato negli allenamenti, Balotelli era sempre il primo ad andarsene. Quando gli altri facevano una seduta aggiuntiva di allenamento, o studiavano le analisi video, o semplicemente pranzavano insieme, Balotelli non c'era mai e coglieva ogni occasione per andarsene alla svelta.
Ma non era impopolare nello spogliatoio, anzi. Era quello che metteva il sorriso ai compagni, con i suoi atteggiamenti. Si era auto-nominato il buffone di corte.
Per esempio, i compagni non credettero ai loro occhi quando lo trovarono a fumare sul campo di Melwood, dove il Liverpool si allena, mentre loro erano impegnati proprio ad allenarsi. O quando disse di non sapere chi fosse Joe Allen, nonostante il gallese fosse suo compagno di squadra ormai da mesi.
Lo staff e l'allenatore, Rodgers, erano poi furibondi per la mole di persona che Balotelli si portava dietro come suo staff. Come quando, la sera prima dello scontro in Champions contro il Basilea, Mario portò in albergo un numero considerevole di persone che rimasero fino alle prime ore del mattino. Il Liverpool poi perse contro il Basilea e Balotelli non toccò palla in area di rigore per tutta la partita, e Rodgers andò su tutte le furie quando Mario si rifiutò anche di andare ad applaudire i tifosi.
Aveva contro anche il resto dello staff. In un incontro di FA Cup, Mario si rifiutò di fare delle corse richieste dal preparatore atletico Ryland Morgans.
Inizialmente Balotelli non era voluto da Rodgers. L'allenatore, dopo la partenza di Luis Suarez, voleva Bony. Ma l'affare non andò in porto e i Reds non avevano altra scelta all'infuori di Balotelli. L'altra alternativa era l'ormai vecchio Eto'o.
20 milioni sembravano un'azzardo, ma non molto rischioso poichè considerano di poterlo rivendere. Mario aveva anche firmato della clausole relative al comportamento.
Un anno dopo, il Liverpool pur di liberarsene avrebbe accettato anche la metà di quanto speso. Ma non c'era nessun club disposto a pagarglielo.
Rodgers però ci credeva in Balotelli. Ma gli aveva detto che il Liverpool non poteva adeguarsi a lui, ma era lui che doveva adeguarsi. Nel senso che non poteva chiedere semplicemente la palla sui piedi, doveva correre e muoversi. Essere più mobile. Rodgers si accorse presto che stava sprecando fiato.
Ora Mario è tornato a Milano, dove ha accettato un codice di condotta, dicendo di volersi concentrare sul calcio. Tutte cose che abbiamo già sentito.
Balotelli è stata una costosa scommessa persa. Non cambierà mai i suoi atteggiamenti. Gli unici che rimapngeranno Balotelli, saranno quelli del ristorante italiano Sorrento, a Formby.
Ultima modifica: