Le isole Senkaku e Taiwan sono il casus belli per una questione molto più grande, ed è il dominio dell'Estremo Oriente.
La Seconda Guerra Mondiale nell'area del Pacifico scoppiò perché gli Stati Uniti non tolleravano la Sfera di Co-Prosperità che il Giappone stava mettendo in piedi. Un'area di paesi liberi dal dominio occidentale, e completamente legati gli uni agli altri da logiche di scambi commerciali. La decolonizzazione dell'India e dell'intera Asia ha avuto forti legami con l'eredità lasciata dalla Sfera di Co-Prosperità.
La Cina, all'epoca, era, come durante la dinastia Qing abolita qualche decennio prima, una colonia. Un paese che faceva gli interessi di USA ed Europa, con concessioni e politiche abbastanza lassive.
Il Giappone era una potenza mondiale, con la terza marina più forte del mondo, e con un desiderio di diventare un paese modello per l'Asia. D'altronde, era la dimostrazione che anche un paese retrogrado basato sulla nobiltà dei daymio e dello shogun poteva diventare un paese moderno e forte, al punto da preoccupare le potenze tradizionali. E la guerra russo-giapponese per il controllo della baia di Port Arthur, e di fatto dell'intera Manciuria, ne era stato il banco di prova.
Il Giappone era l'unico paese che poteva guidare l'Estremo Oriente, perché era il paese che più di ogni altro ha saputo unire tradizione e modernità, non perdendo il suo spirito caratteristico ma al contempo coadiuvandolo all'innovazione. Rappresentava la genialità dell'Asia, che nel Medioevo, ai tempi di Marco Polo, era propria dell'antica Cina, ma che quest'ultima aveva perduto rannicchiandosi nella più totale tradizione.
La situazione nel dopoguerra doveva prevedere quindi un'armonia forzata tra USA e URSS, con il Giappone ridotto ad un protettorato americano e la Cina ridotta a Stato satellite di Mosca, mentre le due Coree dovevano essere due paesi in perenne lotta tra loro per evitare la costruzione di una potenziale potenza nel cuore dell'Estremo Oriente.
Ma le cose non sono andate così: la Cina si è staccata dall'orbita sovietica, e dopo la dipartita di Mao che, con i suoi disastrosi piani del Grande Balzo e della Rivoluzione Culturale, ha tardato l'industrializzazione del paese, le cose sono cambiate. La Cina ha lasciato i dettami dell'economia pianificata stalinista e si è trasformata in un puro Capitalismo di Stato, di fatto diventando la candidata numero 1 ad assurgere il ruolo che aveva il Giappone prima della guerra.
D'altro canto, il Giappone non ha alcuna intenzione di farsi minacciare da Pechino, e infatti sta manovrando per eliminare dalla Costituzione, che venne dettata da MacArthur, la clausola di non belligeranza, in modo da ricostruire le Forze Armate Giapponesi e dotare il paese dell'arma nucleare. Oltretutto il Giappone vorrebbe entrare nel Consiglio di Sicurezza come membro permanente con diritto di veto.
E come si può ben capire, la Cina non permetterà mai che il Giappone si riarmi o si unisca al CdS.
Questo credo sia il reale motivo per il quale la Cina non sia stata realmente perseguita per il COVID, o per la SARS ai tempi. La situazione è talmente delicata che si rischia un'escalation seria. L'Estremo Oriente non è l'Ucraina, purtroppo per tutti noi.
L'unico equilibrio che regge (per adesso) sono le due Coree, perché sono volute da ambo le parti.
Il panzone amante dell’emmental, infatti, sta lì perché serve anche agli USA, perché di fatto tiene a bada la Corea del Sud, che in caso di unificazione del paese, avrebbe un mercato interno più vasto, e potenzialità di crescita del PIL elevate, diventando una minaccia per tutti nell'area.
Ogni tanto alza la voce e fa minacce a vuoto, ma poi gli arrivano un paio di telefonate (una da Pechino e una da Washington) e gli si ricorda che se urla troppo poi l’emmental non lo mangerà più perché non avrà più i denti.
PS: contento della consulenza,
@gabri65 ?