Gravina è un pavido. Nel senso che non ha coraggio per attuare le riforme di cui il calcio italiano ha bisogno. Cioè aumento del numero di giocatori obbligatori dal vivaio, riduzione del numero di extracomunitari, controlli ferrei sui bilanci dei club, indipendenza vera del mondo arbitrale ecc.
Ma bisogna fare anche i conti con la realtà. Ci sono due fazioni: Gravina e Lotito. Se perde Gravina vince Lotito e tertium non datur. Lotito odia - e odia davvero - Gravina perché non gli ha permesso di tenere la Salernitana una volta promossa in A. Cioè Lotito voleva avere due square in Serie A. Già questo dovrebbe far capire da che parte stare. Ma basta guardare le mille poltrone occupate da Lotito per capire quale è il rischio di finire nelle sue mani. Io ricordo bene i vecchi tempi che alcuni rimpiangono, in cui la Fiorentina passava dalla c2 direttamente alla b perché aveva tanti tifosi (questo fu letteralmente il motivo ufficiale), in cui i designatori degli arbitri telefonavano con le sim svizzere, in cui le squaliche per doping si scontavano nei mesi estivi, in cui i club della capitale dirottavano i soli dovuti in tasse nel calciomercato, in cui il fratello del presidente federale aveva una squadra di calcio (il Bari) con il risultato che vi lascio immaginare. E tanto altro ancora. Quei tempi non li rimpiango per niente. Ma proprio niente. Ma sono più vicini di quanto si possa immaginare.
