Gigio:"Col Milan è finita con una telefonata. Resto rossonero. Maignan...".

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Non le manca un po’ l’Italia, al di là della pizza o del caffè? (sorride)
«Per pizza e caffè in qualche modo mi arrangio. In realtà è sempre bello fare un’esperienza nuova. Avevo voglia di conoscere qualcosa di di- verso e sento che ho fatto la scelta giusta, in una bella città e in un bell’ambiente di lavoro».

È stato difficile dopo tutti questi anni dire addio al suo Milan?

«Dopo tanti anni non è mai facile separarsi da una realtà come il Milan. Al Milan sono cresciuto come uomo e giocatore.
Non posso che ringraziare il club per tutto quello che ha fatto per me. Anche i tifosi mi han- no sempre trattato bene. A Milano mi sono sempre sentito a casa. Poi però si sa come sono andate le cose. Tutti magari danno tutta la colpa a me, senza però guardare cos’è successo dall’altra parte. Diciamo in sin- tesi che l’ultima telefonata da parte del club è stata per comunicarmi che avevano preso un altro portiere. Quindi è finita così».

"Credo che il Psg sia sempre stato nel mio destino. Mi segui- vano da anni e mi hanno sempre fatto sentire il loro interesse. Quindi doveva andare così. Sia il presidente Al Khelaifi che il direttore sportivo Leonardo non solo mi hanno fatto capire che mi volevano davvero, ma ogni giorno mi fanno sentire la loro vicinanza. Sono molto con- tento e orgoglioso di stare qui».

Ad agosto è stato presentato ai nuovi tifosi, al Parco dei Principi con tutte le altre star, da Messi a Sergio Ramos, da Hakimi a Wijnaldum. Lei l’ha definita una serata indimenticabile.
«I tifosi del Psg a ogni partita mi fanno sentire importante. Quello di agosto è stato davvero un momento pazzesco. Fa sempre un certo effetto venire pre- sentato con grandissimi campioni».

Al di là del trasferimento al Psg, per lei sono stati mesi speciali con l’Europeo vinto da miglior giocatore, il Pallone d’oro dei portieri, il titolo di miglior portiere del mondo. Qual è stato il momento più intenso e che ricorda più volentieri?
«La vittoria dell’Europeo, che è il coronamento di un sogno. Vincere con la maglia dell’Italia è veramente speciale. Abbiamo fatto un capolavoro, qualcosa di straordinario grazie al lavoro di Mancini, il nostro, quello dello staff e di tutto il gruppo della Nazionale. Ci ripenso ogni sera prima di andare a letto, e mi vengono i brividi».

Però l’Italia non è ancora qualificata al Mondiale. Cos’è mancato ai campioni d’Europa?
«È mancato il gol. Potevamo forse fare di più, ma sono con- vinto che andremo al Mondiale, perché tutti sanno che gruppo siamo e come reagiamo nei momenti difficili. Ci può stare che dopo la vittoria all’Europeo sia mancato qualcosa, ci sia stata un po’ di difficoltà, ma ne usciremo, andando in Qatar».

Fa paura il Portogallo di Ronaldo?
«Sarebbe stato meglio pescare qualcun altro. Intanto vinciamo la prima partita e poi indipendentemente dall’avversario ci faremo trovare pronti. E non ci farà paura nessuno».

Da un campione all’altro, che effetto fa allenarsi tutti i giorni con Messi, Neymar, Mbappé? Chi è il più forte?
«Non saprei chi scegliere. Sono tutti dei fenomeni. Lo vedo ogni giorno in allenamento, dove vanno sempre al massimo. Mi è capitato di finire in mezzo a un torello qualche tempo fa e alla fine mi girava la testa. Stare qui è qualcosa di speciale anche perché se ti alleni tutti i giorni con campioni di questo livello non puoi che migliorare».

In questo momento si parla molto di Mbappé con il contratto in scadenza che potrebbe lasciare il Psg. Lei invece è appena arrivato: ha provato a convincerlo a restare?
«Con Kylian ho un bellissimo rapporto, scherziamo spesso insieme. Ma di queste cose non ne parliamo. È una decisione che spetta solo a lui. Non sta a me dirgli cosa fare. So solo che stiamo bene insieme al Psg. È un bravissimo ragazzo, un tipo in gamba. Solo lui può sapere quale sia la miglior scelta da fare».

Lei ha scelto di trasferirsi al Psg e quindi di giocare in Ligue 1, un campionato che non gode di grande reputazione.
«E invece non è come si pensa in genere. Stando qui sono stato molto sorpreso dal livello generale e ho capito che si tratta di un bel campionato. Ci sono ottime squadre e nessuna partita è facile: anche il Psg deve sempre dare il massimo per cercare di vincere».

Tra una settimana c’è la sfida con il Real Madrid agli ottavi di Champions, che in fondo è il vero campionato da vincere per questo Psg pieno di star. Troppa pressione?
«Giocare la mia prima Champions in questa squadra è qualcosa di unico. Normale ci sia molta aspettativa nei nostri confronti. Ma ogni partita va affrontata nel modo giusto. Con il Real sarà una gara difficile, ma possiamo lottare per vincere e anche per arrivare fino in fondo, perché è uno dei nostri obiettivi».

Al Psg deve condividere la porta con Keylor Navas che di- ce che la concorrenza fa bene, ma che non è sempre piacevole. Vale anche per lei?
«Sapevo che sarebbe stato così venendo qui. Non so cosa ne pensi lui, ma a me sta bene, anche perché qui tutti mi fanno sempre sentire importante. Darò tutto me stesso per il Psg. E non è vero che con Keylor ci sono scintille. Con lui ho un ottimo rapporto, è un bravo ragazzo. Per me non c’è nessun problema».

Com’è la Serie A vista da lontano: segue sempre il Milan?
«Da tifoso seguo tutto sempre con passione. Sento spesso i miei ex compagni di squadra, ma anche il mister Pioli e sono contento per come stanno andando le cose al Milan. Spero che arrivino fino in fondo e che continuino a fare un grandissimo campionato, come finora. Ho seguito e gioito per il derby vinto. Sono contento per il mister, per i tifosi e per il Milan».

Per Mike Maignan non era facile imporsi al Milan dopo di lei. È un buon erede?
(sorride) «Lo seguo con attenzione e finora mi ha fatto una bella impressione. Gli faccio i complimenti per quello che sta facendo e per come sta aiutando il Milan. Sono contento per lui e per la grandissima stagione che stanno facendo tutti i ragazzi».
....se telefonando io potessi dirti addio.....
 
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Non le manca un po’ l’Italia, al di là della pizza o del caffè? (sorride)
«Per pizza e caffè in qualche modo mi arrangio. In realtà è sempre bello fare un’esperienza nuova. Avevo voglia di conoscere qualcosa di di- verso e sento che ho fatto la scelta giusta, in una bella città e in un bell’ambiente di lavoro».

È stato difficile dopo tutti questi anni dire addio al suo Milan?

«Dopo tanti anni non è mai facile separarsi da una realtà come il Milan. Al Milan sono cresciuto come uomo e giocatore.
Non posso che ringraziare il club per tutto quello che ha fatto per me. Anche i tifosi mi han- no sempre trattato bene. A Milano mi sono sempre sentito a casa. Poi però si sa come sono andate le cose. Tutti magari danno tutta la colpa a me, senza però guardare cos’è successo dall’altra parte. Diciamo in sin- tesi che l’ultima telefonata da parte del club è stata per comunicarmi che avevano preso un altro portiere. Quindi è finita così».

"Credo che il Psg sia sempre stato nel mio destino. Mi segui- vano da anni e mi hanno sempre fatto sentire il loro interesse. Quindi doveva andare così. Sia il presidente Al Khelaifi che il direttore sportivo Leonardo non solo mi hanno fatto capire che mi volevano davvero, ma ogni giorno mi fanno sentire la loro vicinanza. Sono molto con- tento e orgoglioso di stare qui».

Ad agosto è stato presentato ai nuovi tifosi, al Parco dei Principi con tutte le altre star, da Messi a Sergio Ramos, da Hakimi a Wijnaldum. Lei l’ha definita una serata indimenticabile.
«I tifosi del Psg a ogni partita mi fanno sentire importante. Quello di agosto è stato davvero un momento pazzesco. Fa sempre un certo effetto venire pre- sentato con grandissimi campioni».

Al di là del trasferimento al Psg, per lei sono stati mesi speciali con l’Europeo vinto da miglior giocatore, il Pallone d’oro dei portieri, il titolo di miglior portiere del mondo. Qual è stato il momento più intenso e che ricorda più volentieri?
«La vittoria dell’Europeo, che è il coronamento di un sogno. Vincere con la maglia dell’Italia è veramente speciale. Abbiamo fatto un capolavoro, qualcosa di straordinario grazie al lavoro di Mancini, il nostro, quello dello staff e di tutto il gruppo della Nazionale. Ci ripenso ogni sera prima di andare a letto, e mi vengono i brividi».

Però l’Italia non è ancora qualificata al Mondiale. Cos’è mancato ai campioni d’Europa?
«È mancato il gol. Potevamo forse fare di più, ma sono con- vinto che andremo al Mondiale, perché tutti sanno che gruppo siamo e come reagiamo nei momenti difficili. Ci può stare che dopo la vittoria all’Europeo sia mancato qualcosa, ci sia stata un po’ di difficoltà, ma ne usciremo, andando in Qatar».

Fa paura il Portogallo di Ronaldo?
«Sarebbe stato meglio pescare qualcun altro. Intanto vinciamo la prima partita e poi indipendentemente dall’avversario ci faremo trovare pronti. E non ci farà paura nessuno».

Da un campione all’altro, che effetto fa allenarsi tutti i giorni con Messi, Neymar, Mbappé? Chi è il più forte?
«Non saprei chi scegliere. Sono tutti dei fenomeni. Lo vedo ogni giorno in allenamento, dove vanno sempre al massimo. Mi è capitato di finire in mezzo a un torello qualche tempo fa e alla fine mi girava la testa. Stare qui è qualcosa di speciale anche perché se ti alleni tutti i giorni con campioni di questo livello non puoi che migliorare».

In questo momento si parla molto di Mbappé con il contratto in scadenza che potrebbe lasciare il Psg. Lei invece è appena arrivato: ha provato a convincerlo a restare?
«Con Kylian ho un bellissimo rapporto, scherziamo spesso insieme. Ma di queste cose non ne parliamo. È una decisione che spetta solo a lui. Non sta a me dirgli cosa fare. So solo che stiamo bene insieme al Psg. È un bravissimo ragazzo, un tipo in gamba. Solo lui può sapere quale sia la miglior scelta da fare».

Lei ha scelto di trasferirsi al Psg e quindi di giocare in Ligue 1, un campionato che non gode di grande reputazione.
«E invece non è come si pensa in genere. Stando qui sono stato molto sorpreso dal livello generale e ho capito che si tratta di un bel campionato. Ci sono ottime squadre e nessuna partita è facile: anche il Psg deve sempre dare il massimo per cercare di vincere».

Tra una settimana c’è la sfida con il Real Madrid agli ottavi di Champions, che in fondo è il vero campionato da vincere per questo Psg pieno di star. Troppa pressione?
«Giocare la mia prima Champions in questa squadra è qualcosa di unico. Normale ci sia molta aspettativa nei nostri confronti. Ma ogni partita va affrontata nel modo giusto. Con il Real sarà una gara difficile, ma possiamo lottare per vincere e anche per arrivare fino in fondo, perché è uno dei nostri obiettivi».

Al Psg deve condividere la porta con Keylor Navas che di- ce che la concorrenza fa bene, ma che non è sempre piacevole. Vale anche per lei?
«Sapevo che sarebbe stato così venendo qui. Non so cosa ne pensi lui, ma a me sta bene, anche perché qui tutti mi fanno sempre sentire importante. Darò tutto me stesso per il Psg. E non è vero che con Keylor ci sono scintille. Con lui ho un ottimo rapporto, è un bravo ragazzo. Per me non c’è nessun problema».

Com’è la Serie A vista da lontano: segue sempre il Milan?
«Da tifoso seguo tutto sempre con passione. Sento spesso i miei ex compagni di squadra, ma anche il mister Pioli e sono contento per come stanno andando le cose al Milan. Spero che arrivino fino in fondo e che continuino a fare un grandissimo campionato, come finora. Ho seguito e gioito per il derby vinto. Sono contento per il mister, per i tifosi e per il Milan».

Per Mike Maignan non era facile imporsi al Milan dopo di lei. È un buon erede?
(sorride) «Lo seguo con attenzione e finora mi ha fatto una bella impressione. Gli faccio i complimenti per quello che sta facendo e per come sta aiutando il Milan. Sono contento per lui e per la grandissima stagione che stanno facendo tutti i ragazzi».
Ah, ma...quindi... tutti quei bei discorsi sulle ambizioni differenti? ?
 

gabri65

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Non le manca un po’ l’Italia, al di là della pizza o del caffè? (sorride)
«Per pizza e caffè in qualche modo mi arrangio. In realtà è sempre bello fare un’esperienza nuova. Avevo voglia di conoscere qualcosa di di- verso e sento che ho fatto la scelta giusta, in una bella città e in un bell’ambiente di lavoro».

È stato difficile dopo tutti questi anni dire addio al suo Milan?

«Dopo tanti anni non è mai facile separarsi da una realtà come il Milan. Al Milan sono cresciuto come uomo e giocatore.
Non posso che ringraziare il club per tutto quello che ha fatto per me. Anche i tifosi mi han- no sempre trattato bene. A Milano mi sono sempre sentito a casa. Poi però si sa come sono andate le cose. Tutti magari danno tutta la colpa a me, senza però guardare cos’è successo dall’altra parte. Diciamo in sin- tesi che l’ultima telefonata da parte del club è stata per comunicarmi che avevano preso un altro portiere. Quindi è finita così».

"Credo che il Psg sia sempre stato nel mio destino. Mi segui- vano da anni e mi hanno sempre fatto sentire il loro interesse. Quindi doveva andare così. Sia il presidente Al Khelaifi che il direttore sportivo Leonardo non solo mi hanno fatto capire che mi volevano davvero, ma ogni giorno mi fanno sentire la loro vicinanza. Sono molto con- tento e orgoglioso di stare qui».

Ad agosto è stato presentato ai nuovi tifosi, al Parco dei Principi con tutte le altre star, da Messi a Sergio Ramos, da Hakimi a Wijnaldum. Lei l’ha definita una serata indimenticabile.
«I tifosi del Psg a ogni partita mi fanno sentire importante. Quello di agosto è stato davvero un momento pazzesco. Fa sempre un certo effetto venire pre- sentato con grandissimi campioni».

Al di là del trasferimento al Psg, per lei sono stati mesi speciali con l’Europeo vinto da miglior giocatore, il Pallone d’oro dei portieri, il titolo di miglior portiere del mondo. Qual è stato il momento più intenso e che ricorda più volentieri?
«La vittoria dell’Europeo, che è il coronamento di un sogno. Vincere con la maglia dell’Italia è veramente speciale. Abbiamo fatto un capolavoro, qualcosa di straordinario grazie al lavoro di Mancini, il nostro, quello dello staff e di tutto il gruppo della Nazionale. Ci ripenso ogni sera prima di andare a letto, e mi vengono i brividi».

Però l’Italia non è ancora qualificata al Mondiale. Cos’è mancato ai campioni d’Europa?
«È mancato il gol. Potevamo forse fare di più, ma sono con- vinto che andremo al Mondiale, perché tutti sanno che gruppo siamo e come reagiamo nei momenti difficili. Ci può stare che dopo la vittoria all’Europeo sia mancato qualcosa, ci sia stata un po’ di difficoltà, ma ne usciremo, andando in Qatar».

Fa paura il Portogallo di Ronaldo?
«Sarebbe stato meglio pescare qualcun altro. Intanto vinciamo la prima partita e poi indipendentemente dall’avversario ci faremo trovare pronti. E non ci farà paura nessuno».

Da un campione all’altro, che effetto fa allenarsi tutti i giorni con Messi, Neymar, Mbappé? Chi è il più forte?
«Non saprei chi scegliere. Sono tutti dei fenomeni. Lo vedo ogni giorno in allenamento, dove vanno sempre al massimo. Mi è capitato di finire in mezzo a un torello qualche tempo fa e alla fine mi girava la testa. Stare qui è qualcosa di speciale anche perché se ti alleni tutti i giorni con campioni di questo livello non puoi che migliorare».

In questo momento si parla molto di Mbappé con il contratto in scadenza che potrebbe lasciare il Psg. Lei invece è appena arrivato: ha provato a convincerlo a restare?
«Con Kylian ho un bellissimo rapporto, scherziamo spesso insieme. Ma di queste cose non ne parliamo. È una decisione che spetta solo a lui. Non sta a me dirgli cosa fare. So solo che stiamo bene insieme al Psg. È un bravissimo ragazzo, un tipo in gamba. Solo lui può sapere quale sia la miglior scelta da fare».

Lei ha scelto di trasferirsi al Psg e quindi di giocare in Ligue 1, un campionato che non gode di grande reputazione.
«E invece non è come si pensa in genere. Stando qui sono stato molto sorpreso dal livello generale e ho capito che si tratta di un bel campionato. Ci sono ottime squadre e nessuna partita è facile: anche il Psg deve sempre dare il massimo per cercare di vincere».

Tra una settimana c’è la sfida con il Real Madrid agli ottavi di Champions, che in fondo è il vero campionato da vincere per questo Psg pieno di star. Troppa pressione?
«Giocare la mia prima Champions in questa squadra è qualcosa di unico. Normale ci sia molta aspettativa nei nostri confronti. Ma ogni partita va affrontata nel modo giusto. Con il Real sarà una gara difficile, ma possiamo lottare per vincere e anche per arrivare fino in fondo, perché è uno dei nostri obiettivi».

Al Psg deve condividere la porta con Keylor Navas che di- ce che la concorrenza fa bene, ma che non è sempre piacevole. Vale anche per lei?
«Sapevo che sarebbe stato così venendo qui. Non so cosa ne pensi lui, ma a me sta bene, anche perché qui tutti mi fanno sempre sentire importante. Darò tutto me stesso per il Psg. E non è vero che con Keylor ci sono scintille. Con lui ho un ottimo rapporto, è un bravo ragazzo. Per me non c’è nessun problema».

Com’è la Serie A vista da lontano: segue sempre il Milan?
«Da tifoso seguo tutto sempre con passione. Sento spesso i miei ex compagni di squadra, ma anche il mister Pioli e sono contento per come stanno andando le cose al Milan. Spero che arrivino fino in fondo e che continuino a fare un grandissimo campionato, come finora. Ho seguito e gioito per il derby vinto. Sono contento per il mister, per i tifosi e per il Milan».

Per Mike Maignan non era facile imporsi al Milan dopo di lei. È un buon erede?
(sorride) «Lo seguo con attenzione e finora mi ha fatto una bella impressione. Gli faccio i complimenti per quello che sta facendo e per come sta aiutando il Milan. Sono contento per lui e per la grandissima stagione che stanno facendo tutti i ragazzi».

Livelli Mirabelli.

Dai, mollaci, che se sparisci dalla faccia della terra non piange nessuno. Inutile che insisti, sei zero, altro che 99.
 

egidiopersempre

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Non le manca un po’ l’Italia, al di là della pizza o del caffè? (sorride)
«Per pizza e caffè in qualche modo mi arrangio. In realtà è sempre bello fare un’esperienza nuova. Avevo voglia di conoscere qualcosa di di- verso e sento che ho fatto la scelta giusta, in una bella città e in un bell’ambiente di lavoro».

È stato difficile dopo tutti questi anni dire addio al suo Milan?

«Dopo tanti anni non è mai facile separarsi da una realtà come il Milan. Al Milan sono cresciuto come uomo e giocatore.
Non posso che ringraziare il club per tutto quello che ha fatto per me. Anche i tifosi mi han- no sempre trattato bene. A Milano mi sono sempre sentito a casa. Poi però si sa come sono andate le cose. Tutti magari danno tutta la colpa a me, senza però guardare cos’è successo dall’altra parte. Diciamo in sin- tesi che l’ultima telefonata da parte del club è stata per comunicarmi che avevano preso un altro portiere. Quindi è finita così».

"Credo che il Psg sia sempre stato nel mio destino. Mi segui- vano da anni e mi hanno sempre fatto sentire il loro interesse. Quindi doveva andare così. Sia il presidente Al Khelaifi che il direttore sportivo Leonardo non solo mi hanno fatto capire che mi volevano davvero, ma ogni giorno mi fanno sentire la loro vicinanza. Sono molto con- tento e orgoglioso di stare qui».

Ad agosto è stato presentato ai nuovi tifosi, al Parco dei Principi con tutte le altre star, da Messi a Sergio Ramos, da Hakimi a Wijnaldum. Lei l’ha definita una serata indimenticabile.
«I tifosi del Psg a ogni partita mi fanno sentire importante. Quello di agosto è stato davvero un momento pazzesco. Fa sempre un certo effetto venire pre- sentato con grandissimi campioni».

Al di là del trasferimento al Psg, per lei sono stati mesi speciali con l’Europeo vinto da miglior giocatore, il Pallone d’oro dei portieri, il titolo di miglior portiere del mondo. Qual è stato il momento più intenso e che ricorda più volentieri?
«La vittoria dell’Europeo, che è il coronamento di un sogno. Vincere con la maglia dell’Italia è veramente speciale. Abbiamo fatto un capolavoro, qualcosa di straordinario grazie al lavoro di Mancini, il nostro, quello dello staff e di tutto il gruppo della Nazionale. Ci ripenso ogni sera prima di andare a letto, e mi vengono i brividi».

Però l’Italia non è ancora qualificata al Mondiale. Cos’è mancato ai campioni d’Europa?
«È mancato il gol. Potevamo forse fare di più, ma sono con- vinto che andremo al Mondiale, perché tutti sanno che gruppo siamo e come reagiamo nei momenti difficili. Ci può stare che dopo la vittoria all’Europeo sia mancato qualcosa, ci sia stata un po’ di difficoltà, ma ne usciremo, andando in Qatar».

Fa paura il Portogallo di Ronaldo?
«Sarebbe stato meglio pescare qualcun altro. Intanto vinciamo la prima partita e poi indipendentemente dall’avversario ci faremo trovare pronti. E non ci farà paura nessuno».

Da un campione all’altro, che effetto fa allenarsi tutti i giorni con Messi, Neymar, Mbappé? Chi è il più forte?
«Non saprei chi scegliere. Sono tutti dei fenomeni. Lo vedo ogni giorno in allenamento, dove vanno sempre al massimo. Mi è capitato di finire in mezzo a un torello qualche tempo fa e alla fine mi girava la testa. Stare qui è qualcosa di speciale anche perché se ti alleni tutti i giorni con campioni di questo livello non puoi che migliorare».

In questo momento si parla molto di Mbappé con il contratto in scadenza che potrebbe lasciare il Psg. Lei invece è appena arrivato: ha provato a convincerlo a restare?
«Con Kylian ho un bellissimo rapporto, scherziamo spesso insieme. Ma di queste cose non ne parliamo. È una decisione che spetta solo a lui. Non sta a me dirgli cosa fare. So solo che stiamo bene insieme al Psg. È un bravissimo ragazzo, un tipo in gamba. Solo lui può sapere quale sia la miglior scelta da fare».

Lei ha scelto di trasferirsi al Psg e quindi di giocare in Ligue 1, un campionato che non gode di grande reputazione.
«E invece non è come si pensa in genere. Stando qui sono stato molto sorpreso dal livello generale e ho capito che si tratta di un bel campionato. Ci sono ottime squadre e nessuna partita è facile: anche il Psg deve sempre dare il massimo per cercare di vincere».

Tra una settimana c’è la sfida con il Real Madrid agli ottavi di Champions, che in fondo è il vero campionato da vincere per questo Psg pieno di star. Troppa pressione?
«Giocare la mia prima Champions in questa squadra è qualcosa di unico. Normale ci sia molta aspettativa nei nostri confronti. Ma ogni partita va affrontata nel modo giusto. Con il Real sarà una gara difficile, ma possiamo lottare per vincere e anche per arrivare fino in fondo, perché è uno dei nostri obiettivi».

Al Psg deve condividere la porta con Keylor Navas che di- ce che la concorrenza fa bene, ma che non è sempre piacevole. Vale anche per lei?
«Sapevo che sarebbe stato così venendo qui. Non so cosa ne pensi lui, ma a me sta bene, anche perché qui tutti mi fanno sempre sentire importante. Darò tutto me stesso per il Psg. E non è vero che con Keylor ci sono scintille. Con lui ho un ottimo rapporto, è un bravo ragazzo. Per me non c’è nessun problema».

Com’è la Serie A vista da lontano: segue sempre il Milan?
«Da tifoso seguo tutto sempre con passione. Sento spesso i miei ex compagni di squadra, ma anche il mister Pioli e sono contento per come stanno andando le cose al Milan. Spero che arrivino fino in fondo e che continuino a fare un grandissimo campionato, come finora. Ho seguito e gioito per il derby vinto. Sono contento per il mister, per i tifosi e per il Milan».

Per Mike Maignan non era facile imporsi al Milan dopo di lei. È un buon erede?
(sorride) «Lo seguo con attenzione e finora mi ha fatto una bella impressione. Gli faccio i complimenti per quello che sta facendo e per come sta aiutando il Milan. Sono contento per lui e per la grandissima stagione che stanno facendo tutti i ragazzi».
donnarumma non è un giocatore del milan... non è un milanista e non lo è mai stato. non pubblicherei mai niente che lo riguardi fosse per me, nemmeno le papere per farmi quattro risate.
 

MARO MILANISTA

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Secondo me chi critica Maldini dovrebbe avere bene in mente il grande capolavoro che ha fatto in questa liquidazione della trattativa!
 

Djici

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Ci fosse SOLO UNA VOLTA su questa terra un giornalista SERIO... Che facesse 2 domande SCOMODE.
A lui come a l'altro ritardato di Mirabelli...
Sommando la loro intelligenza a tutti e 2 non arrivi neanche ad un decimo di un altro senza cervello come Cassano ?
 
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Caro Blu, se ho un po' inquadrato il soggetto (un'individualista) questo tizio avrebbe goduto più per una disfatta di Maignan che del Milan.
È naturale che Donnarumma faccia un confronto con chi lo ha sostituito ma anche viceversa.

Pensava che i tifosi sbavassero all'infinito,cosa non successa, anzi in molti ora hanno capito che non èra il " fenomeno", ma solo un normale mestierante che ha avuto la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto.
 
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