S'è fatto un po' lo stesso errore compiuto un anno fa con Montella.
Per me il vero fallimento di Gattuso non è stato tattico (si sapeva non fosse un maestro da quel punto di vista, per quanto ce lo vogliano spacciare come tale), ma caratteriale. E' assurdo che la squadra giochi senza personalità, senza grinta e con la paura addosso.
Quando sei in un club dal peso come il Milan, più sprofondi e più è difficile rialzarsi.
Quanti giocatori e allenatori che sono stati al Milan sono riusciti a riscattarsi in rossonero dopo un'annata negativa? Gli unici sono stati quelli della vecchia guardia (Maldini, Albertini ecc.) che però avevano già vinto e dovevano solo ritrovare sé stessi.
La chimica di questa squadra è devastante: abbiamo perdenti cronici dal rendimento mediocre (Montolivo, Zapata, Bertolacci...) e perdenti cronici di qualità (Romagnoli, Bonaventura, Suso...). Ai quali aggiungiamo i tanti nuovi acquisti dell'anno scorso che hanno scoperto di essere incapaci di fare la differenza sia individualmente sia come collettivo.
E questo solo prendendo in considerazione l'aspetto mentale. Mettiamoci poi la rosa assemblata male con giocatori prevalentemente bassi e privi di esterni veloci, i ricambi scarsissimi, il discorso allenatore e altra roba ancora.
Alla fine cosa ne può uscire fuori?
Parlando di Montella, è caduto un altro mito leggendario: la preparazione atletica. Vero che c'era un problema di dieta e di preparazione, ma l'anno scorso la questione della condizione fisica era un alibi costante per il Milan di Gattuso.
Ora quell'alibi è finito, ma comunque è difficile correre anche con la miglior preparazione del mondo quando i blocchi psicologici sono come delle palle di piombo attaccate ai piedi.