Ma al di là delle singole partite, è il quadro generale che Ringhio ed il suo staff hanno rivoluzionato, perché parla il campo prima ancora dei risultati.
Compattezza ritrovata, spaziature corrette, fase difendente come prioritaria, un pizzico di verticalità, corsa non solo in quantità ma anche in qualità, ed ovviamente poi se i ragazzi sposano il progetto vengono dietro anche la testa, le palle, il cuore e le gambe.
Non sta facendo nulla di rivoluzionario, perché paradossalmente questa rosa presenta sempre dei limiti che non permettono di giocare certi tipi di calcio o di rendere senza il massimo della collaborazione di tutti, tanto più nel 433 che è sempre una coperta corta.
Ma sta facendo in realtà qualcosa di straordinario proprio nel massimizzare le possibilità di ogni singolo in funzione degli altri, trovando quello che il suo predecessore non aveva nemmeno sfiorato: il concetto di squadra, nella massima chimica possibile con questo roster.