- Registrato
- 6 Agosto 2012
- Messaggi
- 244,122
- Reaction score
- 46,058
Il Corriere dello Sport, che ha riportato la classifica dei club che sfornano più giocatori per la Serie A attraverso i vivai (QUI http://www.milanworld.net/milan-fab...iocatori-arrivano-dal-suo-vivaio-vt58443.html ) ha intervistato Filippo Galli, responsabile del settore giovanile del Milan. Ecco le dichiarazioni:"Formare giocatori per la prima squadra è arduo, formare professionisti da immettere nel sistema è più facile ma servono anche quei profili, utili in chiave mercato. Forse siamo stati aiutati, paradossalmente, da un periodo in cui il club ha investito di meno nelle squadre giovanili: da 4-5 anni non abbiamo inserito giocatori e questo ci ha permesso di lavorare con più attenzione sulla metodologia di lavoro che ha portato frutti importanti. Da dove si parte? Dal talento del giocatore, che però deve essere accompagnato nel suo percorso di crescita: una delle condizioni è il contesto in cui si lavora. E poi è anche importante un allenatore che dia fiducia ai giovani: Allegri, Mihajlovic, Montella e ora Gattuso lo hanno fatto. Io giovano in Milan fatto i in casa? Si veniva da anni difficili, dalla gestione Farina, altri ragazzi avevano fatto anche l’esperienza in B. Non dovrei dirlo io, perché sono il responsabile, ma al Milan abbiamo cercato di lavorare con più attenzione, unendo alla selezione dei calciatori il metodo di lavoro sul campo. Conta più lo scouting o ciò che accade dopo? Sono entrambe fasi impor- tanti, anche se il giocatore viene prima, non si piega al metodo. Il problema, però, è anche che tanti calciatori talentuosi si perdono perché magari non sono stati seguiti nel modo giusto. L’aspetto “situazionale”, le persone che incontra nel suo percorso: tutto questo conta. Al Milan da dieci anni lavoriamo con una equipe psicopedagogica, da sei con la video- analisi: su tante cose siamo stati precursori. Rischio furto dei giovani? Noi siamo un club che attrae, ma in generale il rischio è questo: se non contrattualizzi un ragazzo a 16 anni, lui può andare all’estero. E’ l’unica differenza rispetto al vincolo dei Dilettanti: per il resto, in Italia siamo tutela- ti. Da noi si è andati nella direzione di fare contratti con troppa facilità, ma così si rischia di precorrere i tempi e di far credere al ragazzo di es- sere già arrivato. Un Donnarumma non nasce mica tutti i giorni... Da noi gli allenatori sono più restii a inserire il giovane, ma se un calciatore è bravo, state certi che il tecnico non avrà paura. Come funziona il metodo Milan? Lo scouting parte intanto dalla rete delle scuole calcio, quasi cento su tutto il territorio. Abbiamo 15 scout per l’Italia e 25 solo per la Lombardia. Investiamo sulla formazione dei nostri tecnici e di tutti i componenti dello staff : dai preparatori atletici ai tutor, tutti devono capire quali sono i nostri principi calcistici. Lo psicologo da noi deve conoscere Freud ma anche i sistemi di gioco. E’ il nostro metodo integrato".