Furlani:"Maldini via, il mio ruolo, Redbird, Elliott e Ibra...."

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pazzesco, si parla SOLO del Milan come business e nient'altro.
La cosa simpatica è che subito dopo le prime contestazioni esce fuori prima la notizia del rifinanziamento e ora queste dichiarazioni.
 

Commodore06

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Furlani intervistato ad Harvard:"Maldini via? E' stata una decisione storica quella di lasciarlo andare, per quello che ha significato per il club e per la sua autorevolezza. Ma se volevamo realizzare la visione che Gerry aveva per il club dovevamo cambiare e andare avanti".
Ha ragione. Le visioni di Maldini e di Caddanale per il club è come se fossero ai due estremi opposti dell'universo conosciuto.

La nostra squadra era semplicemente troppo costosa.
Eh già. Da questo punto di vista stavamo per rubare il primato del Real Madrid di rosa più costosa e monte ingaggi più alto:yaoming:

Dopo aver vinto il campionato, c'è stata una parata in città. Due autobus a due piani con giocatori e staff sono partiti da Casa Milan e si sono diretti al Duomo nel cuore della città. Quel viaggio normalmente dura dieci minuti, ma in quel caso ci sono volute sette ore. Centinaia di migliaia di persone si sono riversate per strada per venire a festeggiare con noi".
Grandi festeggiamenti. Per forza. Si festeggiava un campionato vinto dopo anni di nulla costruendo una squadra seria e non la parata di cessi di cui è composta quella di adesso.
Oggi l'unica parata che potrebbe fare tutta la combriccola sarebbe a bordo di un'Ape Cross. Non avrebbero neanche lo sprint per sfuggire dai veri tifosi inferociti.

Sull'addio di Maldini: "È stata una decisione storica quella di lasciarlo andare, per quello che ha significato per il club e per la sua autorevolezza. Ma se volevamo realizzare la visione che Gerry aveva per il club dovevamo cambiare e andare avanti".
No comment.

poi ci sono giorni ancora peggiori, come quando ricevo minacce di morte, per esempio quando abbiamo venduto Tonali, uno dei nostri migliori giocatori. È in quei momenti che ho pensato: ‘Okay, queste cose non te le insegnano alla Harvard Business School”.
Eh già. Li insegnano a spolpare le società. Comunque, per sua sicurezza, potrebbe nascondersi come un topo nelle segrete di Harvard.

l’aumento dei ricavi del club: “Per farlo, dobbiamo puntare sui risultati sportivi. Il successo sportivo alimenta i ricavi, e i ricavi supportano il successo sportivo. È un ciclo virtuoso."
AHAHAHAHAHAHAHAHAH

Vogliamo che il Milan abbia successo, che la Serie A abbia successo e che l'intero ecosistema abbia successo”
Tra leoni e paperi bisogna preservare bene l'ecosistema :asd:

Non aver sfruttato questa opportunità di guidare il club di cui sono stato tifoso sin da quando ero bambino, ...
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Un tifoso delle melme sarebbe più tifoso del Milan di questo essere spregevole in foto.
 

mandraghe

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Le dichiarazioni di Cardinale, Moreno e Fuffani hanno una cosa in comune: nessuno parla del calcio giocato, del campo.

questo fa capire che società che ci ritroviamo. Badano a tutto tranne quello che è l aspetto più importante per una società sportiva in Europa


Assurdo.

Un po’ come è capitato a certe aziende che per inseguire certe follie woke hanno perso di vista il core business subendo perdite ingenti.

Il Milan di RedBird pensa a tutto fuorché al campo.

Intendiamoci, tentare di slegare ricavi e utile dal campo è positivo. Il problema è che una cosa del genere puoi farla dopo aver creato un gruppo vincente. Farlo prima non ha senso ed è impossibile, perché i ricavi degli sponsor non saliranno mai se non si vince sul campo.

Gerry sta cosa non la capisce e crede che il modello delle leghe americane possa applicarsi anche in Europa. Ma qui, ed infatti di sta cosa si è lamentato (il famoso Alfredo) ci sono tifosi che non accettano di finire a metà classifica e di vedere vincere le rivali.

Sta cosa se ti chiami Milan è inconcepibile e Cardinale, purtroppo, non ci arriva.
 

Daniele87

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Be' da ieri se ne son lette e sentite tante, anche troppe. Ignorare chi siano e da quali ambienti provengano la gran parte del management da Furlani a Scaroni passando per Cardinale stesso e al contempo criticare la loro visione dimostra solo tanta ingenuità, anche da parte loro perché dovrebbero essere "meno sinceri" nel comunicare la loro strategia.
Anzitutto, il contesto: si tratta di un workshop presso una delle università più prestigiose del pianeta Terra, come ho letto sia qui che in altri contesti, che non si faccia mai riferimento al campo lo trovo stucchevole. Non erano mica ospiti alla Domenica Sportiva, era un meeting in cui analizzavano la convenienza economica derivante dall'investimento nel settore sport e si sono focalizzati su questo, di cosa dovevano parlare ad Harvard, di Fonseca e di Emerson Royal. Punto n.2 questa intervista sebbene pubblicata solo ieri è datata settembre pertanto molte dinamiche allora erano sconosciute.
Tornando al punto della comunicazione, il vero peccato originale, quello che da uno che lavora grossomodo nel settore trovo ancora fuori luogo è il fatto che Cardinale, Furlani e compagnia si rivolgono ai tifosi come se fossero stakeholder ignorando che il tifoso non frega nulla di essere un commercialista con la calcolatrice in mano, al tifoso devi dare un sogno, un motivo per andare allo stadio, creare affezione. Questo atteggiamento è tipicamente americano nel rendere partecipe il consumatore (in questo caso il tifoso) della gestione societaria. Questo per me è il vero passaggio fondamentale che sta creando una crepa sempre più profonda tra proprietà e tifo.
Non entro nel dettaglio delle scelte sbagliate che hanno portato questa stagione in un vicolo cieco, in quest'ambito non ha molto senso, ma nelle parole che ho letto non ho trovato nulla di anomalo o di così sconvolgente, hanno spiegato come opera un fondo di investimento e i punti di forza e debolezza analizzati dal punto di vista finanziario derivanti dagli investimenti nel calcio e nel calcio in Italia. Mi spiace ma non mi accodo al 99% del tifo in questo caso, pur non legittimando il loro operato al Milan credo che stiano operando secondo le loro logiche che potranno portare successi o insuccessi ma comunque restano coerenti con la loro visione, che comunque riguarda e riguarderà sempre più il contesto calcio in Europa.
 

ROSSO NERO 70

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Be' da ieri se ne son lette e sentite tante, anche troppe. Ignorare chi siano e da quali ambienti provengano la gran parte del management da Furlani a Scaroni passando per Cardinale stesso e al contempo criticare la loro visione dimostra solo tanta ingenuità, anche da parte loro perché dovrebbero essere "meno sinceri" nel comunicare la loro strategia.
Anzitutto, il contesto: si tratta di un workshop presso una delle università più prestigiose del pianeta Terra, come ho letto sia qui che in altri contesti, che non si faccia mai riferimento al campo lo trovo stucchevole. Non erano mica ospiti alla Domenica Sportiva, era un meeting in cui analizzavano la convenienza economica derivante dall'investimento nel settore sport e si sono focalizzati su questo, di cosa dovevano parlare ad Harvard, di Fonseca e di Emerson Royal. Punto n.2 questa intervista sebbene pubblicata solo ieri è datata settembre pertanto molte dinamiche allora erano sconosciute.
Tornando al punto della comunicazione, il vero peccato originale, quello che da uno che lavora grossomodo nel settore trovo ancora fuori luogo è il fatto che Cardinale, Furlani e compagnia si rivolgono ai tifosi come se fossero stakeholder ignorando che il tifoso non frega nulla di essere un commercialista con la calcolatrice in mano, al tifoso devi dare un sogno, un motivo per andare allo stadio, creare affezione. Questo atteggiamento è tipicamente americano nel rendere partecipe il consumatore (in questo caso il tifoso) della gestione societaria. Questo per me è il vero passaggio fondamentale che sta creando una crepa sempre più profonda tra proprietà e tifo.
Non entro nel dettaglio delle scelte sbagliate che hanno portato questa stagione in un vicolo cieco, in quest'ambito non ha molto senso, ma nelle parole che ho letto non ho trovato nulla di anomalo o di così sconvolgente, hanno spiegato come opera un fondo di investimento e i punti di forza e debolezza analizzati dal punto di vista finanziario derivanti dagli investimenti nel calcio e nel calcio in Italia. Mi spiace ma non mi accodo al 99% del tifo in questo caso, pur non legittimando il loro operato al Milan credo che stiano operando secondo le loro logiche che potranno portare successi o insuccessi ma comunque restano coerenti con la loro visione, che comunque riguarda e riguarderà sempre più il contesto calcio in Europa.
Perfetto
Peccato che in ambito tecnico stiano sbagliando di tutto di più
Ci vuole gente che se ne intende e fra calciatori in entrata e quelli in uscita credo la competenza sia non eccelsa
Unica attenuante che pure condivido cercare di dare un impronta di gioco più "europeo" rispetto al nostro molto più tattico e direzionato dall alto
 
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