Forbes: "Condanna del Milan è fallimento del Fair Play Finanziario"

Registrato
13 Gennaio 2014
Messaggi
35,716
Reaction score
13,143
Il punto principale è che con un mercato a zero si è arrivati sesti vincendo una Super Coppa d'Italia. Con un mercato da 240 milioni si è arrivati ancora sesti senza vincere nulla.
Speso tanto per non cambiare niente.

So che se sei di quest'idea mi riderai in faccia, ma abbiamo fatto un ottima base. A mio avviso. So che non sarai d'accordo ma lo credo sul serio, che poi si potesse fare meglio, senza dubbio, come in ogni caso della vita.
 
Registrato
13 Gennaio 2014
Messaggi
35,716
Reaction score
13,143
esistesse la procedura esatta per indovinare i colpi di mercato non servirebbe manco un ds umano, basterebbe automatizzarla come un programma e a quel punto risparmieresti pure lo stipendio del ds :fuma:

Esatto, ci sono mille variabili imponderabili che è inutile stare a discuterne.
Io lo dico sempre, la stessa Juve ha "sculato" su Pogba/Pirlo/Vidal e guarda dove è arrivata.
 

Black

Bannato
Registrato
8 Aprile 2015
Messaggi
9,408
Reaction score
58
Dopo la sentenza che ha portato all'esclusione del Milan dalle coppe europee, Forbes ci va giù duro.
Secondo il famoso portale economico, la ratio della riforma era lodevole: ricondurre alla stabilità contabile le società, imprigionate in una spirale deficit-debito che ne minava la sostenibilità economica e al tempo stesso ridare equilibrio competitivo al sistema. Se per il primo punto l'obiettivo sembra centrato, visto che le perdite nette dei club europei di prima divisione si sono ridotte dell’84%, per il secondo proposito invece i risultati appaiono fallimentari a causa dell'elevato margine di discrezionalità nei singoli casi concreti: Manchester City e PSG hanno ricevuto sanzioni blande, grazie alla disponibilità degli organismi di controllo a chiudere un occhio sulle sponsorizzazioni correlate.
Al contrario il Milan sembra essere incappato in un giudizio punitivo sul suo presidente, Yonghong Li. Una diffidenza forse comprensibile, ma certamente estranea ai parametri del FPF, le cui valutazioni dovrebbero restare limitate allo stato di salute finanziaria del club (e in questo caso la continuità aziendale sarebbe garantita da chi ha finanziato l'acquisto, Elliott). Per questo se il rifiuto del VA poteva essere giustificabile sulla base di un business plan forse troppo ottimistico, già il rifiuto del SA evidenziava una non giustificata severità nei confronti del club che - pur avendo deficit considerevoli - denotava un indebitamento gestibile e prospettive di rientro non dissimili da quelle che avevano portato ad altri patteggiamenti. L'esclusione dalle coppe, quindi, ha evidenziato questa disparità di trattamento.
Ma la vicenda rossonera ha messo alla luce anche un altro importante problema del FPF: con il mercato feroce della scorsa estate, la dirigenza rossonera confidando (forse ingenuamente) nella possibilità di un accordo volontario, ha scommesso sull'unico percorso di sviluppo attuabile da chi non appartiene già all'odierna élite europea: concentrare in un solo anno contabile tutte le spese, sperando di innescare quei risultati sportivi che a propria volta alimentino un sostanzioso incremento del fatturato. Questo schema però si è arenato sul campo, a causa di un avvio di stagione sconcertante, e a Nyon per l'opposizione della UEFA.

Questo precedente rischia di privare le squadre meno competitive dell'unica strategia in grado di colmare nel medio termine il gap con le prime della classe, esacerbando una controindicazione che già in molti evidenziavano fin dagli albori del FPF. Il pericolo, insomma, è che l'attuale sistema finisca per cementare la supremazia delle squadre più ricche, che caratterizzato in un contesto di forte correlazione tra capacità di spesa e risultati sportivi, si traduce in una sempre maggiore concentrazione degli allori: basti guardare alla Juventus (sette volte di fila campione in Italia), Bayer (sei volte in Germania), PSG (cinque volte in Francia), Real Madrid (quattro delle ultime cinque CL).

E' per questo che se il Milan impugnerà la decisione a Losanna, i suoi tifosi non saranno gli unici a sperare di trovare giustizia.

e finalmente qualcuno di autorevole che lo dice/scrive!! è evidente che c'è un'elite europea nella quale sarà sempre più difficile entrare. Se alla Uefa va bene così contenti loro, ma a questo punto che facciano la superlega.

Probabilmente dal punto di vista del marketing è più remunerativo avere i top team tra le semifinaliste di Champions, anche se dal punto di vista sportivo era bello vedere anche qualche "sorpresa" come accadeva una volta. Però attenzione cara Uefa perchè se fai la superlega il giochino potrebbe pure stancare
 
Registrato
22 Marzo 2017
Messaggi
4,043
Reaction score
1,219
Dopo la sentenza che ha portato all'esclusione del Milan dalle coppe europee, Forbes ci va giù duro.
Secondo il famoso portale economico, la ratio della riforma era lodevole: ricondurre alla stabilità contabile le società, imprigionate in una spirale deficit-debito che ne minava la sostenibilità economica e al tempo stesso ridare equilibrio competitivo al sistema. Se per il primo punto l'obiettivo sembra centrato, visto che le perdite nette dei club europei di prima divisione si sono ridotte dell’84%, per il secondo proposito invece i risultati appaiono fallimentari a causa dell'elevato margine di discrezionalità nei singoli casi concreti: Manchester City e PSG hanno ricevuto sanzioni blande, grazie alla disponibilità degli organismi di controllo a chiudere un occhio sulle sponsorizzazioni correlate.
Al contrario il Milan sembra essere incappato in un giudizio punitivo sul suo presidente, Yonghong Li. Una diffidenza forse comprensibile, ma certamente estranea ai parametri del FPF, le cui valutazioni dovrebbero restare limitate allo stato di salute finanziaria del club (e in questo caso la continuità aziendale sarebbe garantita da chi ha finanziato l'acquisto, Elliott). Per questo se il rifiuto del VA poteva essere giustificabile sulla base di un business plan forse troppo ottimistico, già il rifiuto del SA evidenziava una non giustificata severità nei confronti del club che - pur avendo deficit considerevoli - denotava un indebitamento gestibile e prospettive di rientro non dissimili da quelle che avevano portato ad altri patteggiamenti. L'esclusione dalle coppe, quindi, ha evidenziato questa disparità di trattamento.
Ma la vicenda rossonera ha messo alla luce anche un altro importante problema del FPF: con il mercato feroce della scorsa estate, la dirigenza rossonera confidando (forse ingenuamente) nella possibilità di un accordo volontario, ha scommesso sull'unico percorso di sviluppo attuabile da chi non appartiene già all'odierna élite europea: concentrare in un solo anno contabile tutte le spese, sperando di innescare quei risultati sportivi che a propria volta alimentino un sostanzioso incremento del fatturato. Questo schema però si è arenato sul campo, a causa di un avvio di stagione sconcertante, e a Nyon per l'opposizione della UEFA.

Questo precedente rischia di privare le squadre meno competitive dell'unica strategia in grado di colmare nel medio termine il gap con le prime della classe, esacerbando una controindicazione che già in molti evidenziavano fin dagli albori del FPF. Il pericolo, insomma, è che l'attuale sistema finisca per cementare la supremazia delle squadre più ricche, che caratterizzato in un contesto di forte correlazione tra capacità di spesa e risultati sportivi, si traduce in una sempre maggiore concentrazione degli allori: basti guardare alla Juventus (sette volte di fila campione in Italia), Bayer (sei volte in Germania), PSG (cinque volte in Francia), Real Madrid (quattro delle ultime cinque CL).

E' per questo che se il Milan impugnerà la decisione a Losanna, i suoi tifosi non saranno gli unici a sperare di trovare giustizia.

Tutte balle la UEFA ci vuole tutelare e comunque vogliamo la testa di fassone e quella di mirabelli cit.
 

Jackdvmilan

Senior Member
Registrato
27 Maggio 2016
Messaggi
8,346
Reaction score
782
Il FFP è fatto male. Non permette ad una squadra che ad esempio cambia proprietà di provare ad entrare nell'elite europa (se non è gia dentro) arricchendo contemporaneamente le squadre che già sono ricche.
La UEFA deve concedere il VA a queste realtà e piuttosto punire in seguito ma devono dare la possibilità di provarci. È normale perdere all inizio (spotify, netflix, tesla ecc) sono ancora in perdita, ma fa parte dell'espansione.
Altra cosa: le sanzioni sono sbagliate...obbligando una squadra ad avere perdite di, ad esempio, 30 milioni obbliga a vendere un pezzo pregiato, magari a prezzo di saldo perché tutti sanno che devi vendere...cosi si costruisce a fatica e i top club ti compra il giocatore che devi vendere rinforzandosi sempre più
 

addox

Zio bello
Registrato
29 Agosto 2012
Messaggi
1,369
Reaction score
9
Ai danni del milan è stata fatta una porcata, piaccia o non piaccia. Poi che questa situazione alimenti i dubbi e le critiche, anche legittime, sulla proprietà, è un altro discorso.
 
L

luis4

Guest
Il punto principale è che con un mercato a zero si è arrivati sesti vincendo una Super Coppa d'Italia. Con un mercato da 240 milioni si è arrivati ancora sesti senza vincere nulla.
Speso tanto per non cambiare niente.

con 17 partite giocate in piu, praticamente mezzo campionato, cambiate disco.
 

PoloNegativo

Junior Member
Registrato
14 Agosto 2015
Messaggi
1,049
Reaction score
387
L'idea del Fair Play è di sfumatura capitalistica e non si viene certo a scoprire oggi: le squadre con meno fatturato delle altre potranno arrivare ai piani alti solo dopo un lungo processo che prevede tante scelte oculate fatte con costanza, che solo pochi club saranno in grado di fare, con un fattore "fortuna" che sicuramente non è assente.

Chiaramente la nascita del fair play finanziario viene giustificata ai nostri occhi per premiare quelle squadre che diventano forti per scelte oculate, e non per uno strapotere economico rispetto alle altre. In realtà quello che fa è ben diverso: aiuta le squadre importanti.
Mentre l'idea del fair play si adatta bene a squadre come il psg (che ha speso ugualmente perché il fp è eseguito male, che è un altro discorso), non si pul dire lo stesso di altri club come il Manchester United, che pur non avendo recenti meriti calcistici degni di nota (solo una europa league), può spendere tantissimo a causa del fatturato enorme, dovuto alla sua popolarità, a sua volta dovuta a scelte oculate fatte decenni fa...oppure nemmeno, visto che gli ultimi successi erano antecedenti al fairplay, e quindi potrebbero essere dovuti in gran parte a uno strapotere economico passato.
Insomma, il manchester united è l'esempio lampante di come il fp finanziario favorisca i club importanti, idea che tra l'altro non sarebbe cattiva per mantenere vivo o incrementare l'interesse per il calcio, ma che sicuramente non è eticamente giusta. Quindi la mia domanda è: ci sono o ci fanno?
 

Gunnar67

Member
Registrato
31 Ottobre 2017
Messaggi
2,786
Reaction score
786
Premesso che la UEFA indirettamente sta dando una mano al Milan, avendo gettato un macigno nello stagno che ha aperto gli occhi a tutti i sostenitori del cinese e dell'AD Fassone, sorprendono in questa vicenda l'immobilismo della FIGC e del CONI. I casi sono due: se la FIGC e' d'accordo con la UEFA, dovrebbero aprire un'indagine anche in Italia sui conti del Milan. Se invece non la pensano come la UEFA, allora il Milan andrebbe tutelato in tutte le sedi.
 

Aron

Senior Member
Registrato
28 Aprile 2014
Messaggi
18,283
Reaction score
563
con 17 partite giocate in piu, praticamente mezzo campionato, cambiate disco.

E' un dato oggettivo, e dai dati oggettivi vanno tratte delle conclusioni.
Per il Milan è un danno economico enorme aver speso 240 milioni senza aver raggiunto la Champions (posto che la UEFA ce l'avrebbe fatta giocare...).
 
Alto