Feltri risponde alle critiche con una lunga lettera:
"Il PD vuole le mie dimissioni? Per i progressisti fare opposizione consiste in questo: contestare la persona sulla base di un cavillo qualsiasi che viene trasformato in motivo di scandalo, di indignazione, di rivoluzione. E quando uso questo ultimo termine non esagero, dal momento che è sovversivo volere ad ogni costo che un individuo eletto dal popolo sovrano si ritiri e rinunci al ruolo e ai doveri che gli sono stati assegnati dagli elettori in quanto con una parolina ha urtato la sensibilità fin troppo acuta dei radical-chic. Vado avanti, non soltanto non correggo, ma ribadisco.
A Milano le piste ciclabili rappresentano trappole mortali. Sono disegnate sull'asfalto senza criterio e la loro mancanza di logicità non fa altro che acuire il convincimento, in chi adopera la bicicletta per muoversi o anche il monopattino, di non dovere osservare alcuna basilare norma stradale.
Il motivo? Il motivo è puramente ideologico: c'è il convincimento che essi salveranno il pianeta dal riscaldamento globale, sono ritenuti soggetti virtuosi, gente di sinistra, non rozza e ignorante come quelli che invece vengono indicati quali «fascisti» soltanto perché votano a destra. I ciclisti vengono santificati in quanto lottano, sudando e pedalano contro il collasso del pianeta, contro l'Apocalisse, che si stima arriverà da qui a qualche annetto a causa della nostra incoscienza, del capitalismo, del consumismo, delle macchine, del progresso, della cupidigia dell'Occidente. Peccato che ad oggi la diffusione dell'utilizzo della bici non abbia migliorato la qualità dell'aria ma abbia portato alla crescita del numero di morti e feriti, sulle strade cittadine, di quanti si spostano sulle due ruote ecologiche.
La mia è stata una battuta forse troppo macabra, per questo fuori luogo, forte, ma ormai non si può più dire nulla, tutto suscita riprovazione. Stiamo lì a pesare ogni sillaba.
Abbiamo acquistato il gusto della indignazione, del processo mediatico, della macellazione. È il trionfo di un moralismo esasperato, ostentato, intransigente, che non è sintomo di progresso etico, semmai di oscurantismo."