Elezioni presidenziali Francia 2022: Macron, Le Pen, Zemmour, Melenchon

fabri47

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Domenica 10 aprile, in Francia, si terranno le elezioni presidenziali 2022, con eventuale ballottaggio fissato per il 24 aprile.

Tra i numerosi candidati in corsa per l'eliseo ci sono: il presidente uscente Emmanuel Macron (La République En Marche), Marine Le Pen (Rassemblement National), Jean-Luc Mélenchon (La France Insoumise), Éric Zemmour (Reconquête), Valérie Pécresse (Les Républicains), Anne Hidalgo (Parti Socialiste), Nicolas Dupont-Aignan (Debout la France).

Per i sondaggi è praticamente certo il ballottaggio Macron-Le Pen, come cinque anni fa, ma stavolta la battaglia sarà più combattuta al secondo turno rispetto alla precedente tornata, con il primo leggermente in vantaggio sulla sfidante.
 
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Chissà cosa si inventeranno per far vincere in sicurezza Milfon, da qui al 24 aprile...
La solita frescaccia del pericolo fascista, cui gli elettori di Melenchon, Pecresse, Jadot e compagnia cantante abboccheranno come sempre. Potrebbe essere aggiunto un pizzico di accuse di russofilia per condire il piatto.
 

Andris

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riporto questa interessantissima intervista su Il Giornale alla nipote Le Pen che ha sposato il progetto di Zemmour, anche se al ballottaggio voterebbe la zia ovviamente.
spiega bene perchè Zemmour sia stato preso di mira dal primo momento, non solo per certe posizioni estreme.
interessante che si ispirino al centro-destra italiano, spero per loro con migliori risultati, perchè fino ad oggi come in Germania si sono rifiutati di dialogare destra e centro-destra.
comunque andranno avanti, a prescindere da questa elezione, e questo è un dato positivo


"Personalmente ho già dichiarato il mio sostegno a Marine Le Pen in caso di ballottaggio contro Macron, il problema però è più complesso.
Ho sempre sostenuto la necessità di arrivare in Francia alla creazione di una coalizione di centrodestra sull'esempio italiano, come peraltro desiderano i nostri elettori.
Fino a ieri né il Rassemblement National né i Repubblicani hanno voluto intraprendere questo percorso e ciò è il motivo della discesa in campo di Eric Zemmour, il quale ha colmato questo vuoto politico avviando finalmente la ricomposizione a destra.
Grazie a Reconquete infatti per la prima volta assistiamo alla convergenza di fette di elettorato RN e LR su un candidato comune e a dichiarazioni di vertici repubblicani che annunciano il sostegno a Zemmour in caso di ballottaggio con Macron, cosa mai avvenuta con Marine Le Pen.

Se Zemmour arrivasse al ballottaggio dunque l'unione delle destre diventerebbe già realtà, se ci andrà Marine invece il punto sarà se riuscirà stavolta a farsi sostenere dai repubblicani o se ancora una volta si causerà l'effetto marginalizzazione della destra

L'estremizzazione della figura di Zemmour è un'operazione mediatica per cercare di disinnescare un fenomeno politico e sociale inaspettato.
Come ho detto prima, grazie a Zemmour, per la prima volta nella storia della destra francese, stiamo assistendo alla comunicazione tra due blocchi della destra che fino a ieri erano inconciliabili.
E questo è il motivo per cui Zemmour fa paura a Macron e alla sinistra, perchè è l'avversario non gestibile che può arrivare alla vittoria


Nel 1995 i sondaggi davano Chirac 10 punti sopra Balladur e invece arrivarono quasi pari.
Nel 2002 davano Jean Marie Le Pen sotto il 10% e invece arrivò al ballottaggio.
Nel 2012 davano Hollande 20 punti sopra Sarkozy che invece perse per un soffio.
Nel 2017 al primo turno davano Fillon quarto lontanissimo da Marine Le Pen che in alcuni casi addirittura al 30%, invece la Le Pen andò al ballottaggio per un solo punto di vantaggio sul candidato repubblicano.
C'è dunque da fidarsi poco dei sondaggi, che spesso sono stati invece strumentalizzati ad hoc, con successo, per influenzare gli elettori nelle scelte e credo che oggi stia accadendo proprio questo.
Se ci atteniamo ai dati oggettivi, invece, vediamo che Zemmour è l'unico candidato che riesce a mobilizzare riempiendo con migliaia di persone le sale di tutti i territori che ha visitato in questa campagna. E arrivando a radunare quasi centomila persone in piazza a Parigi. Reconquete è inoltre il partito con più iscritti di Francia, avendo raccolto in soli tre mesi di vita oltre centodiecimila aderenti.
Se riuscirà a conquistare il secondo turno dopo essere entrato in politica solo pochi mesi fa, Zemmour avrà certamente fatto un miracolo.
Ma il nostro è un obiettivo di lungo termine, queste elezioni sono sono l’inizio del progetto per la costruzione di una destra che possa unire le varie anime conservatrici e rappresentare finalmente un’alternativa credibile e concreta di governo

C'è un dato oggettivo: il Rassemblement National negli ultimi tempi ha rinunciato a molte delle battaglie tipiche della destra nel nome di un'immagine più moderata.
Questo è accaduto sui temi della famiglia e anche su quelli dell'identità culturale della Francia.
Zemmour invece ha fatto dell'identità il cuore pulsante della sua discesa in campo rispondendo a un'urgenza sentita da tutti i francesi, sia quelli delle classe più popolari sia dalla borghesia.

Se oggi temi fino a ieri considerati tabù come il grande scombussolamento sociale e culturale che subirà la Francia nel giro di qualche anno a causa del combinato disposto di denatalità e immigrazione sono entrati a far parte del dibattito politico è grazie a Zemmour, che ha avuto il coraggio di farsi carico di temi coraggiosi che gli altri candidati hanno abbandonato nella vana speranza di rendersi più accettabili agli occhi della sinistra

il bilancio diplomatico della gestione Macron è molto deludente.
Il nostro Presidente crede che basti la comunicazione a fare la politica ed è molto abile e cinico a gestire il marketing
come dimostra un video divenuto virale nel quale, nel giro di pochi minuti, prima dichiara con enfasi alla stampa francese il proprio pessimismo sui negoziati nella crisi ucraina e subito dopo dichiara con la stessa enfasi alla stampa estera il proprio ottimismo sugli stessi negoziati.
Macron oggi sta usando la crisi ucraina come strumento di comunicazione elettorale per annichilire il dibattito politico sui risultato del suo mandato appena concluso.
Non è un caso che abbia rifiutato ogni dibattito elettorale.
Ma nel concreto i suoi tentativi di farsi mediatore tra Russia e Occidente sono stati un flop, così come fallimentare è stato il suo operato in Mali o in Libano, senza contare l'umiliazione subita dalla Francia nella vicenda degli accordi con l'Australia per la vendita dei sottomarini.

"In linea di principio sono sicuramente d'accordo con la costruzione di difesa comune europea nell'ottica dello sviluppo di un'autonomia strategica del nostro continente, nel solco della tradizione francese incarnata in primis da De Gaulle.
Il problema però è che una difesa comune presuppone appunto una politica estera comune, cosa di cui l'Europa oggi è totalmente priva.
Anzi nei dossier più importanti dimostra puntualmente di essere divisa al proprio interno. Invece che farci accecare da un'ossessione federalista che rischia di tramutarsi in un gigante dai piedi d'argilla, dovremmo innanzitutto concentrarci a valorizzare la civiltà europea come identità comune a fondamento di un progetto europeo, unico collante possibile per rafforzare la solidarietà tra popoli europei necessaria per arrivare a una vera comunità di stati cooperanti per una missione comune

Zemmour da intellettuale per molti anni ha teorizzato, scritto e affermato nell'opinione pubblica e nel dibattito mediatico le conseguenze per la Francia del fallimento del modello multiculturalista promosso dalle sinistre.
Nel 2015 il giornalista Geoffroy Lejeune aveva pubblicato un libro dal titolo "Un'elezione ordinaria" nel quale si immaginava, in modo profetico, la discesa in campo e la vittoria alle elezioni di Eric Zemmour.
Sette anni dopo la prima parte della profezia si è avverata.
Ora speriamo si avveri anche la seconda parte".
 

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riporto questa interessantissima intervista su Il Giornale alla nipote Le Pen che ha sposato il progetto di Zemmour, anche se al ballottaggio voterebbe la zia ovviamente.
spiega bene perchè Zemmour sia stato preso di mira dal primo momento, non solo per certe posizioni estreme.
interessante che si ispirino al centro-destra italiano, spero per loro con migliori risultati, perchè fino ad oggi come in Germania si sono rifiutati di dialogare destra e centro-destra.
comunque andranno avanti, a prescindere da questa elezione, e questo è un dato positivo


"Personalmente ho già dichiarato il mio sostegno a Marine Le Pen in caso di ballottaggio contro Macron, il problema però è più complesso.
Ho sempre sostenuto la necessità di arrivare in Francia alla creazione di una coalizione di centrodestra sull'esempio italiano, come peraltro desiderano i nostri elettori.
Fino a ieri né il Rassemblement National né i Repubblicani hanno voluto intraprendere questo percorso e ciò è il motivo della discesa in campo di Eric Zemmour, il quale ha colmato questo vuoto politico avviando finalmente la ricomposizione a destra.
Grazie a Reconquete infatti per la prima volta assistiamo alla convergenza di fette di elettorato RN e LR su un candidato comune e a dichiarazioni di vertici repubblicani che annunciano il sostegno a Zemmour in caso di ballottaggio con Macron, cosa mai avvenuta con Marine Le Pen.

Se Zemmour arrivasse al ballottaggio dunque l'unione delle destre diventerebbe già realtà, se ci andrà Marine invece il punto sarà se riuscirà stavolta a farsi sostenere dai repubblicani o se ancora una volta si causerà l'effetto marginalizzazione della destra

L'estremizzazione della figura di Zemmour è un'operazione mediatica per cercare di disinnescare un fenomeno politico e sociale inaspettato.
Come ho detto prima, grazie a Zemmour, per la prima volta nella storia della destra francese, stiamo assistendo alla comunicazione tra due blocchi della destra che fino a ieri erano inconciliabili.
E questo è il motivo per cui Zemmour fa paura a Macron e alla sinistra, perchè è l'avversario non gestibile che può arrivare alla vittoria


Nel 1995 i sondaggi davano Chirac 10 punti sopra Balladur e invece arrivarono quasi pari.
Nel 2002 davano Jean Marie Le Pen sotto il 10% e invece arrivò al ballottaggio.
Nel 2012 davano Hollande 20 punti sopra Sarkozy che invece perse per un soffio.
Nel 2017 al primo turno davano Fillon quarto lontanissimo da Marine Le Pen che in alcuni casi addirittura al 30%, invece la Le Pen andò al ballottaggio per un solo punto di vantaggio sul candidato repubblicano.
C'è dunque da fidarsi poco dei sondaggi, che spesso sono stati invece strumentalizzati ad hoc, con successo, per influenzare gli elettori nelle scelte e credo che oggi stia accadendo proprio questo.
Se ci atteniamo ai dati oggettivi, invece, vediamo che Zemmour è l'unico candidato che riesce a mobilizzare riempiendo con migliaia di persone le sale di tutti i territori che ha visitato in questa campagna. E arrivando a radunare quasi centomila persone in piazza a Parigi. Reconquete è inoltre il partito con più iscritti di Francia, avendo raccolto in soli tre mesi di vita oltre centodiecimila aderenti.
Se riuscirà a conquistare il secondo turno dopo essere entrato in politica solo pochi mesi fa, Zemmour avrà certamente fatto un miracolo.
Ma il nostro è un obiettivo di lungo termine, queste elezioni sono sono l’inizio del progetto per la costruzione di una destra che possa unire le varie anime conservatrici e rappresentare finalmente un’alternativa credibile e concreta di governo

C'è un dato oggettivo: il Rassemblement National negli ultimi tempi ha rinunciato a molte delle battaglie tipiche della destra nel nome di un'immagine più moderata.
Questo è accaduto sui temi della famiglia e anche su quelli dell'identità culturale della Francia.
Zemmour invece ha fatto dell'identità il cuore pulsante della sua discesa in campo rispondendo a un'urgenza sentita da tutti i francesi, sia quelli delle classe più popolari sia dalla borghesia.

Se oggi temi fino a ieri considerati tabù come il grande scombussolamento sociale e culturale che subirà la Francia nel giro di qualche anno a causa del combinato disposto di denatalità e immigrazione sono entrati a far parte del dibattito politico è grazie a Zemmour, che ha avuto il coraggio di farsi carico di temi coraggiosi che gli altri candidati hanno abbandonato nella vana speranza di rendersi più accettabili agli occhi della sinistra

il bilancio diplomatico della gestione Macron è molto deludente.
Il nostro Presidente crede che basti la comunicazione a fare la politica ed è molto abile e cinico a gestire il marketing
come dimostra un video divenuto virale nel quale, nel giro di pochi minuti, prima dichiara con enfasi alla stampa francese il proprio pessimismo sui negoziati nella crisi ucraina e subito dopo dichiara con la stessa enfasi alla stampa estera il proprio ottimismo sugli stessi negoziati.
Macron oggi sta usando la crisi ucraina come strumento di comunicazione elettorale per annichilire il dibattito politico sui risultato del suo mandato appena concluso.
Non è un caso che abbia rifiutato ogni dibattito elettorale.
Ma nel concreto i suoi tentativi di farsi mediatore tra Russia e Occidente sono stati un flop, così come fallimentare è stato il suo operato in Mali o in Libano, senza contare l'umiliazione subita dalla Francia nella vicenda degli accordi con l'Australia per la vendita dei sottomarini.

"In linea di principio sono sicuramente d'accordo con la costruzione di difesa comune europea nell'ottica dello sviluppo di un'autonomia strategica del nostro continente, nel solco della tradizione francese incarnata in primis da De Gaulle.
Il problema però è che una difesa comune presuppone appunto una politica estera comune, cosa di cui l'Europa oggi è totalmente priva.
Anzi nei dossier più importanti dimostra puntualmente di essere divisa al proprio interno. Invece che farci accecare da un'ossessione federalista che rischia di tramutarsi in un gigante dai piedi d'argilla, dovremmo innanzitutto concentrarci a valorizzare la civiltà europea come identità comune a fondamento di un progetto europeo, unico collante possibile per rafforzare la solidarietà tra popoli europei necessaria per arrivare a una vera comunità di stati cooperanti per una missione comune

Zemmour da intellettuale per molti anni ha teorizzato, scritto e affermato nell'opinione pubblica e nel dibattito mediatico le conseguenze per la Francia del fallimento del modello multiculturalista promosso dalle sinistre.
Nel 2015 il giornalista Geoffroy Lejeune aveva pubblicato un libro dal titolo "Un'elezione ordinaria" nel quale si immaginava, in modo profetico, la discesa in campo e la vittoria alle elezioni di Eric Zemmour.
Sette anni dopo la prima parte della profezia si è avverata.
Ora speriamo si avveri anche la seconda parte".

Vediamo un pò che succede...
 

fabri47

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riporto questa interessantissima intervista su Il Giornale alla nipote Le Pen che ha sposato il progetto di Zemmour, anche se al ballottaggio voterebbe la zia ovviamente.
spiega bene perchè Zemmour sia stato preso di mira dal primo momento, non solo per certe posizioni estreme.
interessante che si ispirino al centro-destra italiano, spero per loro con migliori risultati, perchè fino ad oggi come in Germania si sono rifiutati di dialogare destra e centro-destra.
comunque andranno avanti, a prescindere da questa elezione, e questo è un dato positivo


"Personalmente ho già dichiarato il mio sostegno a Marine Le Pen in caso di ballottaggio contro Macron, il problema però è più complesso.
Ho sempre sostenuto la necessità di arrivare in Francia alla creazione di una coalizione di centrodestra sull'esempio italiano, come peraltro desiderano i nostri elettori.
Fino a ieri né il Rassemblement National né i Repubblicani hanno voluto intraprendere questo percorso e ciò è il motivo della discesa in campo di Eric Zemmour, il quale ha colmato questo vuoto politico avviando finalmente la ricomposizione a destra.
Grazie a Reconquete infatti per la prima volta assistiamo alla convergenza di fette di elettorato RN e LR su un candidato comune e a dichiarazioni di vertici repubblicani che annunciano il sostegno a Zemmour in caso di ballottaggio con Macron, cosa mai avvenuta con Marine Le Pen.

Se Zemmour arrivasse al ballottaggio dunque l'unione delle destre diventerebbe già realtà, se ci andrà Marine invece il punto sarà se riuscirà stavolta a farsi sostenere dai repubblicani o se ancora una volta si causerà l'effetto marginalizzazione della destra

L'estremizzazione della figura di Zemmour è un'operazione mediatica per cercare di disinnescare un fenomeno politico e sociale inaspettato.
Come ho detto prima, grazie a Zemmour, per la prima volta nella storia della destra francese, stiamo assistendo alla comunicazione tra due blocchi della destra che fino a ieri erano inconciliabili.
E questo è il motivo per cui Zemmour fa paura a Macron e alla sinistra, perchè è l'avversario non gestibile che può arrivare alla vittoria


Nel 1995 i sondaggi davano Chirac 10 punti sopra Balladur e invece arrivarono quasi pari.
Nel 2002 davano Jean Marie Le Pen sotto il 10% e invece arrivò al ballottaggio.
Nel 2012 davano Hollande 20 punti sopra Sarkozy che invece perse per un soffio.
Nel 2017 al primo turno davano Fillon quarto lontanissimo da Marine Le Pen che in alcuni casi addirittura al 30%, invece la Le Pen andò al ballottaggio per un solo punto di vantaggio sul candidato repubblicano.
C'è dunque da fidarsi poco dei sondaggi, che spesso sono stati invece strumentalizzati ad hoc, con successo, per influenzare gli elettori nelle scelte e credo che oggi stia accadendo proprio questo.
Se ci atteniamo ai dati oggettivi, invece, vediamo che Zemmour è l'unico candidato che riesce a mobilizzare riempiendo con migliaia di persone le sale di tutti i territori che ha visitato in questa campagna. E arrivando a radunare quasi centomila persone in piazza a Parigi. Reconquete è inoltre il partito con più iscritti di Francia, avendo raccolto in soli tre mesi di vita oltre centodiecimila aderenti.
Se riuscirà a conquistare il secondo turno dopo essere entrato in politica solo pochi mesi fa, Zemmour avrà certamente fatto un miracolo.
Ma il nostro è un obiettivo di lungo termine, queste elezioni sono sono l’inizio del progetto per la costruzione di una destra che possa unire le varie anime conservatrici e rappresentare finalmente un’alternativa credibile e concreta di governo

C'è un dato oggettivo: il Rassemblement National negli ultimi tempi ha rinunciato a molte delle battaglie tipiche della destra nel nome di un'immagine più moderata.
Questo è accaduto sui temi della famiglia e anche su quelli dell'identità culturale della Francia.
Zemmour invece ha fatto dell'identità il cuore pulsante della sua discesa in campo rispondendo a un'urgenza sentita da tutti i francesi, sia quelli delle classe più popolari sia dalla borghesia.

Se oggi temi fino a ieri considerati tabù come il grande scombussolamento sociale e culturale che subirà la Francia nel giro di qualche anno a causa del combinato disposto di denatalità e immigrazione sono entrati a far parte del dibattito politico è grazie a Zemmour, che ha avuto il coraggio di farsi carico di temi coraggiosi che gli altri candidati hanno abbandonato nella vana speranza di rendersi più accettabili agli occhi della sinistra

il bilancio diplomatico della gestione Macron è molto deludente.
Il nostro Presidente crede che basti la comunicazione a fare la politica ed è molto abile e cinico a gestire il marketing
come dimostra un video divenuto virale nel quale, nel giro di pochi minuti, prima dichiara con enfasi alla stampa francese il proprio pessimismo sui negoziati nella crisi ucraina e subito dopo dichiara con la stessa enfasi alla stampa estera il proprio ottimismo sugli stessi negoziati.
Macron oggi sta usando la crisi ucraina come strumento di comunicazione elettorale per annichilire il dibattito politico sui risultato del suo mandato appena concluso.
Non è un caso che abbia rifiutato ogni dibattito elettorale.
Ma nel concreto i suoi tentativi di farsi mediatore tra Russia e Occidente sono stati un flop, così come fallimentare è stato il suo operato in Mali o in Libano, senza contare l'umiliazione subita dalla Francia nella vicenda degli accordi con l'Australia per la vendita dei sottomarini.

"In linea di principio sono sicuramente d'accordo con la costruzione di difesa comune europea nell'ottica dello sviluppo di un'autonomia strategica del nostro continente, nel solco della tradizione francese incarnata in primis da De Gaulle.
Il problema però è che una difesa comune presuppone appunto una politica estera comune, cosa di cui l'Europa oggi è totalmente priva.
Anzi nei dossier più importanti dimostra puntualmente di essere divisa al proprio interno. Invece che farci accecare da un'ossessione federalista che rischia di tramutarsi in un gigante dai piedi d'argilla, dovremmo innanzitutto concentrarci a valorizzare la civiltà europea come identità comune a fondamento di un progetto europeo, unico collante possibile per rafforzare la solidarietà tra popoli europei necessaria per arrivare a una vera comunità di stati cooperanti per una missione comune

Zemmour da intellettuale per molti anni ha teorizzato, scritto e affermato nell'opinione pubblica e nel dibattito mediatico le conseguenze per la Francia del fallimento del modello multiculturalista promosso dalle sinistre.
Nel 2015 il giornalista Geoffroy Lejeune aveva pubblicato un libro dal titolo "Un'elezione ordinaria" nel quale si immaginava, in modo profetico, la discesa in campo e la vittoria alle elezioni di Eric Zemmour.
Sette anni dopo la prima parte della profezia si è avverata.
Ora speriamo si avveri anche la seconda parte".
Ah vabbè, se il loro desiderio è quello di imitare il ciessodestra italiano stanno apposto proprio. Speriamo che la Le Pen, in caso di vittoria, non si dimostri una nuova Salvini. Il fatto che Zemmour le abbia rubato tanti voti e che ora sia stato preso di mira, significa che la Le Pen non fa più così paura.
 
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Domenica 10 aprile, in Francia, si terranno le elezioni presidenziali 2022, con eventuale ballottaggio fissato per il 24 aprile.

Tra i numerosi candidati in corsa per l'eliseo ci sono: il presidente uscente Emmanuel Macron (La République En Marche), Marine Le Pen (Rassemblement National), Jean-Luc Mélenchon (La France Insoumise), Éric Zemmour (Reconquête), Valérie Pécresse (Les Républicains), Anne Hidalgo (Parti Socialiste), Nicolas Dupont-Aignan (Debout la France).

Per i sondaggi è praticamente certo il ballottaggio Macron-Le Pen, come cinque anni fa, ma stavolta la battaglia sarà più combattuta al secondo turno rispetto alla precedente tornata, con il primo leggermente in vantaggio sulla sfidante.
La cosa assurda è che la Le Pen ha avuto un boom nei sondaggi proprio durante l'ultimo mese, durante la guerra, nonostante la sua vicinanza a Putin.. se oggi dovesse fare un buon risultato nelle prossime due settimane ci sarà ogni sorta di appello, di alleanza, per portare tutti a votare in massa Macron.. mi ricorda lo scenario delle regionali emiliane di 2 anni fa, sembrava che la borgonzoni potesse vincere, sarebbe stato un colpo mortale per il neonato governo pd m5s e quindi nacquero ad hoc le sardine per mobilitare gli elettori
 

fabri47

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Ah vabbè, se il loro desiderio è quello di imitare il ciessodestra italiano stanno apposto proprio. Speriamo che la Le Pen, in caso di vittoria, non si dimostri una nuova Salvini. Il fatto che Zemmour le abbia rubato tanti voti e che ora sia stato preso di mira, significa che la Le Pen non fa più così paura.
Ma anche su Zemmour ci sarebbe da ridire. È il solito finto estremista che quando parla di UE dice di volerla cambiare dall'interno e bla bla bla. Il fatto poi che sarà sostenuto dai repubblicani francesi, che sono il peggio del peggio, la dice lunga. Rischia di essere un nuovo Sarkozy.
 
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