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Il fumettista Zerocalcare, noto anche per le sue idee a sinistra "anti-fasciste", ha deciso di non presenziare alla fiera "Più Libri, Più Liberi", perchè, nello stesso evento, ci sarà anche la casa editrice "Passaggio al Bosco", accusata di distribuire testi che inneggiano al fascismo e al nazismo.
Le parole di Zerocalcare su Instagram tramite un post: "Purtroppo non sarò alla fiera romana Più libri Più Liberi. Purtroppo ognuno c'ha i suoi paletti, questo è il mio. Quando l'ho deciso, quindici anni fa, mi pareva semplicissimo da applicare. Oggi è una specie di campo minato. Penso che questo ci costringa a rifletterne insieme, di più, e in modo più efficace. Gente a cui voglio bene ha fatto scelte diverse, sono sicuro che sapranno far sentire le loro voci e faccio il tifo per loro. Mi spiace davvero per chi veniva apposta, cercheremo di trovare un'altra occasione per chi voleva un disegnetto sul libro nuovo".
Lo stesso post ha allegato un video con il suo noto avatar a cartone animato, che afferma: "Quest'anno alla fiera c'è una casa editrice che ha tutta roba che onestamente sembra nazista. Ha un libro di Leon Degrelle, capo delle Ss valloni, parla della sua statura e del fatto che bisogna custodire e trasmettere la sua straordinaria eredità. Oppure fa i libri sulla guerra come espressione di coraggio, lealtà e difesa del più debole. Io faccio tanta fatica a non pensare che sta roba è nazista. Ma non penso che non devono venire per questo. È che questi sono pure militanti che stanno facendo un'operazione politica pure di livello alto, cioè organizzano campi, svolgono un lavoro di formazione che abbraccia tutto l'arco che va dai gruppi neofascisti fino ai giovani dei Fratelli d'Italia, tutto sotto lo stesso ombrello. Io sono cresciuto con un paletto molto rigido che non me lo sono inventato io, mi è stato tramandato da quelli più grandi di me: 'Non si condividono gli spazi con i nazisti'. Ma non perché uno ha paura o per un dogma religioso, ma perché stare in un contenitore insieme a loro è come aprire un catalogo e dire 'Vedi? Qua ci sono i razzisti, qua gli antirazzisti, qua i fascisti, qua gli antifascisti'. Cioè significa accettare che sono tutte opinioni uguali e una vale l'altra. Davvero per le istituzioni culturali di questo Paese il nazismo e l'antinazismo siano la stessa cosa? Ecco, io sta domanda vorrei farla all'associazione italiana editori che gestisce gli stand della fiera, ma che poi infatti qualcuno gliel'ha chiesto e loro in realtà hanno risposto che lei non chiede l'orientamento politico a nessun editore. Io come faccio a partecipare a un'operazione che normalizza la convivenza con questi? Io mi permetto di aggiungere che l'ultima volta che il mondo ha pensato che coi nazisti ci si poteva convivere è finita con un paio di musei della memoria e con le gite delle scolaresche che ancora oggi vanno a vedere i forni dove si bruciava la gente".
Le parole di Zerocalcare su Instagram tramite un post: "Purtroppo non sarò alla fiera romana Più libri Più Liberi. Purtroppo ognuno c'ha i suoi paletti, questo è il mio. Quando l'ho deciso, quindici anni fa, mi pareva semplicissimo da applicare. Oggi è una specie di campo minato. Penso che questo ci costringa a rifletterne insieme, di più, e in modo più efficace. Gente a cui voglio bene ha fatto scelte diverse, sono sicuro che sapranno far sentire le loro voci e faccio il tifo per loro. Mi spiace davvero per chi veniva apposta, cercheremo di trovare un'altra occasione per chi voleva un disegnetto sul libro nuovo".
Lo stesso post ha allegato un video con il suo noto avatar a cartone animato, che afferma: "Quest'anno alla fiera c'è una casa editrice che ha tutta roba che onestamente sembra nazista. Ha un libro di Leon Degrelle, capo delle Ss valloni, parla della sua statura e del fatto che bisogna custodire e trasmettere la sua straordinaria eredità. Oppure fa i libri sulla guerra come espressione di coraggio, lealtà e difesa del più debole. Io faccio tanta fatica a non pensare che sta roba è nazista. Ma non penso che non devono venire per questo. È che questi sono pure militanti che stanno facendo un'operazione politica pure di livello alto, cioè organizzano campi, svolgono un lavoro di formazione che abbraccia tutto l'arco che va dai gruppi neofascisti fino ai giovani dei Fratelli d'Italia, tutto sotto lo stesso ombrello. Io sono cresciuto con un paletto molto rigido che non me lo sono inventato io, mi è stato tramandato da quelli più grandi di me: 'Non si condividono gli spazi con i nazisti'. Ma non perché uno ha paura o per un dogma religioso, ma perché stare in un contenitore insieme a loro è come aprire un catalogo e dire 'Vedi? Qua ci sono i razzisti, qua gli antirazzisti, qua i fascisti, qua gli antifascisti'. Cioè significa accettare che sono tutte opinioni uguali e una vale l'altra. Davvero per le istituzioni culturali di questo Paese il nazismo e l'antinazismo siano la stessa cosa? Ecco, io sta domanda vorrei farla all'associazione italiana editori che gestisce gli stand della fiera, ma che poi infatti qualcuno gliel'ha chiesto e loro in realtà hanno risposto che lei non chiede l'orientamento politico a nessun editore. Io come faccio a partecipare a un'operazione che normalizza la convivenza con questi? Io mi permetto di aggiungere che l'ultima volta che il mondo ha pensato che coi nazisti ci si poteva convivere è finita con un paio di musei della memoria e con le gite delle scolaresche che ancora oggi vanno a vedere i forni dove si bruciava la gente".