Crisi Cina, crescita PIL minima da 40 anni. Calo popolazione

Djici

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Intendo dire che l'esclusione dai mercati internazionali, il comunismo di stampo semisovietico (anzi ben piu ultraortodosso dell'URSS post Stalin) e le idee maoiste folli (GBA, rivoluzione culturale), sommate a decenni di politica del figlio unico che ne hanno totalmente castrato le prospettive di crescita e mantenimento demografico, oltre all'isolamento internazionale e la bislacca idea del BRI che non ha fatto che accrescere il debito a fronte di ben pochi vantaggi strategici determinano una nazione fondamentalmente castrata nelle sue enormi potenzialità da un regime che spesso in nome dell'autoritarismo e del controllo simil-imperiale ha sacrificato un possibile venturo secolo cinese, che NON ci sarà.
Ti dico di più: la Cina farà la fine che ha fatto l'URSS, ma non nel senso di concause, ma nel senso che succederà in modo apparentemente inaspettato e brutale, ma in realtà a coronamento di una serie di errori che per decenni ne hanno tarlato progressivamente il frame.
In realtà, le ragioni sono sotto gli occhi di tutti coloro che vogliano vedere.

Hu Jintao neo eletto nel 2002 parlò di una finestra di un ventennio di opportunità strategiche per la Cina, sull'onda dei miracoli (banale buonsenso) delle riforme di Deng.
La finestra sta chiudendosi (anzi si è chiusa anzitempo causa covid), i cinesi hanno messo tutte le loro fiches su guerra commerciale con USA, monopolio semiconduttori e terre rare e soprattutto BRI.
Tre progetti falliti miseramente, tutti.
Le debolezze intrinseche li abbatteranno, nel medio termine.
Avrei una domanda per te (che rischi di trovare ridicola... Ma non ci arrivo da solo).

Ho letto dapertutto su internet che la politica del figlio unico sia ora un grande problema per la Cina.
Ma non capisco il perché.
Dicono che demogragicamente stanno in una brutta fase perché ci saranno moltissimi pensionati e non abbastanza persone che lavorano per pagarle.
Dicono che bisogna aumentare il numero di figli per coppie in modo che ci siano più persone pronte a pagare le pensioni.

Ma per me il problema non lo risolvo affatto avendo più figli.
Perché anche avendo più figli non e che ci saranno più persone a lavorare... Già ora trovare un lavoro e missione difficile e ci sono tantissimi disoccupati.
Se aumenti il numero di persone non e che stai aumentando il numero di posti di lavoro... Anzi, stai aumentando il numero di disoccupati quindi aumenti i costi per la nazione.

E a parte questo, ovviamente non ci può essere una crescita demografica infinita.
Un giorno il problema delle pensioni impagabili ce lo troveremo davanti. E non solo loro ma tutti i paesi del mondo.

Mi puoi spiegare perché il mio ragionamento e sbagliato?
 
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Avrei una domanda per te (che rischi di trovare ridicola... Ma non ci arrivo da solo).

Ho letto dapertutto su internet che la politica del figlio unico sia ora un grande problema per la Cina.
Ma non capisco il perché.
Dicono che demogragicamente stanno in una brutta fase perché ci saranno moltissimi pensionati e non abbastanza persone che lavorano per pagarle.
Dicono che bisogna aumentare il numero di figli per coppie in modo che ci siano più persone pronte a pagare le pensioni.

Ma per me il problema non lo risolvo affatto avendo più figli.
Perché anche avendo più figli non e che ci saranno più persone a lavorare... Già ora trovare un lavoro e missione difficile e ci sono tantissimi disoccupati.
Se aumenti il numero di persone non e che stai aumentando il numero di posti di lavoro... Anzi, stai aumentando il numero di disoccupati quindi aumenti i costi per la nazione.

E a parte questo, ovviamente non ci può essere una crescita demografica infinita.
Un giorno il problema delle pensioni impagabili ce lo troveremo davanti. E non solo loro ma tutti i paesi del mondo.

Mi puoi spiegare perché il mio ragionamento e sbagliato?
Non esistono domande ridicole, esistono solo persone boriose, figurati.
Il tuo dubbio non è affatto stupido: se è vero che nel breve termine un'impennata demografica puo essere deleteria perchè un paese non è pronto ad assorbirla (e infatti genera spesso instabilità, cerca "youth bulge" se vuoi approfondire questo punto), è altrettanto vero che un ricambio costante di nuovi nati che più che compensa il numero dei morti è fondamentale per il benessere a lungo termine di una nazione.

Un outlook demografico positivo garantisce sul lungo periodo maggiore produttività, che si traduce in maggiore prosperità, maggiore stabilita socioeconomica e soprattutto il sostentamento a lungo termine delle casse dello stato, in particolare riguardo le spese pensionistiche.
Esiste un concetto in demografia chiamato "tasso di sostituzione" che riassume questo punto: in pratica si valuta lo stato di salute demografica di una nazione su quanti nuovi lavoratori sostituiscono un pensionato.
In nazioni economicamente sostenibili e demograficamente floride (soprattutto in Africa), il tasso può essere anche superiore a 2 (quindi due giovani lavoratori che entrano nel mercato per ogni pensionato che ne esce), ma spesso oscilla tra 1.10 e 1.30 nei paesi che stanno completando la fase di sviluppo.
Finchè resta almeno 1, il sistema pensionistico è sostenibile.
In Cina, ad esempio, questo tasso a breve è destinato ad invertirsi, e lo farà in modo parecchio brusco perchè la gente è passata da un anno all'altro da fare 8 figli a farne 1 (quasi tutti uomini per altro, che fa emergere altre problematiche sociali e di natalità che non vado ad approfondire ora).
Ciò non solo porterà ad un futuro e repentino collasso del sistema di welfare e di pensioni, ma a diffusa instabilità in un paese etnicamente frammentato che tradizionalmente adora rovesciare i poteri centrali.

Detto ciò, noi in italia a livello demografico siamo in debito da decenni.
Nascono sempre meno figli, sempre meno lavoratori sostituiscono sempre più pensionati.
Non è un caso che da decenni la nostra prosperità stia calando inesorabilmente.
Ma se non altro ci stiamo avvicinando al momento in cui tutto collasserà e potremo ricostruire su un sistema diverso e più sostenibile, diciamo che siamo a metà strada nel nostro percorso di espiazione demografica.
Per la cina (e non solo) il percorso inizia ora, con la differenza che loro hanno una posizione geopolitica primaria da perdere, noi non l'abbiamo mai avuta...

La demografia è la risposta al 90% delle questioni politiche di ogni paese.
 

babsodiolinter

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Come riporta Ansa, la Cina ha chiuso il 2022 con +3% PIL che rappresenta il dato più basso di crescita in oltre 40 anni

Inoltre la popolazione per la prima volta dal 1961 è scesa, si stima di 850.000 residenti, tanto che l'India potrebbe diventare il paese più popolato al mondo.
È perché hanno un vaccino farlocco..
 
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Non esistono domande ridicole, esistono solo persone boriose, figurati.
Il tuo dubbio non è affatto stupido: se è vero che nel breve termine un'impennata demografica puo essere deleteria perchè un paese non è pronto ad assorbirla (e infatti genera spesso instabilità, cerca "youth bulge" se vuoi approfondire questo punto), è altrettanto vero che un ricambio costante di nuovi nati che più che compensa il numero dei morti è fondamentale per il benessere a lungo termine di una nazione.

Un outlook demografico positivo garantisce sul lungo periodo maggiore produttività, che si traduce in maggiore prosperità, maggiore stabilita socioeconomica e soprattutto il sostentamento a lungo termine delle casse dello stato, in particolare riguardo le spese pensionistiche.
Esiste un concetto in demografia chiamato "tasso di sostituzione" che riassume questo punto: in pratica si valuta lo stato di salute demografica di una nazione su quanti nuovi lavoratori sostituiscono un pensionato.
In nazioni economicamente sostenibili e demograficamente floride (soprattutto in Africa), il tasso può essere anche superiore a 2 (quindi due giovani lavoratori che entrano nel mercato per ogni pensionato che ne esce), ma spesso oscilla tra 1.10 e 1.30 nei paesi che stanno completando la fase di sviluppo.
Finchè resta almeno 1, il sistema pensionistico è sostenibile.
In Cina, ad esempio, questo tasso a breve è destinato ad invertirsi, e lo farà in modo parecchio brusco perchè la gente è passata da un anno all'altro da fare 8 figli a farne 1 (quasi tutti uomini per altro, che fa emergere altre problematiche sociali e di natalità che non vado ad approfondire ora).
Ciò non solo porterà ad un futuro e repentino collasso del sistema di welfare e di pensioni, ma a diffusa instabilità in un paese etnicamente frammentato che tradizionalmente adora rovesciare i poteri centrali.

Detto ciò, noi in italia a livello demografico siamo in debito da decenni.
Nascono sempre meno figli, sempre meno lavoratori sostituiscono sempre più pensionati.
Non è un caso che da decenni la nostra prosperità stia calando inesorabilmente.
Ma se non altro ci stiamo avvicinando al momento in cui tutto collasserà e potremo ricostruire su un sistema diverso e più sostenibile, diciamo che siamo a metà strada nel nostro percorso di espiazione demografica.
Per la cina (e non solo) il percorso inizia ora, con la differenza che loro hanno una posizione geopolitica primaria da perdere, noi non l'abbiamo mai avuta...

La demografia è la risposta al 90% delle questioni politiche di ogni paese.

L' utopia della crescita infinita..
 

Djici

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Non esistono domande ridicole, esistono solo persone boriose, figurati.
Il tuo dubbio non è affatto stupido: se è vero che nel breve termine un'impennata demografica puo essere deleteria perchè un paese non è pronto ad assorbirla (e infatti genera spesso instabilità, cerca "youth bulge" se vuoi approfondire questo punto), è altrettanto vero che un ricambio costante di nuovi nati che più che compensa il numero dei morti è fondamentale per il benessere a lungo termine di una nazione.

Un outlook demografico positivo garantisce sul lungo periodo maggiore produttività, che si traduce in maggiore prosperità, maggiore stabilita socioeconomica e soprattutto il sostentamento a lungo termine delle casse dello stato, in particolare riguardo le spese pensionistiche.
Esiste un concetto in demografia chiamato "tasso di sostituzione" che riassume questo punto: in pratica si valuta lo stato di salute demografica di una nazione su quanti nuovi lavoratori sostituiscono un pensionato.
In nazioni economicamente sostenibili e demograficamente floride (soprattutto in Africa), il tasso può essere anche superiore a 2 (quindi due giovani lavoratori che entrano nel mercato per ogni pensionato che ne esce), ma spesso oscilla tra 1.10 e 1.30 nei paesi che stanno completando la fase di sviluppo.
Finchè resta almeno 1, il sistema pensionistico è sostenibile.
In Cina, ad esempio, questo tasso a breve è destinato ad invertirsi, e lo farà in modo parecchio brusco perchè la gente è passata da un anno all'altro da fare 8 figli a farne 1 (quasi tutti uomini per altro, che fa emergere altre problematiche sociali e di natalità che non vado ad approfondire ora).
Ciò non solo porterà ad un futuro e repentino collasso del sistema di welfare e di pensioni, ma a diffusa instabilità in un paese etnicamente frammentato che tradizionalmente adora rovesciare i poteri centrali.

Detto ciò, noi in italia a livello demografico siamo in debito da decenni.
Nascono sempre meno figli, sempre meno lavoratori sostituiscono sempre più pensionati.
Non è un caso che da decenni la nostra prosperità stia calando inesorabilmente.
Ma se non altro ci stiamo avvicinando al momento in cui tutto collasserà e potremo ricostruire su un sistema diverso e più sostenibile, diciamo che siamo a metà strada nel nostro percorso di espiazione demografica.
Per la cina (e non solo) il percorso inizia ora, con la differenza che loro hanno una posizione geopolitica primaria da perdere, noi non l'abbiamo mai avuta...

La demografia è la risposta al 90% delle questioni politiche di ogni paese.
Grazie per la risposta. Purtroppo non ho ancora capito.
Cioè ho capito quello che hai benissimamente spiegato ma non ho capito come l'aumento della popolazione possa pagare pensioni se questi lavoratori non avranno un lavoro.
Insomma oggi non c'è abbastanza lavoro per tutti e ci sono tanti disoccupati. Però se aumenta la popolazione non e che aumenta il numero di persone che lavorano. Anzi. Per me aumenteranno le personne senza lavoro e che quindi peseranno sulle casse dello stato.
Ma questo è solo un ragionamento che tenta di essere razionale senza avere le conoscenze teoriche di chi ha studiato queste cose. E se tutti dicono la stessa cosa e ovvio che sono io a sbagliare.
Ma non capisco perché ?
 
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Grazie per la risposta. Purtroppo non ho ancora capito.
Cioè ho capito quello che hai benissimamente spiegato ma non ho capito come l'aumento della popolazione possa pagare pensioni se questi lavoratori non avranno un lavoro.
Insomma oggi non c'è abbastanza lavoro per tutti e ci sono tanti disoccupati. Però se aumenta la popolazione non e che aumenta il numero di persone che lavorano. Anzi. Per me aumenteranno le personne senza lavoro e che quindi peseranno sulle casse dello stato.
Ma questo è solo un ragionamento che tenta di essere razionale senza avere le conoscenze teoriche di chi ha studiato queste cose. E se tutti dicono la stessa cosa e ovvio che sono io a sbagliare.
Ma non capisco perché ?
Provo ad essere più chiaro, figurati.
Attrae più investimenti un paese che ha molta forza lavoro giovane e in aumento o un paese con forza lavoro in calo e anziana?
Idee imprenditoriali di successo emergono tendenzialmente da popolazione giovane o anziana?
Quando un paese smaltisce lo shock dell'ingresso di molti giovani in breve tempo sul mercato del lavoro, vi si adatta tendenzialmente con un altrettanto repentino aumento della produttività e dell'innovazione portata dai giovani.
Molti di coloro che rimangono "tagliati fuori" si ingegnano e spesso lanciano proprie attività, approfittando di vivere in paesi dove la burocrazia non è strutturata e gli ostacoli all'impresa sono minimi.
Basta che uno su 100 abbia successo per dare da lavorare alla metà degli altri.
Basta che uno abbia grande successo per dare da lavorare a 1000 e più altri giovani.

In pratica, l'ingresso di tanti giovani sul mercato del lavoro è sempre traumatico inizialmente (e torniamo allo youth bulge), ma quando lo shock viene assorbito il mercato si adatta e tenta di sfruttare al meglio il talento.
Quando invece dal mercato escono tanti anziani ed entrano pochi giovani, si perdono più competenze ed esperienza di quanto si guadagna in innovazione.
E con meno lavoratori in giro, c'è piu competizione sulla forza lavoro, le aziende che non restano al passo chiudono, altri perdono il lavoro e così via in un circolo vizioso.
Comunque è normale fare fatica a capire, stiamo parlando di tematiche parecchio complesse.
 

Davidoff

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Non esistono domande ridicole, esistono solo persone boriose, figurati.
Il tuo dubbio non è affatto stupido: se è vero che nel breve termine un'impennata demografica puo essere deleteria perchè un paese non è pronto ad assorbirla (e infatti genera spesso instabilità, cerca "youth bulge" se vuoi approfondire questo punto), è altrettanto vero che un ricambio costante di nuovi nati che più che compensa il numero dei morti è fondamentale per il benessere a lungo termine di una nazione.

Un outlook demografico positivo garantisce sul lungo periodo maggiore produttività, che si traduce in maggiore prosperità, maggiore stabilita socioeconomica e soprattutto il sostentamento a lungo termine delle casse dello stato, in particolare riguardo le spese pensionistiche.
Esiste un concetto in demografia chiamato "tasso di sostituzione" che riassume questo punto: in pratica si valuta lo stato di salute demografica di una nazione su quanti nuovi lavoratori sostituiscono un pensionato.
In nazioni economicamente sostenibili e demograficamente floride (soprattutto in Africa), il tasso può essere anche superiore a 2 (quindi due giovani lavoratori che entrano nel mercato per ogni pensionato che ne esce), ma spesso oscilla tra 1.10 e 1.30 nei paesi che stanno completando la fase di sviluppo.
Finchè resta almeno 1, il sistema pensionistico è sostenibile.
In Cina, ad esempio, questo tasso a breve è destinato ad invertirsi, e lo farà in modo parecchio brusco perchè la gente è passata da un anno all'altro da fare 8 figli a farne 1 (quasi tutti uomini per altro, che fa emergere altre problematiche sociali e di natalità che non vado ad approfondire ora).
Ciò non solo porterà ad un futuro e repentino collasso del sistema di welfare e di pensioni, ma a diffusa instabilità in un paese etnicamente frammentato che tradizionalmente adora rovesciare i poteri centrali.

Detto ciò, noi in italia a livello demografico siamo in debito da decenni.
Nascono sempre meno figli, sempre meno lavoratori sostituiscono sempre più pensionati.
Non è un caso che da decenni la nostra prosperità stia calando inesorabilmente.
Ma se non altro ci stiamo avvicinando al momento in cui tutto collasserà e potremo ricostruire su un sistema diverso e più sostenibile, diciamo che siamo a metà strada nel nostro percorso di espiazione demografica.
Per la cina (e non solo) il percorso inizia ora, con la differenza che loro hanno una posizione geopolitica primaria da perdere, noi non l'abbiamo mai avuta...

La demografia è la risposta al 90% delle questioni politiche di ogni paese.
L'Italia ormai è un paese neofeudale, è difficilissimo avere successo imprenditoriale perché tasse e burocrazia massacrano chiunque abbia le potenzialità di ingrandirsi, da qui la miriade di pmi poco capitalizzate e il livellamento verso il basso. Fanno i soldi quasi solo le persone con posizioni di rendita consolidate nei decenni precedenti e quelli che intercettano i fondi statali o europei, gli altri sono bastonati non appena crescono troppo.
 

Andris

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il vicino Giappone invece continua la sua politica espansiva e annuncia che la sua banca centrale continuerà così
 
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