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Eccezionale storia dall'ospedale San Martino di Genova dove una signora nata nel 1917 ricoverata per uno scompenso cardiaco era risultata positiva al coronavirus,ma ne è uscita indenne.
Racconta la sua storia Vera Sicbaldi,uno dei medici che l'ha curata:
"L'abbiamo ricoverata per uno scompenso cardiaco,ma ci siamo accorti che aveva problemi respiratori e il tampone per il Covid19 è risultato positivo.
Avevamo poche speranze, il coronavirus sugli anziani picchia più duro, ma non abbiamo fatto i conti con la tempra della signora Lina
Si è dimostrata una vera roccia: la saturazione dell’ossigeno è migliorata velocemente,è guarita senza nemmeno doverla sottoporre alle terapie farmacologiche per il Covid-19. Dico la verità, quasi non ce lo spieghiamo nemmeno noi.
Leggeva riviste e si teneva informata,ma ho avuto l’impressione che di questa emergenza non avesse piena consapevolezza.
Gli unici momenti di tristezza erano quando racconta la scomparsa del figlio tanto amato: il suo sguardo si appannava e restava nel letto in silenzio. Ma bastava un messaggio o una telefonata del nipote per riportarle il sorriso.
Per noi però è stata un’iniezione di fiducia di cui avevamo proprio bisogno."
Medici e infermieri l'hanno rinominata affettuosamente Highlander.
Lina è tornata nella sua casa di riposo.
Il Secolo XIX
Racconta la sua storia Vera Sicbaldi,uno dei medici che l'ha curata:
"L'abbiamo ricoverata per uno scompenso cardiaco,ma ci siamo accorti che aveva problemi respiratori e il tampone per il Covid19 è risultato positivo.
Avevamo poche speranze, il coronavirus sugli anziani picchia più duro, ma non abbiamo fatto i conti con la tempra della signora Lina
Si è dimostrata una vera roccia: la saturazione dell’ossigeno è migliorata velocemente,è guarita senza nemmeno doverla sottoporre alle terapie farmacologiche per il Covid-19. Dico la verità, quasi non ce lo spieghiamo nemmeno noi.
Leggeva riviste e si teneva informata,ma ho avuto l’impressione che di questa emergenza non avesse piena consapevolezza.
Gli unici momenti di tristezza erano quando racconta la scomparsa del figlio tanto amato: il suo sguardo si appannava e restava nel letto in silenzio. Ma bastava un messaggio o una telefonata del nipote per riportarle il sorriso.
Per noi però è stata un’iniezione di fiducia di cui avevamo proprio bisogno."
Medici e infermieri l'hanno rinominata affettuosamente Highlander.
Lina è tornata nella sua casa di riposo.
Il Secolo XIX