Conte: "Cantate l'Inno, ci rincuora tutti."

Toby rosso nero

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Messaggio di Giuseppe Conte agli italiani su facebook:

‘O mia bela Madunina’, ‘Napul’è’, ‘Roma Capoccia’, ‘Ciuri Ciuri’. Da Nord a Sud, dalla Sardegna alla Sicilia, da qualche giorno in tanti si affacciano alla finestra o al balcone per cantare l’orgoglio della propria città, della propria terra. E su tutto risuona l’Inno di Mameli, il canto dell’Italia intera. Da abitazione a ufficio, da palazzo a quartiere, ogni giorno si leva questo ideale abbraccio collettivo. Si diffonde dappertutto, arriva sin dentro le corsie degli ospedali dove medici, infermieri, operatori sanitari si prodigano incessantemente per curare i nostri cari. Viene udito dalle forze dell’ordine, dai volontari della protezione civile, dalle lavoratrici e dai lavoratori che alimentano la catena produttiva e distributiva affinché il Paese non si fermi. Rincuora tutti, in particolare le persone che si avvertono più fragili e vulnerabili e vivono con particolare angoscia questi giorni di emergenza.

Ognuno di noi, con la propria determinazione, può offrire un prezioso contributo, piccolo o grande che sia, per vincere questa complicata battaglia. Facciamo risuonare ancora il nostro Inno. Possono separarci una porta, un balcone, una strada. Ma niente e nessuno potrà separare i nostri cuori.
Uniti ce la faremo"
 

mandraghe

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‘O mia bela Madunina’, ‘Napul’è’, ‘Roma Capoccia’, ‘Ciuri Ciuri’. Da Nord a Sud, dalla Sardegna alla Sicilia, da qualche giorno in tanti si affacciano alla finestra o al balcone per cantare l’orgoglio della propria città, della propria terra. E su tutto risuona l’Inno di Mameli, il canto dell’Italia intera. Da abitazione a ufficio, da palazzo a quartiere, ogni giorno si leva questo ideale abbraccio collettivo. Si diffonde dappertutto, arriva sin dentro le corsie degli ospedali dove medici, infermieri, operatori sanitari si prodigano incessantemente per curare i nostri cari. Viene udito dalle forze dell’ordine, dai volontari della protezione civile, dalle lavoratrici e dai lavoratori che alimentano la catena produttiva e distributiva affinché il Paese non si fermi. Rincuora tutti, in particolare le persone che si avvertono più fragili e vulnerabili e vivono con particolare angoscia questi giorni di emergenza.

Ognuno di noi, con la propria determinazione, può offrire un prezioso contributo, piccolo o grande che sia, per vincere questa complicata battaglia. Facciamo risuonare ancora il nostro Inno. Possono separarci una porta, un balcone, una strada. Ma niente e nessuno potrà separare i nostri cuori.
Uniti ce la faremo"


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Ma se metto giovinezza, faccetta nera ecc? capiscono il messaggio o mi arrestano?
 

Super_Lollo

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Ha ragione, si sta rivalutando completamente da mesi di anonimato all ombra di Di Maio e Salveneee.

Bravo, mi piace sempre più.
 

gabri65

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‘O mia bela Madunina’, ‘Napul’è’, ‘Roma Capoccia’, ‘Ciuri Ciuri’. Da Nord a Sud, dalla Sardegna alla Sicilia, da qualche giorno in tanti si affacciano alla finestra o al balcone per cantare l’orgoglio della propria città, della propria terra. E su tutto risuona l’Inno di Mameli, il canto dell’Italia intera. Da abitazione a ufficio, da palazzo a quartiere, ogni giorno si leva questo ideale abbraccio collettivo. Si diffonde dappertutto, arriva sin dentro le corsie degli ospedali dove medici, infermieri, operatori sanitari si prodigano incessantemente per curare i nostri cari. Viene udito dalle forze dell’ordine, dai volontari della protezione civile, dalle lavoratrici e dai lavoratori che alimentano la catena produttiva e distributiva affinché il Paese non si fermi. Rincuora tutti, in particolare le persone che si avvertono più fragili e vulnerabili e vivono con particolare angoscia questi giorni di emergenza.

Ognuno di noi, con la propria determinazione, può offrire un prezioso contributo, piccolo o grande che sia, per vincere questa complicata battaglia. Facciamo risuonare ancora il nostro Inno. Possono separarci una porta, un balcone, una strada. Ma niente e nessuno potrà separare i nostri cuori.
Uniti ce la faremo"

Se e quando usciremo da questa pandemia, per questo paese ci sarà da intonare il "De profundis".

Questo virus, cinicamente, ci sta dando una grossa occasione. Vediamo di non sprecarla, al momento opportuno. Insieme al virus, in parecchi dovranno essere debellati.
 

Zenos

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Ha sulla coscienza un migliaio di nonnini. Si dovrebbe vergognare.
 

admin

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‘O mia bela Madunina’, ‘Napul’è’, ‘Roma Capoccia’, ‘Ciuri Ciuri’. Da Nord a Sud, dalla Sardegna alla Sicilia, da qualche giorno in tanti si affacciano alla finestra o al balcone per cantare l’orgoglio della propria città, della propria terra. E su tutto risuona l’Inno di Mameli, il canto dell’Italia intera. Da abitazione a ufficio, da palazzo a quartiere, ogni giorno si leva questo ideale abbraccio collettivo. Si diffonde dappertutto, arriva sin dentro le corsie degli ospedali dove medici, infermieri, operatori sanitari si prodigano incessantemente per curare i nostri cari. Viene udito dalle forze dell’ordine, dai volontari della protezione civile, dalle lavoratrici e dai lavoratori che alimentano la catena produttiva e distributiva affinché il Paese non si fermi. Rincuora tutti, in particolare le persone che si avvertono più fragili e vulnerabili e vivono con particolare angoscia questi giorni di emergenza.

Ognuno di noi, con la propria determinazione, può offrire un prezioso contributo, piccolo o grande che sia, per vincere questa complicata battaglia. Facciamo risuonare ancora il nostro Inno. Possono separarci una porta, un balcone, una strada. Ma niente e nessuno potrà separare i nostri cuori.
Uniti ce la faremo"

Ma quando ti levi dalle palle?
 
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