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Paolo Condò da Repubblica in edicola:"Le modalità inutilmente umilianti dell’esonero di Paulo Fonseca, che viene mandato a commentare la partita ignaro di un provvedimento che tutti quanti gli stanno attorno già conoscono, completano la pessima prova che la dirigenza del Milan ha dato di sé in questo lungo autunno di sfiducia palese nell’allenatore. L’esonero in sé non è sorprendente, perché i risultati mancano in maniera clamorosa e la stessa buona classifica di Champions non si deve a una serie di prestazioni particolarmente convincenti. Colpisce l’intera gestione della vicenda, con segnali di distacco fra allenatore e società che datano addirittura dai giorni in cui la trattativa si stava chiudendo, ed emersi in modo chiaro nei momenti in cui la debolezza di Fonseca si scontrava con la fronda nello spogliatoio (che in un clima di divisione come sempre prospera). Un passo indietro alla partita porta a una riflessione. Milan e Roma ne avevano combinate troppe perché una sola partita potesse riscattare il pesante pregresso. Però ci hanno provato, e con tutti i limiti di due squadre imperfette e in alcuni ruoli decisamente modeste, il loro duello è stato appassionante, un braccio di ferro illuminato da una prestazione straordinaria di Paulo Dybala — nessuno pensa più di spedirlo in Turchia — in risposta alle travolgenti ripartenze del Milan. Se è finita soltanto 1-1 la responsabilità è di chi alla fine tira in porta, e lo fa male".
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