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Servirebbe un allenatore caratterialmente predisposto per viversi la sua avventura da noi in una certa maniera, diciamo con stile e con una grande calma (è un attimo gasarsi o semplicemente godersi il fatto di essere alla guida del Milan per poi staccare di testa ed esplodere), allenatori giovani verrebbero bruciati in poco tempo, allenatori stanieri dovrebbero essere molto preparati tatticamente per immergersi nel nostro calcio prima di capire l'ambiente totale rossonero, Pioli ad oggi è un mister unico nel panorama italiano perché ha capito perfettamente come gestire il gruppo all'interno dei confini nazionali e lo ha fatto passando diverse fasi che lo hanno costruito e lo hanno formato, questo costruirsi da noi lo ha reso però molto italiano e molto poco internazionale, diciamo vendibile all'estero, è uno che un sistema speciale lo ha creato, ci mancherebbe, non alleni il Milan per anni se non crei un sistema tuo e gli dai il marchio doc, però questa difficoltà a crearsi una dimensione internazionale potrebbe pagarla più avanti nonostante i mezzi per fare sempre bene in Italia siano ormai seri e non interrompibili in maniera così gianninica e cruenta; non so se riuscirà a creare una dimensione diversa da quella italiana attuale dove sembra stare molto molto bene, secondo me soffre l'aria della Champs, è diverso in coppa, quasi come se si sentisse a casa d'altri e non fosse lucido nelle scelte o nella gestione di così tante partite pesanti, forse già quest'anno riuscirà a passare il primo scoglio che lo aiuterà a capire ma ad oggi per noi non ha senso trovare un altro allenatore così pieno e logico nel contesto italiano dove può fare sempre bene, come uno Spalletti, però può fare un percorso simile nonostante però abbia già vinto qualcosa di pesante in Italia e non in Russia.
Non cambierei quello che stiamo portando avanti, OGGI, ma se dovesse succedere spero sia quando ci sarà la necessità di chiamare come obbiettivo minimo un quarto-semi di Champs, mi accontento di rendere bene in Italia, per adesso, alla fine è un percorso e può anche essere lungo, ma la coppa così come abbiamo visto nel documentario è una sensazione, una voglia strana che arriva dopo anni di vuoto o di partite nate male, qualificazioni buttate per colpa degli arbitri, sono meno partite e prima o poi dovremo provare ad andare giù forte pure lì, quando magari le cose in Italia saranno semplicissime, logiche, come acchiappare un quarto posto come obbiettivo degradante o una lotta scudetto come normalità.
Non cambierei quello che stiamo portando avanti, OGGI, ma se dovesse succedere spero sia quando ci sarà la necessità di chiamare come obbiettivo minimo un quarto-semi di Champs, mi accontento di rendere bene in Italia, per adesso, alla fine è un percorso e può anche essere lungo, ma la coppa così come abbiamo visto nel documentario è una sensazione, una voglia strana che arriva dopo anni di vuoto o di partite nate male, qualificazioni buttate per colpa degli arbitri, sono meno partite e prima o poi dovremo provare ad andare giù forte pure lì, quando magari le cose in Italia saranno semplicissime, logiche, come acchiappare un quarto posto come obbiettivo degradante o una lotta scudetto come normalità.