Per un commento più generale, l'ultimo prima del 3 marzo da parte mia sul tema cessione.
Ormai è giusto attendere lo sviluppo degli eventi, visto che manca così poco e non vale più la pena di rimarcare i punti oscuri e/o controversi della vicenda, che pure sono molti, e quindi su quelli alfine mi taccio. Anche in caso di closing personalmente non posso dire di avere una grandissima "fiducia" in un drastico miglioramento della nostra condizione nel medio termine, ma un filo di “speranza” che ciò avvenga sì, alla fine quella almeno sì, tanto per come siamo messi ora

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Punto 7). L’unica cosa che non riesco ancora a digerire è la spiegazione che viene data per giustificare l’inerzia di mercato a gennaio. Qui bisogna intendersi e distinguere la verità dalla mezze verità di comodo. Se SES avesse detto a Fininvest: “fate voi il mercato, tanto tra due mesi subentriamo noi”, si potrebbe comprendere il “rischio” che l’attuale azionista non si è voluto assumere; se invece si dà credito a talune voci secondo cui SES avrebbe messo a disposizione dei soldi che sarebbero stati rifiutati, beh, allora, tale esito è del tutto inconcepibile, dato che esistono facili soluzioni tecniche in grado di mettere al riparo Fininvest da qualsiasi rischio, in caso di mancato closing. Una delle tante:
girare subito un piccolissimo pacchetto (anche una singola azione volendo) a SES e quindi darle lo status di socio. Poi un prestito di SES al Milan per, mettiamo, 50 milioni, con una clausola che stabilisse che in caso di fallimento del passaggio di proprietà - per inadempimento del compratore o assenza di autorizzazioni cinesi - il prestito, tramite rinuncia, si trasformasse in un generico versamento a copertura perdite future. Evidentemente, ad essere buoni, per una qualche ragione SES non era affatto sicura del closing e quindi non ha messo a repentaglio questi ulteriori 50 M attraverso una soluzione di tal genere, nemmeno in vista di uno scopo importante come la qualificazione in CL, al massimo avrà chiesto a Fininvest di aumentare l’indebitamento bancario del Milan per finanziare gli acquisti, e qui sì che emerge il “rischio” di cui si parla.
Faccio notare che nel caso dell’esempio, invece, Fininvest avrebbe avuto un rischio zero sul piano finanziario e addirittura nel breve termine un vantaggio sul piano economico-contabile, perché la trasformazione di un prestito socio di 50 M in un versamento a fondo perduto sempre di 50 M comporta un aumento del patrimonio netto del Milan per una cifra corrispondente. E ovviamente una campagna acquisti con un esborso finanziario di 50 M per i cartellini comporta un aumento dei costi annuali di ammortamento - e quindi "ceteris paribus" delle perdite - ben inferiore a quella cifra: se si tratta di contratti quinquennali il costo economico è 10 M all’anno - mentre successivamente si poteva compensare il maggior costo per stipendi aggiuntivi con operazioni in uscita, senza contare l'eliminazione dei costi di ammortamento residui, se cedi giocatori non a scadenza - pur senza ottenere plusvalenze.
Se cominciassero raccontando balle non si distinguerebbero per nulla da quelli li precedono.
Punti 2) e 3). La vorticosa rotazione dei sottoscrittori confermerebbe, almeno in apparenza, la loro totale "fungibilità" e quindi la peculiare natura di "fondo di investimento" del soggetto che rileverebbe il Milan. Inoltre, in termini di potenziali apporti di capitale, il Milan - a quanto pare sembra che ci si debba arrendere a questo assai sgradevole fatto - potrà contare solo su asset
detenuti fuori dalla Cina dai membri di questo fondo, al di là degli auspicati incrementi dei ricavi, anche di provenienza cinese. Un fondo però deve avere una sede, a questo punto impossibile che la sede sia in Cina, come si pensava originariamente.
Punto 8). Secondo me, servono almeno circa 200 M da parte dei soci (il versamento a fondo perduto di 70/80 M che riguarda il vecchio esercizio: esso copre sul piano contabile la perdita del 2016 e sul piano finanziario ripaga la parte bancaria del debito che si aggira più o meno su quella cifra - la grossa parte restante del vecchio debito finanziario si basa sul factoring e potrebbe essere rinnovata senza problemi alle stesse condizioni - e in aggiunta almeno 130 M come nuovo prestito socio), per
fare una campagna acquisti di 150 M al lordo delle cessioni con rateazioni usuali, visto che ormai gli incassi della qualificazione in CL sono una chimera (
ho ottenuto tale cifra usando l'ottimo cruscotto creato da Il Re dell'Est nel suo blog, peggiorando, anche di molto, alcuni assunti che mi sembravano troppo ottimistici). In seguito, almeno a metà di quel prestito da 130 M il fondo controllante sarebbe costretto a rinunciare per coprire le perdite, che sotto le mie ipotesi risultano di circa 65 M per il 2017 (qualcosina di più forse, perché le perdite di esercizio di
AC Milan spa per ragioni tecniche generalmente sono leggermente più alte di quelle consolidate.
PS
Rimane singolare comunque la apparente straordinaria asimmetria in termini di forza contrattuale in questa vicenda: un venditore fortissimo e un compratore debolissimo, disposto ad accettare condizioni veramente draconiane.